-Chapter 42-

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Tornai un attimo con lo sguardo su Noah. <<Tu mi devi ancora dire di che cosa ti sei fatto>> gli puntai l'indice sul petto aspettando una sua risposta. <<Ashley Ashley ti vedo un po' frustrata, non è che c'è qualcosa che ti turba?>> alzai gli occhi al cielo. <<Non farmi distrarre, avanti, confessa>> lui fece una piccola risatina, ma vedendo il mio sguardo indagatore su di lui smise immediatamente. <<Niente che io non possa reggere>> mi stava facendo arrabbiare. Non mi piaceva che si facesse di sostanze, anche se per lui poteva sembrare una sciocchezza, in realtà non lo era affatto.

I suoi occhi cominciarono a scendere fino ad osservare il pavimento. Faceva male perché io ci tenevo a lui e non volevo finisse in brutte strade. Per me era diventato un amico, uno di quelli veri.

<<Dimmelo, ti prego>> gli dissi sussurrando. Avevo la voce rotta, aspettavo una sua risposta che non arrivò. Logan e Cameron sembravano tranquilli, come se loro non fossero coinvolti nella faccenda.

<<E' tuo fratello Logan, tuo fratello!>> dissi non riuscendo a resistere. Io non avevo potuto salvare mia sorella, ma lui era ancora in tempo. Cominciai a dire cose senza senso e a muovere le braccia. Mi stavo agitando e cominciavo ad urlare, era una tecnica per cercare di scacciare il dolore, ma non sembrava funzionare.

Logan mi afferrò e mi avvicinò a se, stringendomi tra le sue braccia. Forse voleva tranquillizzarmi, o non so cos'altro volesse fare, ma la sua presa salda e il suo calore mi davano conforto, quello che non avevo mai trovato.

Non lo volevo far affogare con me, ma lui era il mio unico modo di restare a galla.

Sentivo dietro di me i bisbigli di Cameron che stava sgridando l'amico. Probabilmente Logan stava soltanto tirando occhiatacce al fratello e la questione si sarebbe risolta lì. Nessuno avrebbe speso altre parole.

<<Non lo lascerò, te lo prometto>> sussurrò Logan. Volevo credergli.

Logan senza Noah sarebbe stato come una giornata senza sorrisi, una partita senza giocatori, un mondo senza acqua. Se non esisteva uno, di conseguenza anche l'altro spariva.

Sentii i passi di Cameron e Noah scomparire nel salone mentre Logan mi teneva ancora stretta a se. Stavamo diventando uno la rovina dell'altro. Un tira e molla quasi stancante, ma allo stesso tempo divertente.

<<Alla fine cosa succederà al tuo lavandino?>> mi chiese Cameron mentre stavamo guardando tutti insieme un film sdraiati sul divano. Logan mi guardò con un punto interrogativo scritto sul volto. Noah non aveva fiatato e di questo mi sentivo in colpa, molto in colpa. <<Non vorrei dire ma con questa tua frase mi sono venute in mente soltanto le tipe del college qui vicino che lavano le macchine con la mercanzia di fuori. Mi è venuta un'improvvisa voglia di lavare la macchina>> mi guardò come a sperare di avere la mia approvazione su quello appena detto, ma riuscii soltanto a ridere. Sapevo che anche Logan era tentato, ma si stava trattenendo. Cameron invece stava al gioco.

<<Infatti, le ho chiesto apposta perché prima mi ha fatto vedere una performance ma secondo me non esprimeva al massimo le sue capacità>> alzai la testa dalla spalla di Logan per guardarlo in faccia. Stava sfidando con lo sguardo l'amico. <<Ah si? Buono a sapersi>> non stavo capendo molto di quello che stava succedendo, ma era strano vedere Logan così. <<Ahia, no Logan, non si deve essere gelosi, no no>> Noah muoveva l'indice in segno di ammonizione verso il fratello. <<In ogni caso il mio lavandino rimarrà esattamente così com'è adesso. Rosalind si arrangerà>> alzai le spalle. <<Io l'esibizione la vorrei vedere, se posso prenotarmi con piacere>> fulminai Noah con lo sguardo. <<Avanti, è divertente ed istruttivo per di più>> alzai gli occhi al cielo. Noah Robinson non sarebbe mai cambiato. Per nessun motivo.

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