Capitolo 21- Di quando Beckett portò l'esercito a karate
‹‹Che diavolo sta succedendo?›› l'istruttore si fece subito avanti, con l'intenzione di controllare quale fosse la causa dell'improvvisa confusione. Fu, tuttavia, respinto da una lunga fila di giubbe rosse armate di fucili con baionetta.
‹‹Uomini, ALT! In posizione! Prendere la mira e tenersi pronti a fare fuoco al primo movimento sospetto. Recuperiamo Miss Innocenti e ce ne andiamo›› all'ordine di Beckett, gli uomini si disposero a semicerchio intorno all'entrata della stanza in cui si stavano allenando, puntando le armi contro i karateghi (è italianizzato😅). Il Lord si fece avanti con passo sicuro e sguardo fiero. Un ghigno soddisfatto gli solcava il volto, come a voler dire: "Davvero pensavi di poter vincere contro l'immenso, incredibile ed onnipotente me stesso? Povera illusa".
"Ma cos'ha da ridere quello! Adesso lo arrestano e poi voglio proprio vedere se ha ancora così tanta voglia di ghignare!" Se c'è una cosa che Mary davvero non sopportava, era quell'espressione arrogante tipica di quei ricconi o nobili decaduti che non hanno rispetto per nessuno. Che odio!
Nel mentre Maria Vittoria fingeva di non conoscerli, imbarazzata oltre ogni modo dalla figuraccia che era certa le avrebbero fatto fare. "Ma andiamo, pure l'esercito si doveva portare sotto il letto, pur di fare scena? Sembra Marco-Sensei quando vede passare mia madre..." pensò, sorpresa ancora una volta dalla propria sfortuna.
‹‹Hey, che diavolo fate? Non potete stare qua!›› gli gridò Marco-sensei, per nulla intimorito dalla situazione men che meno dall'arroganza dell'uomo.
Vuoi perché l'istruttore si era espresso in italiano, voi perché Lord Beckett possedeva, effettivamente, un ego superiore a quello di Lord Farquaad di Shrek, Cutler non lo degnò manco di uno sguardo: ‹‹La ragazza, dove la nascondete? Consegnatemela, se avete care le vostre vite>>
‹‹Hem, veramente sono proprio qui davanti a voi›› tentò di segnalare la sua presenza la ragazza, ma fu completamente ignorata (come al solito).
‹‹Vi ripeto che non potete stare qui. È una struttura comunale e dubito che abbiate ricevuto alcuna autorizzazione per portare avanti questa pagliacciata. Andatevene immediatamente, oppure chiamo la polizia!›› si fece avanti Takashi-sensei, parlando in Inglese. Come al solito, era l'unico a capire come fosse meglio agire nelle situazioni delicate.
Il termine "police", com'era prevedibile, fece accapponare la pelle a Mr. Mercer e fece indietreggiare tutti i "Settecenteschi" di quattro o cinque passi. Il ricordo delle peripezie affrontate da Mary e Mr. Mercer nei giorni precedenti era ancora ben impresso nelle loro menti. Per loro tale termine sembrava quasi indicare un'entità, più che un insieme di persone fisiche, ragion per cui temevano la "polizia" e le restrittive leggi italiane moderne, quasi al pari di Davy Jones. Mari Vittoria aveva provato a spiegargli che, qualora anche fossero stati arrestati, non avrebbero dovuto lavorare per 100 anni sulla "Prigione" (sì, si erano convinti che fosse un vascello spettrale simile all'Olandese Volante), per poi fondersi con essa e diventare un tutt'uno. Questi testoni, tuttavia, non accennavano a smettere di preoccuparsi inutilmente per quella che era una semplice istituzione statale. Lo scopo delle forze armate era quello di preservare l'ordine pubblico e di aiutare le persone, non di traumatizzarle a vita!
Trascorse qualche secondo, prima che Lord Beckett riuscisse a ristabilire l'ordine tra le file, tempo che i compagni di karate di Mary utilizzarono per rivolgerle occhiate interrogative.
‹‹He, he... ve l'avevo detto che avevo avuto qualche divergenza teologica con dei testimoni di Geova...›› improvvisò lei, mentre l'istruttore la fissava scioccato. Che le sue bizzarre scuse per ritardi e assenze fossero vere? Impossibile: doveva trattarsi per forza di una coincidenza. In caso contrario, a sentire le sue storielle, si sarebbe persa nella selva oscura, sarebbe stata presa in ostaggio da dei mafiosi che giravano film a luci rosse e salvata da un prete con una capra da guardia, sarebbe stata spinta in una bara dalla nipote dell'addetto alle pompe funebri, che era gelosa del rapporto che aveva con il nonno, avrebbe dovuto svolgere delle missioni segretissime, di cui non poteva rivelare nulla, se non che il Presidente aveva bisogno di lei, e tante altre motivazioni assurde. Una volta aveva persino affermato di aver dovuto prendere parte al ballo per i giovani nobili di Vienna e, questo era impossibile per ovvie ragioni (Maria Vittoria si divertiva a scherzare con i coetanei, dicendo che i suoi familiari erano tutti servi della gleba da generazioni e generazioni). Dopo aver parlato si era messa a ridere anche lei. Dire che non era capace di mentire era un eufemismo.
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Una nerd, tre liguri e un mare di guai!
FanfictionQuattro ragazze trovano, per caso, un passaggio che collega il loro mondo a quello di certi pirati di nostra conoscenza e, ben presto, si renderanno conto che, forse, la Disney non ha raccontato proprio tutto... ***** Tratto dalla storia: "Allora è...