-Chapter 12-

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La due settimane successive furono già meglio, fortunatamente.

 I miei genitori tornarono in Texas per alcuni accordi per l'azienda di papà e così tornai al Quartiere Generale. Parlammo con la squadra della gara che si avvicinava sempre più. 

Ogni volta che avevo educazione fisica, il signor Florence, mi chiedeva come procedeva la preparazione. Io gli spiegavo sempre ogni nuovo dettaglio dei miei esercizi, per il semplice fatto che era veramente piacevole parlarne con lui, soprattutto perché pendeva dalle mie labbra e mi divertiva vedere un uomo di una certa età così preso dai miei discorsi. Fortunatamente in quelle due settimane grazie alla mia rabbia interiore riuscii ad aumentare le difficoltà degli esercizi facendo sì che acquisissero più valore. L'avvicinarsi della gara si sentiva anche dal brusio che accompagnava ogni singolo allenamento. Dopo la notizia, il pubblico era aumentato notevolmente e persino ad alcuni allenamenti arrivarono delle fan e mi chiesero foto e autografi, che fui ben contenta di fare.

La situazione con tutto il resto del popolo della Saint Ville era normale. Avevo intravisto più volte Logan nel corridoio ma ogni volta mi limitavo: o a fissare il telefono rispondendo a qualche messaggio, o semplicemente abbassare lo sguardo per non incrociare il suo, che era sempre accompagnato da un sorrisino malizioso. Girava sempre per il corridoio con amici, ragazze o con il fratello. Non avevo proprio voglia di parlare con lui dopo la nostra "avventura". 

 Una cosa che però notai cambiare, fu che molti più ragazzi cominciarono a provarci, a volte anche spudoratamente con me. Mi stupii quando Mark, un compagno di basket di Matt, che mi avevano presentato alla festa, un giorno mentre uscivo da biologia mi si avvicinò e mi chiese se volevo andare a mangiare qualcosa con lui la sera dopo. Io però dovetti rifiutare, dato che avevo una cena con le ragazze. Lui ci rimase abbastanza male, ma quando vide qualcun altro avvicinarsi mi salutò e se ne andò.

Un altro invito lo ricevetti da Jordan, che il mercoledì in mensa venne al tavolo della squadra. Quando l'intera mensa lo notò alzarsi, tutti seguirono con lo sguardo la sua figura, fino ad arrivare al nostro tavolo. Io dal mio posto potevo guardare l'intera mensa. Vidi che il tavolo dei giocatori di football era in subbuglio. Avevano tutti espressioni sorprese e tutti incitavano Jordan. Tutti a parte Logan, che vidi rimanere fermo con espressione indecifrabile a guardare la scena. Jordan arrivò al nostro tavolo a forma circolare e si mise alle spalle di Amy per guardare me dritto negli occhi.

<<Ehi Ashley, come va?>>

<<Ciao Jordan, bene e tu?>>

<<Non c'è male. Mi chiedevo se ti andasse di venire alla festa di Phil con me venerdì>> tutta la mensa si zittì e gli sguardi andarono da me a Jordan. I giocatori di football erano tutti sull'attenti.

 Jordan mi stava scrutando cercando risposta nel mio sguardo. Lui sembrò molto teso ma non appena sentì il rumore di una sedia che strisciava sul pavimento si irrigidì. Pensavo che l'invito avrebbe suscitato qualche emozione, ma non così immediata. Qualcuno si avvicinò a grandi passi al tavolo e tutti si concentrarono su di lui, cercando di capire le sue intenzioni. Io invece cercai di non trovarne. <<Mi spiace per te Jordan, ma mi sa che dovrai farti da parte per un'altra volta>> guardai confusa l'altro ragazzo che non avevo mai visto prima.

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