Ero tornata lì, in quella casa dove ero sempre sola. Anche quando c'erano altre persone lì con me mi sentivo ugualmente abbandonata. Sarà stato perché non riuscivo ad affezionarmi troppo alle persone che me ne stancavo o perché ero chiusa in me stessa da sempre, ma nessuno riusciva a riempire quel silenzio che si creava nella mia mente quando ero in quel luogo. I troppi ricordi, le troppe urla, le troppe lamentele erano sempre dentro di me. Ma era quella la vita che mi meritavo, dovevo rimanere sola, sola con me stessa, senza pretendere altro. Dovevo ricevere in cambio solamente batoste.
Non capivo cosa avessi fatto di male per far voltare dall'altra parte tutta la squadra, ma a quanto pare avevo combinato un disastro. Io ero un disastro.
Accesi il telefono che era restato sul comodino per tutta la notte insonne che avevo passato. Pensare che solamente ventiquattro ore prima ero lì distesa con Logan mi provocò una strana sensazione.
Guardai le poche notifiche e scrissi subito a Will un messaggio. Lui era il mio punto di riferimento, volevo parlargli di quello che stava succedendo e magari sapere se davvero avevo fatto qualcosa che non andava.
"Voglio tornare in Michigan, qui non ce la posso fare" gli inviai il messaggio e sospirai di conseguenza.
Gli avevo appena detto quello che avevo negato per mesi. Prima la California mi sembrava un bel posto, ma ora avevo tutti contro. Nessuno mi voleva più lì, quindi era inutile continuare a cercare di adattarsi.
"Perché mai stai dicendo una cosa del genere?" fu la risposta.
Comprendevo che anche lui era spiazzato dalla mia affermazione. Fino al giorno prima lo convincevo a restare, mentre ora ero io a dirgli di andarcene.
"Non sto più bene qui, tutti mi si sono rivolti contro" aspettavo solamente quelle quattro parole che sapevo sarebbero arrivate molto presto.
"So che ti arrabbierai per quello che ti sto per scrivere, ma te lo avevo detto" se fosse stato lì davanti a me in quel momento lo avrei volentieri preso amorevolmente a schiaffi. Sapeva che odiavo quando me lo diceva. Lanciai il telefono d qualche parte sul materasso e feci un respiro profondo.
Mi serviva una bella giornata in un qualche posto disperso nella natura più incontaminata. Ma la mia giornata passò invece dentro quelle mura, cominciando a fare le valigie per la mia fuga da quel luogo. Non capivo se fosse un modo per distrarmi e non farmi pensare a quello che era successo in quei giorni, ma mi tranquillizzò interiormente pensare di dovermene andare.
Mi rilassai fin quando non mi arrivò un messaggio. Era la segretaria di mio padre. Lui non aveva neppure il coraggio di farlo, non un singolo messaggio, non una chiamata per sapere se andava tutto bene. Ero l'unica figlia rimasta in vita, ma anche l'unica che non volevano.
In ogni caso Rosalind mi scrisse soltanto per chiedermi di andare a comprare una guarnizione per il rubinetto che non sapevo neppure esistessero.
Non le risposi neppure, quella donna aveva soltanto la capacità di dare ordini a tutti, all'infuori di mio padre e mia madre che erano le sue guide spirituali. Mi limitai a maledire tutte quelle cose tecnologiche che la avvisavano in caso di guasti e cose del genere che avevamo in casa. Non ne avevo mai capito la funzionalità quando bastava mandare un tecnico a controllare, ma mio padre doveva stare sempre un passo davanti a tutti.
Mi dovetti vestire decentemente, togliendo la tuta che mi aveva tenuta al sicuro per tutta la giornata e mi infilai di fretta dei jeans e una felpa. Anche se eravamo in pieno inverno lì non faceva maledettamente freddo come in Michigan.
Uscii di casa pensando tutti i possibili luoghi ove si potesse trovare una guarnizione per il lavandino, ma la mia poca esperienza da idraulica non mi suggeriva nessun negozio adatto.
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Saudade
RomanceCOMPLETA in REVISIONE con SEQUEL "Our love was made for movie screens" Lei è Ashley Wilson. Introversa, permalosa, testarda e sempre in lotta con se stessa per fare ogni volta meglio di prima. Lui è Logan Robinson. Il ragazzo che tutte vogliono. Q...