41-STRANGERS

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Deku's pov

Mi svegliai, abbracciato dal caldo lenzuolo, all'alba di un semplice giovedì mattina. Si prospettava una giornata piovosa, o almeno così dicevano i nuvoloni che scorgevo arrivare dalla finestra di camera mia. 

La flebile luce del sole era penetrata in camera mia, illuminando tutto, perfino il mio volto assonnato. 

Mi sentivo così intorpidito che non riuscivo, e non volevo, muovermi. Non avevo sognato quella notte, non era successo nulla di strano. La sera prima l'avevo spesa a studiare gli argomenti di chimica che avevo lasciato sulla scrivania una settimana fa. Non mi risultavano semplicissimi, ma in videochiamata con me c'era Kacchan a darmi una mano. Non era il migliore degli insegnanti, dato che ti urlava contro al minimo errore, ma meglio di niente era. Così, verso le ventitré, ho spento il cellulare e sono andato a dormire. 

È stato tutto così tranquillo e calmo. 

Verso le 8 ho deciso di tirarmi su. 

Non ho fatto granché quella mattinata, mi sono lavato il viso, mi sono vestito e sono uscito. 

Ho acceso la musica alle 8:30, quand'ero dentro il combini per acquistare la mia colazione. Decisi che un KitKat al cioccolato bianco sarebbe andato più che bene per sfamare il mio leggero languorino mattutino. 

Iniziai a mangiarlo aspettando l'autobus. 

Oggi giornata lavorativa! 

Sarei stato al bar per tutta la giornata e, soltanto alle 5, sarei potuto uscire. 

Non che mi dispiacesse, mi piaceva lavorare e soprattutto in quel posto, quand'ero soltanto circondato da ottime persone. 

In più il tempo sembrava star prendendo una piega peggiore, non mi sarebbe di certo dispiaciuto stare al calduccio nel bar quando fuori diluviava. 

E poi, quella sera, Todoroki sarebbe venuto a prendermi per cenare tutti e tre insieme. 

Puntuale come al solito, l'autobus delle 8:40 arrivò, seguito dal classico rumorino del freno. 

Salì e, per mia sfortuna, dato il tempo, tutti i posti erano occupati. Dovetti stare appiccicato alle porte fino alla fine del percorso. Quando finalmente arrivammo, aveva iniziato a piovere a dirotto. Dovetti correre al riparo nel locale, già strapieno di persone. Sero mi chiamò a gran voce, chiedendo aiuto al bancone, mentre Iida correva tra i tavoli. Non ho mai visto il bar così affollato! Non ho avuto neanche il tempo di cambiarmi, mi sono fiondato a dare una mano. 

La giornata continuava di questo passo, con fiumi di clienti, fino all'ora di pranzo. Da allora avevamo già due tazzine rotte, ascoltato tre bambini piangere, due cani abbaiare e perfino un signore ubriaco. Insomma, lo Yuei se l'era vista brutta! 

Ma finalmente riuscimmo tutti quanti a sederci, persino Mirio era stanco oggi. Io e Sero ci godemmo i cornetti salati portati da Sato, ormai bagnato fradicio. Povero, aveva attraversato il finimondo (ovvero la strada) per venire a portarci il pranzo. Arrivò anche Denki, pronto per il suo turno pomeridiano, dando il cambio ad Iida. Ma per il secchioncello non fu così. 

Momo, che oramai non guardavo più come prima, ci chiese di rimanere tutti data la giornata, promettendo di pagarci le ore extra. 

Nonostante tutto, la calma rimaneva

Era una giornata normale, perché non doveva esserlo? 

Finché non arrivò una chiamata sul cellulare di Denki, dove dall'altro capo del telefono c'era qualcuno di inaspettato. 

"Pronto? O-oh.. Si certo! Corro subito!" 

"Chi era?"

Denki mi guardò, allarmato. 

MY BOYS/TodoBakuDeku FanFictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora