Sophia mi guardò come aspettandosi che mi arrabbiassi, che avrei cominciato ad urlare contro di lei o contro uno dei tanti ragazzi che mi stavano osservando. Io invece feci esattamente il contrario. Rimasi calma e continuai a farmi i fatti miei. Non poteva importarmene di cosa diceva la gente, o almeno ne avevo fatto l'abitudine. Tutti continuamente esprimevano il loro parere su fatti che non li riguardava, io avevo imparato a tenermi le mie opinioni per me.
<<Devi dirlo ai Robinson, loro sanno cosa fare>> mi sussurrò Sophia all'orecchio. Io semplicemente scossi il capo. <<Devi farlo Ashley, ti possono aiutare>> oscillai nuovamente la testa questa volta girandomi verso la sua direzione. <<Perché no?>> alzai le spalle. Mi odiavo da sola certe volte quando avevo questi atteggiamenti, ma era l'unico modo per tenere le emozioni fuori da me. Per non provocarmi altro dolore.
Improvvisamente mi venne un'idea. Superai Sophia cercando di essere più rapida possibile.
Lei però mi prese per il braccio. <<Dove stai andando?>> la guardai negli occhi azzurro oceano. <<Devo cercare una persona per sapere la verità>> rimase interdetta e riuscii a liberarmi della sua presa. Anche se sembrava magra e indifesa, le unghie lunghe infilzate sul mio braccio facevano male.
Passai velocemente tra gli studenti del terzo e del quarto anno che prima delle lezioni erano radunati per i corridoi a ridere e scherzare per rendere le lezioni della mattinata più leggere. Mi guardai in giro, ma della persona che stavo cercando non c'era traccia.
Cercai ancora per diversi minuti fin quando finalmente non lo trovai. L'unico problema era che stava parlando con una persona non molto gradevole.
<<Ciao Tom, da quanto tempo. Tutto bene?>> gli chiesi gentilmente anche se continuavo a torturarmi le dita delle mani. Si girò lentamente nella mia direzione. Era alcune settimane che non lo vedevo e dopo le cose che gli avevo detto speravo di non incontrarlo. Non mi pentivo di ciò che avevo detto, ma non avevo voglia che facesse una scenata davanti a tutti. Di attenzioni ne avevo già fin troppe.
Continuò a fissarmi senza rispondere. Decisi che ne avevo abbastanza. <<Jordan, ti posso parlare?>> chiesi al ragazzo che avevo cercato fino a quel momento. Si guardò intorno e notò tutti gli sguardi puntati su di noi. Tornò con lo sguardo su di me. <<Non ho tempo>> disse freddo. Sospirai frustrata. <<Ti devo ricordare cosa mi avevi detto quella sera quando mi avevi accompagnata alla festa?>> capì immediatamente a cosa mi riferivo. Forse lui pensava che me ne fossi dimenticata, ma avevo una memoria più lunga di quello che gli altri pensassero. <<Non qui>> mimò con le labbra. Mi feci un cenno e gli voltai le spalle andandomene verso la prima lezione della giornata. Avevo un alleato. Mi bastava.
Molti mi avrebbero chiesto perché sono andata da Jordan a chiedere aiuto e non a Noah o a Logan. La verità era che avevo imparato ad andare avanti con le mie gambe, senza dipendere dagli altri. Forse era l'unica cosa positiva che mi avevano insegnato i miei genitori, ma almeno di questo potevo farmene qualcosa. Non avevano mai pensato a me come una figlia bisognosa di affetto e di regali, e questa cosa mi aveva fatta crescere andando avanti da sola.
Certo, vedere i miei genitori dopo una lite tra me e mia sorella consolare lei anche se aveva torto faceva male, ma loro e soprattutto lei non mi dovevano vedere debole, le lacrime erano soltanto un qualche cosa che mi sapeva da viziato, chi piangeva voleva soltanto le cose che non possedeva.
Ero cresciuta con questa convinzione e quando era arrivato il funerale di Heather, per me era stato un vero e proprio addio ad una vita quasi normale. I miei genitori piangevano, i parenti anche e poi c'ero io, che guardavo la cassa con all'interno il suo corpo senza vita, con la mente appannata da pensieri crudeli. Nessuna lacrima era scesa quel giorno, nessuna lacrima aveva voluto sgorgare dai miei occhi colpevoli. Ero rimasta impassibile. Alcune persone che erano venute a fare le condoglianze ai miei genitori e non avevano neppure capito che ero la sorella, ma come biasimarli, sembravo un'estranea capitata lì per caso.
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Saudade
RomanceCOMPLETA in REVISIONE con SEQUEL "Our love was made for movie screens" Lei è Ashley Wilson. Introversa, permalosa, testarda e sempre in lotta con se stessa per fare ogni volta meglio di prima. Lui è Logan Robinson. Il ragazzo che tutte vogliono. Q...