(REVISIONATA)
Mi guardava. Lo guardavo. Era una strana e affascinante calamita che mi tirava a sé, in maniera possessiva, malvagia. Distogliere l'attenzione dall'inevitabile diavolo era così difficile per me. Continuai a ballare ininterrottamente con Stefan. Vidi Matthew alzarsi all'improvviso e venirmi incontro.
-Fratellino, posso rubartela per un ballo? Prometto che farò il bravo-lo disse sorridendo maliziosamente. Stefan lo squadrò e mi guardò.
-A te va bene, Jane?-. I loro occhi erano puntati su di me ,ora. Il groppo in gola era solido e resistente.
-Sì, certo nessun problema- biascicai imbarazzata e parecchio impaurita. Stefan mi squadrò, poco convinto della mia affermazione. Ma alla fine si congedò e andò dal padre, ero rimasta sola con lui.
La terza danza si sarebbe aperta presto. Ero nel panico. Ci scrutammo in silenzio, senza proferire parola. A volte, il potere di uno sguardo induce ai desideri più oscuri e profondi del nostro essere. I suoi occhi verdi smeraldo erano su di me, sulle mie labbra e sembrava aspettasse una mia reazione. Non la ottenne. Fece un passo avanti e con abilità e velocità, mi prese per i fianchi, sollevò la mia mano destra e cominciò a giocherellarci con pollice. Le sue mani possenti, erano qualcosa di irresistibile, imparagonabile. Il suo tocco mi provocò un brivido che mi percorse la schiena, per arrivare direttamente nella pancia. Non distolse lo sguardo dai miei occhi per un secondo. Quando le danze cominciarono, intrecciò le sue dite sulle mie piccole e esili.
La danza era una tipica tradizionale del luogo. Arrivando al casquè, avevo paura mi lasciasse cadere. Notò all'istante la mia insicurezza.
-Non credevo avesse così poca fiducia in me-. Lo guardai con occhi sbarrati: era pazzo?! Si rendeva conto di quello che aveva fatto? Mi aveva trattato male sin dal primo giorno che ci incontrammo. Mi odiava. Come io odiavo lui. Non so neanche il motivo per cui continuavo a ballare con lui.
-Dunque? Avete intenzione di rispondermi o dissimulare che io non esista?-mi stuzzicò.
-Devo dirle, Mr. Johnson, che è in errore. Non sono arrabbiata con lei, semplicemente la odio- con quella contro battuta, le danze si conclusero .
-Posso sapere che cosa ha in particolare contro di me, Miss Jane?-mi domandò irato. Fece un passo avanti, e invece di indietreggiare, anche io lo feci.
-Mi creda, sono certa lei lo sappia. Mi ha odiato sin dal primo momento che ci siamo incontrati e non ha fatto altro che ostacolarmi e farmi del male. Non mi vuole tra i piedi. È chiaro-. Seguì un silenzio di tomba incolmabile. Ma non si arrese.
-Credete la odi, Miss Jane? Beh, le davo dare ragione. La odio con tutto me stesso. Siete solo una ragazzina come un'altra-. Mi sussurrò quelle gelide parole nell'orecchio.
-Ma sappiamo entrambi che lei non mi odia. Sappiamo entrambi che lei è attratta da me-. Lo guardai allibita per ciò che aveva appena detto. Era pazzo. Ora ne ero sicura. Ne avevo la certezza. Pensava davvero che fossi attratta da uno come lui? Da lui?!Assunsi un'espressione divertita, sarcastica e non gli risparmiai nulla.
-Sono molto sollevata al riguardo Mr. Johnson, perché la prima impressione che mi ha fatto, è stata orribile e mi ha fatto pensare subito che lei sarebbe stato l'ultimo uomo sulla Terra con cui sarei mai potuta stare." gli voltai le spalle e mi diressi da mia madre. Volevo andarmene da lì.
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Romance[IN CORSO] *È presente linguaggio volgare* 1820 Jane Carrington, la più grande delle sue sorelle deve entrare in società nella stagione d'oro di Londra. È una donna determinata e forte, grazie anche alla morte del padre. Non ne vuole sapere della...