-Chapter 38-

6.9K 178 30
                                    

Arrivai a scuola una ventina di minuti prima dell'inizio delle lezioni. Appena varcai la soglia, le persone già all'interno dello stabile mi cominciarono ad osservare. Ogni mio singolo passo era visualizzato da tutti quei ragazzi che sembravano non avere una propria vita. In ogni caso continuai a camminare sicura e andai in direzione del mio armadietto. Sophia mi aspettava davanti al suo.

<<Ei ei, come sta la mia donzella preferita? Tutto bene?>> alzai gli occhi al cielo sorridendo. <<Tutto ok>> la sorpassai per andare ad aprire l'anta dell'armadietto ad alcuni passi dal suo. Sentii il suo sguardo trapassarmi da una parte all'altra del mio corpo. <<Solo ok?>> cominciai a riporre i libri che avevo usato ieri per studiare, o per cercare di farlo.

Casa Robinson non era il posto più adatto. Logan continuava a fare esercizi a tempo di musica o a guardare la tv ad un volume spropositatamente alto. Per non parlare di Noah. Aveva dormito fino al primo pomeriggio, per poi cominciare a rompere le scatole per il suo mal di testa provocato dalla sbronza. Cameron era il più calmo di tutti, continuando a fare silenzio e a guardare il telefono.

<<Si, direi che è tutto ok>> mi rivolse un'occhiata interrogativa. <<Che è successo questa volta?>> alzai le spalle continuando a rovistare nel mio armadietto. <<Niente, è solo che sappiamo entrambe come è fatto>> le uscì un urletto dalla gola. <<Lo vorrei proprio strozzare certe volte>> le diedi ovviamente ragione. Logan Robinson era si un'opportunista, ma sapeva usare piuttosto bene le sue doti.

Decisi di cambiare argomento per non parlare troppo di lui e incombere in strani gossip che chiunque in quel corridoio poteva inventarsi anche in quel momento sentendo le nostre conversazioni. <<Te invece? Che mi racconti di bello?>> chiusi l'anta appoggiandomi ad essa con la spalla mentre guardavo la mia amica che si sbizzarriva nel narrare il giorno e mezzo in cui non ci eravamo viste.

Sophia stava finendo di raccontare gli accaduti, quando un gruppo di quattro ragazzi cominciò a marciare nella nostra direzione. Alzai gli occhi al cielo quando vidi Noah farmi l'occhiolino, ma vidi dietro di lui Logan. Freddo come sempre. <<Guarda un po' chi c'è!>> Noah cominciò a sparare cavolate mentre Logan mi osservava e Matt stringeva a se la fidanzata. <<Ciao>> gli sussurrò Sophia guardandolo da testa a piedi. Guardai in direzione di Noah. <<Ciao>> mi salutò nuovamente dandomi il pugno. Gli rivolsi un sorrisetto di saluto.

<<Bella pupa, dove hai lezione ora?>> strabuzzai gli occhi nella sua direzione. <<Come mi hai chiamata?>> Sophia cercò di trattenere una risata fallendo miseramente. Logan lo guardò quasi schifato, prima di andarsene in chissà quale direzione a tutti sconosciuta. <<Intanto non chiamarmi bella pupa>> cominciò a ridere. <<E rispondendo alla tua domanda ho scienze naturali>> I due ragazzi che erano davanti a me si erano persi nel commentare il look di Matt che a quanto pareva non piaceva un granché a Sophia.

<<A proposito, perché te ne sei andata presto questa mattina?>> la domanda di Noah mi fece tornare con lo sguardo su di lui. <<Dovevo andare a correre oggi e dovevo andare a prendere alcune cose a casa dei miei genitori>> annuì. Si avvicinò un po' di più a me continuando però a guardare il corridoio. <<Se è per Logan, sappi che lui è sempre così. Non te la prendere, è che fa fatica a fidarsi delle persone fino in fondo. Credo che non si fidi neppure di me>> feci spallucce. Non ci ero rimasta male perché lui era distaccato. Me lo sarei aspettato un comportamento del genere da parte sua e sarei rimasta sorpresa se non fosse stato così. Lui, Logan Robinson, non voleva avere collegamenti con le persone, stava meglio con quei pochi che c'erano da sempre per lui. Non uno in più, non uno in meno. Sempre e solo quelle persone.

<<Non me la sono presa, me lo aspettavo un comportamento del genere e sicuramente non ce ne farò una tragedia. Quella è Olivia piuttosto>> <<Puoi scommetterci>> mi cinse le spalle con il braccio. <<Una volta era venuta a cantare sotto la finestra di Logan perché avevano litigato. Non ho mai vissuto un inferno simile, sembrava di sentire un cane ululare più che una ragazza cantare una canzone>> cominciai a ridere attirando l'attenzione di tutti su di noi. Ma come si faceva a non ridere con Noah? Era quello che spezzava la catena, quello diverso tra loro. E quello si notava, il suo carattere risaltava. Era il punto di riferimento da cui prendere spunto, la sua allegria non era da tutti, ma soprattutto non era per tutti.

SaudadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora