Capitolo 39- Guardare "Pirati dei Caraibi" con Mercer

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Capitolo 39- Guardare "Pirati dei Caraibi" con Mercer


Anno 2019, 14 febbraio, h 01,00

Genova, Italy (casa di Mary)


Erano passate quasi due settimane da quando i Settecenteschi, Lucia, Francesca, Emanuela e l'accoppiata Bianchi-Rossi avevano "espugnato" la sua casa e le cose si erano, ormai, quasi ristabilite. Cutler Beckett, dopo aver assistito all'improvvisato teatrino, aveva deciso, colto da un'improvvisa ondata di clementia, di non rimuovere Mr. Mercer dal suo incarico. Non che lo spettacolino pacchiano delle tre donzelle fosse stato particolarmente convincente, ma perché, come disse: ‹‹Mr. Mercer, non mi avevate detto di essere così popolare tra le giovani donne››. No, scusate, quello lo disse dopo... Hey, ma ha detto davvero così? Quel piccolo... non diciamo cosa, sennò la nostra storia non diventa più adatta ad un pubblico di minori... Comunque, ebbene sì, l'aveva detto davvero e non a torto, se proprio dobbiamo essere sinceri. Chiunque avrebbe potuto pensare una cosa del genere se avesse visto tre ragazze intessere lodi sulla sua persona, esaltando gesta del pari "E' riuscito ad aprirmi la bottiglietta quando avevo sete: è il mio eroe!". Per non parlare del fatto che stavano praticamente facendo i salti mortali pur di convincere Lord Beckett a non "portarglielo via".

Ad ogni modo, ciò che disse in quel momento fu: ‹‹Ho come la vaga impressione che i fatti non si siano svolti proprio come li avete raccontati. Specie la leggenda per cui avrebbe trasportato Miss Innocenti in braccio per più di 10 chilometri...››

"Era praticamente l'unica cosa vera!" gli avrebbe voluto gridare la diretta interessata, ma fu costretta a trattenersi.

‹‹Ma sono anche convinto che, se non ci fosse un fondo di verità, non avreste organizzato questo teatrino›› E con queste poche parole aveva implicitamente concesso a Mr. Mercer di rimanere il carceriere ufficiale di Mary. Potete immaginare la gioia della poveretta. Riuscì a trattenersi dallo scoppiare in lacrime, solo focalizzandosi sull'immagine di Marta rinchiusa nello scrigno di Davy Jones, in attesa di essere salvata.

Poi, sempre a proposito di clementia, sentendosi in colpa per aver compiuto troppe buone azioni tutte in una volta (non se la sentiva proprio di essere così crudele da illudere i suoi nemici di avere una qualche speranza di ottenere clemenza nella lotta contro la Compagnia. Non sarebbe stato corretto nei loro confronti), Lord Beckett aveva ben pensato di ordinare un'impiccagione di massa, approfittando dell'assenza della sua assillante assistente. Il suo fidato gli aveva, infatti, riferito che quel giorno Miss Innocenti avrebbe avuto la temutissima simulazione di seconda prova. Nessuno dei due aveva ben capito di che cosa si trattasse nello specifico, ma dal comportamento nervoso (oltre ogni limite) dei compagni di classe, avevano intuito che non sarebbe stata una passeggiata e che, se erano fortunati, l'avrebbe tenuta impegnata per sei ore. Se a quelle si sommavano le due che avrebbe impiegato per gli spostamenti casa-scuola e l'ora di attesa prima che il ministero pubblicasse le prove, loro avrebbero avuto tutto il tempo per agire indisturbati.

Quello che Lord Beckett non aveva calcolato era che Maria Vittoria frequentava il liceo classico, unico indirizzo a cui il ministro dell'istruzione Bassetti aveva semplificato la prova e aumentato il tempo a disposizione per portarla a termine. Se prima i maturandi dovevano tradurre 18 righe di versione in tre ore, ora ne avevano a disposizione 6 per tradurre 8/9 righe scarse di latino, il cui testo era corredato di pretesto e post-testo, e confrontarlo con uno greco (con traduzione), attraverso la risposta a tre semplicissime domande. Inutile dire che in meno di due ore la studentessa aveva già consegnato la prova (riservandosi anche il tempo per suggerire ai vicini di banco) e in meno di tre era già nell'ufficio di Beckett per consegnargli i documenti sugli ancestrali della regina Nefertiti, come concordato. E lì lo trovò, ancora in veste da camera, mentre apponeva le ultime firme ai documenti che gli avrebbero permesso di far impiccare tutti i prigionieri attualmente presenti nelle carceri di Port Royal. Potete immaginare la sua faccia, quando se la vide comparire davanti, così presto. E quando quella gli domandò che cosa avesse intenzione di fare con quelle carte, rivolgendoglisi con un'espressione genuina ed innocente senza pari su questa terra, non ebbe il coraggio di deluderla.

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