40-SON OF AN ASSHOLE

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Kirishima's pov

Tutto trascorreva in modo tranquillo. Non mi era mai piaciuta tanto la normalità, ma quella, non so, mi rassicurava. Passavo la mattina a studiare, a prendere appunti a scuola eccetera (ero pure migliorato per bontà divina!). Pranzavo con la mia mamma e il pomeriggio dividevo le mie attività. 
Ero riuscito a trovare un lavoro part-time come dogsitter, ma quando avevo del tempo libero trascorrevo quel lasso di tempo con il mio amato, dolce fidanzato. Mi migliorava la monotomia, la mia scarica elettrica dopo le giornate stressanti. Certe sere rimaneva a cena e a dormire, si fa per dire.
Ma quella giornata era stata parecchio diversa dal solito 
Per dirlo in termini sobri, era stata una giornata di merda, ma partiamo dalla mattina. 
Iniziamo con una sveglia che NON SVEGLIA, NON SUONA E DIO MIO HAI UN COMPITO SVOLGILO CORTESEMENTE, GRAZIE. 

Ma tralasciando il mio poco nervosismo. 
Questo mi fece arrivare all'università in ritardo, spettinato, puzzolente ed anche irritato dato che avevo dovuto rinunciare alla mia colazione. 

"Kiri! Oddio che faccia, sei caduto?" 
"ha ha ha divertente broccolo, si sono caduto da un dirupo e sono sopravvissuto" 
".. Ma davvero?" 

"No razza di idiota" 
Ammetto che poi mi scusai, non riuscivo a tenere il broncio a quella palla di pelo verde. 

La seconda batosta della giornata venne quando, al ristorante dove la sera prima avevo prenotato per me ed il broccolo, avesse MAGICAMENTE dimenticato di scrivere la prenotazione e allora avesse dato il MIO tavolo ad un'altra coppia. 
D'accordo, sorridiamo cordialmente e, secondo la cameriera, avremmo dovuto aspettare solo mezz'ora. 
Ma quella non fu mezz'ora. 
Neanche per sogno. 
Passammo due ore fuori da quel cazzo di ristorante. 

Fuori. 
Al freddo. 
E con la pioggia. 
Arrivati ad un certo punto, Izuku mi prese la mano e, correndo per bagnarci il meno possibile, andammo in un combini per prendere dei noodles. 
Noodles deludenti, perché come cazzo fai a non avere quelli alla carne ma solo quelli con il dio beato brodo di carota?! 

Pranzo rovinato, speriamo nel pomeriggio no? 
E NO
PERCHÉ ARRIVANO TESTA BIONDA E TESTA A METÀ CHE SI RUBANO IL MIO MIGLIORE AMICO LASCIANDOMI DA SOLO ALLA SALA GIOCHI.. SENZA NEANCHE UN EURO
(tra parentesi, il verdino aveva circa una cinquantina di monetine regalateci dal suo sugar daddy, che io avrei sfruttato a dovere ed invece) 
Provai a chiamare Denki, per risollevarmi un pochino il morale, ma lo avevano chiamato per un turno improvviso e quindi era a lavoro. 

L'unica opzione era quella di tornare a casa, infondo erano già le sei e pioveva, non avrei neanche potuto fare un giro. 
Corsi quindi verso la stazione di autobus più vicina, ma PROPRIO QUEL GIORNO erano finiti i ticket per il bus che passava direttamente vicino casa mia e quindi ne avrei dovuto prenderne un altro che passava tra un quarto d'ora e mi lasciava un pochino più lontano. 

E va bene, facciamoci una preghiera e paghiamo questo dannato biglietto ed aspettiamo questo benedetto quarto d'ora. 
Mi feci letteralmente il bagno, ero fradicio. 
E, quando, come per miraggio, vidi l'autobus, come lo vidi così scomparì. 

Mi sorpassò. 
Se ne andò. 
Cercai di corrergli dietro ma una signora urlò "È inutile! Ti ha visto ma era strapieno, non c'era posto!" 
Ora picchio questa signora. 

"Sa tra quanto passa il prossimo?" 

"Questo era l'ultimo ragazzo, ritorna domani" 

Cazzo. 

Cazzo. 

Mi feci due kilometri a piedi sotto la pioggia e con solo una felpa addosso. A metà strada ero convinto di star per morire, dato che vedevo sfocato… Ma era solo un fanale di un'auto che mi aveva accecato poco prima. 

Quindi, alle 22:00 di sera, a stomaco vuoto, infreddolito, annoiato, arrabbiato, stressato e per lo più bagnato, una volta arrivati a casa tua vorresti solo star tranquillo e dimenticarti questa giornata di merda no? 
E invece, il peggio doveva ancora arrivare. 
Una volta che entrai nel vicolo dove c'era casa, vidi l'auto di papà schiantata contro un muro, parcheggiata di traverso, con un finestrino rotto ed i fanali accesi. 

Ma non fu quello che mi bloccò sul posto, non fu quello che mi fece congelare il sangue nelle vene
Fu il fatto che, nonostante l'incessante pioggia ed il suo frastuono assordante, io riuscì a sentire le urla di mia madre. 
Con l'anima che usciva dal mio corpo ed il panico che si impossessava di esso, corsi come un dannato verso la porta di casa. 
La trovai aperta, ma avrei preferito non vedere cosa c'era dentro. 

Mia madre, quella donna così bella, che tutti gli uomini rispettabili e non ammiravano, così gracilina e fragile.. Per terra, con il volto gonfio, un occhio nero, il labbro e la testa pieni di sangue, che cercava di coprirsi con le sue esili braccia dalla furia di quel verme. 
La puzza di alchool fu più devastante di quella del sangue, mi fece barcollare. 

Come ho già detto, non ho mai stimato o amato così tanto mio padre. 
Ma quell'uomo, quella cosa, in quel momento per me non era altro che immondizia. Non era altro che odio, rancore, rabbia
Rabbia accecante. 
Forse non avrei dovuto reagire così, forse avrei dovuto comportarmi in maniera differente e soprattutto non avrei dovuto farlo davanti alla donna che mi aveva donato il mondo. 
Ma appena si girò, guardandomi divertito, mentre tirava i capelli a mia madre, fu istintivo. 

Gli tirai un cazzotto

E non un pugnetto, no, gli spaccai proprio il naso. 
E non fu l'unica cosa che feci. Lo gettai contro al muro e lo riempii di colpi. 
Ubriaco a casa mia

Lui che dovrebbe proteggere mia madre

Lui, grande e grosso, contro uno

Lui contro una donna gracile
Lui che picchiava la sua soulmate, sua moglie, l'unica donna che diceva di amare e che lo sopportava
Lui che toccava mia madre. 
Perdonatemi, ma non mi risparmiai
Sfogai la rabbia di anni, la frustrazione di continue litigate e anche il nervosismo dovuto dalla giornata di merda. 
Gli feci colare tanto sangue, tanto quanto mia madre ne aveva perso. 
E fu anche facile, dato che era ubriaco, non si reggeva in piedi. 
Per ultimo lo presi e lo buttai fuori di casa, in mezzo alla strada. 
Chiamai un'ambulanza, per mia madre, la polizia per quello schifo. 
Ovviamente sali con lei, arrivando fin sull'ospedale

Erano le tre di notte quando, in una corsia deserta, su quelle scomode sedie, mi addormentai. 

Perdonatemi, ero stanco

ANGOLO AUTRICE

Heyla broccoletti! Capitolo strano lo so.
Finalmente si capisce la vera natura del padre di Kirishima
Uno schifoso pezzo di me-

Cooomunque, com'è andato questo rientro? Perché io sono morta e non ho voglia di fare nulla, ma apparte questo bene

Nulla, ciaoo broccoliii

MY BOYS/TodoBakuDeku FanFictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora