-Chapter 27-

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I giorni che susseguirono furono una routine. Mi svegliavo e mi preparavo per allenamento. Facevamo colazione e andavamo all'arena. Dopo allenamento andavamo in un ristornante in centro, facevamo un giro e tornavamo al palazzetto. Tornavamo a cenare in qualche locale per giovani e concludevamo la serata con un giro per il centro. In compenso però avevo fatto amicizia con Madison e Kate e passavamo molto tempo a parlare. Erano ragazze in gamba. Quando eravamo insieme, due bionde che avevo imparato dal loro coach si chiamassero Becky e Rebecca, ci rivolgevano sempre occhiate indignate, ma ormai avevamo imparato a fregarcene.

Da quando ero arrivata probabilmente ero sembrata molto distaccata, perché le persone con cui avevo legato di più, a parte Sophia, cominciarono a scrivermi meno probabilmente pensando che dovessi passare del tempo in famiglia. Solamente Sophia sapeva la verità, perché dopo il nostro discorso sul ballo scolastico le scrissi un messaggio dicendo di doverle parlare e la sera dopo le raccontai tutto. Mi sembrava brutto averle mentito anche solo per due giorni e non potevo permettermi di perdere la sua amicizia, nonché la più importante che avessi mai avuto. Ormai avevo imparato a riconoscere per esperienza le amicizie false, ma lei era troppo sincera per essere una che si prendeva gioco di me. Le raccontai di come avessi mentito a tutti riguardo la mia visita ai parenti e di tutto quello che avrebbe potuto significare quella gara. Era molto importante per me che lo sapesse e lei mi ascoltò con attenzione, sgridandomi solo alla fine per non averglielo detto prima.

Sabato arrivarono finalmente i miei genitori che grazie a Dio avevano portato anche il mio body. Era rosso con molteplici strass e le maniche erano in pizzo. Era costato un occhio della testa, ma ogni centesimo speso valeva per quella meraviglia. Pamy, la mia sarta di fiducia per i body, ormai mi conosceva troppo bene e io adoravo ogni suo capolavoro e in più mi abbinava sempre un elastico per capelli dello stesso colore per farmi coordinata al cento per cento.

Il sabato sera portammo i miei genitori in un bel locale che avevamo scoperto io e Will e poi facemmo un giro in centro a Newark parlando della gara, di come erano andati gli allenamenti e cose varie. Mia madre mi aveva anche chiesto come la avessero presa le mie compagne e io le risposi che erano contente per me e che avrebbero tifato da casa per la sottoscritta. Lei ne fu molto felice e disse che avevo trovato proprio delle buone amiche e io non ribattei.

La mattina della gara mi svegliai abbastanza presto, controllai il telefono per poi alzarmi dal letto. Mi misi una felpa e dei pantaloni della tuta.

Poco dopo mia madre e mio padre vennero a bussare alla porta. <<Sei pronta tesoro?>> chiese mia madre dal corridoio. Aprendo la porta le risposi <<Si mamma, prendo il telefono e arrivo>> lo staccai dalla carica e raggiunsi i miei genitori fuori dalla porta che mi richiusi alle spalle.

Entrammo all'ascensore per andare al piano terra per fare colazione.

<<Ti senti pronta per oggi? Il tuo body è meraviglioso, proprio adatto a te>> mi disse mia madre dandomi un bacio sulla guancia. <<Si, mi sento abbastanza pronta e il body penso diventerà uno dei miei preferiti>> <<Mi sembra di avere un dejavù!>> esclamò mio padre con un sorriso malinconico. Gli rivolsi un'occhiata confusa non capendo a cosa alludesse.

<<Mi ricordo di quando ormai cinque anni fa per la prima gara del livello nove avevi detto che il tuo body lo avresti sposato>> me la ricordai anch'io la scena di me, mia madre e mio padre in macchina per andare alla mia gara. Avevo un body lilla graziosissimo e mia madre mi aveva fatto un intero set fotografico per mettermi in una rivista. Le mie foto avevano fatto il giro del Michigan e così avevo conosciuto Pamy che aveva chiesto se potevo posare anche con i suoi body. <<Si, mi ricordo anche io>> dissi abbastanza acida per i ricordi che affiorarono all'unisono. L'ascensore arrivò al piano del ristorante e ci sedemmo ad un tavolo con la vista sulla città.

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