Il weekend passato dai miei genitori fu strano. Andai in spiaggia a vedere il tramonto e passai tantissimo tempo a pensare come non facevo da tanto tempo. Oltre a tutte le avventure, nell'appartamento a Malibu mi sentivo un po' triste, come se mi mancasse qualcosa o... qualcuno.
Nel primo pomeriggio di sabato ero distesa sul letto aspettando la mamma per farci una maschera al viso e mi arrivò una chiamata da un numero sconosciuto. Dopo un attimo di esitazione risposi.
<<Pronto?>> Chiesi con voce dubbiosa. Magari era qualcuno che aveva sbagliato numero.
<<Pronto, Ashley?>> Riconobbi all'istante la voce e la felicità prese il sopravvento.
<<Ashley? Sei tu? Sapevo che non potermi fidare di una ragazza ubriaca marcia>> risi e sentii un respiro dall'altro capo del telefono.
<<Si, sono io>> emise un sospiro di sollievo.
<<Oh, ciao Ashley!>> Risi ancora.
<<Pensavo di non averti dato il mio numero. Non che mi dispiaccia ovviamente ma non ricordo proprio>> cercai di spiegarmi al meglio per non sembrare scortese ma lei non sembrò prenderla male.
<<Beh, diciamo che l'intera scuola potrebbe avere il tuo numero, ma non pensare in negativo, potresti conoscere più gente!>> non sembrava dispiaciuta, sembrava solo volersi salvare dalle mie grinfie.
<<Sophia! Che cosa intendi dire? Come fa l'intera scuola ad avere il mio numero di cellulare se non lo ho dato a nessuno?>> lei rise e non riuscì a fermarsi per un po'. Mi stava cominciando a preoccupare la cosa.
<<Comunque come va a Malibu? Qui si sente che non c'è più la campionessa>> cercò di cambiare discorso.
<<No, non provare a farmi distrarre, perché tutti hanno il mio numero?>> lei esitò.
<<Ieri, mentre tu eri con le tue compagne di squadra io e Nicole ci siamo messe a chiacchierare mentre bevevamo qualche shottino di troppo. Credo che tu te ne sia andata nel mentre, ma poi è arrivato qualcuno a chiedere di te e Nicole ha cominciato ad urlare il tuo nome. Nessuno rispondeva così ha urlato il tuo numero per vedere se arrivavi ma non sei mai venuta da noi. Lo ha ripetuto per tipo dieci minuti quindi ormai lo sappiamo quasi tutti a memoria, abbiamo anche inventato una canzone!>> cominciò a cantare la canzone ma la stoppai subito.
<<Ma smettila! Non è divertente!>> ridacchiai. <<Comunque qui va tutto bene anche se si sente la mancanza di una ragazza>> in quel momento mia madre si sporse sulla porta e mi guardò con aria furiosa. Io le feci segno di aspettare un minuto e lei se ne andò tornando giù per le scale.
<<Eh lo so che la signorina sottoscritta migliora tutto, cara la mia Ashley>> scossi la testa per la sua modestia e per la sua ironia.
Restammo al telefono per altri cinque minuti parlando del più e del meno e mi spiegò alcuni scoop del weekend.
Chiusa la chiamata la mamma tornò di sopra. <<Ti ho detto che non puoi chiamare tutte le persone che vuoi quando sei con noi. O resti qui a parlare con me e tuo padre oppure rimani a casa>> ci rimasi malissimo, non perché fosse la prima volta che mi diceva delle cose così, ma perché piombai di nuovo nella realtà.
<<Stavo solo parlando con una mia amica che ho conosciuto alla SV>> le spiegai anche se non sembrava molto interessata. <<Si chiama Sophia. E' una delle persone migliori che abbia conosciuto, frequenta alcune lezioni con me>>
<<Non mi interessa, sei a casa mia quindi fai quello che voglio io e non ti opponi>> rimasi zitta. Le parlai soltanto della telefonata del coach, riguardo alla gara, ma lei non sembrò molto sorpresa. <<Va bene Ashley, ti farò un permesso per saltare alcuni giorni di scuola e ti manderò qualcuno per venirti a prendere e per accompagnarti all'aeroporto. Se tu ti arrangi noi arriveremo sabato in New Jersey>> <<Ok, tanto penso che mi raggiungerà il coach e mi allenerò con lui>> <<Ti aggiorno in settimana sui progressi del viaggio>> mi disse mia madre e tornò in bagno. Ne aprofittai per andarmene fuori da quella casa che mi era sempre stata stretta. C'erano troppi ricordi che volevo cancellare. Uscii dalla camera proprio mentre mia madre stava guardando in quella direzione. <<Dove credi di andare signorina? Ti ho ben spiegato quali sono le regole>> la guardai con indifferenza, sapeva usare troppo bene l'ironia per offendermi. <<Voglio andare fuori a prendere una boccata d'aria>> le dissi per poi sorpassarla. Continuò ad urlarmi insolenze e chiamò anche mio padre per avere sostegno. Lui era come se fosse in bilico tra la moglie e la figlia. Alla fine sceglieva sempre la prima.

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Saudade
RomanceCOMPLETA in REVISIONE con SEQUEL "Our love was made for movie screens" Lei è Ashley Wilson. Introversa, permalosa, testarda e sempre in lotta con se stessa per fare ogni volta meglio di prima. Lui è Logan Robinson. Il ragazzo che tutte vogliono. Q...