Mi richiusi la porta alle spalle e mi accasciai a terra. Avvertii un senso di libertà, di sollievo. Ricominciai a respirare e i miei battiti cardiaci ripresero normalmente. Quell'uomo era talmente ripugnante e vergognoso, ma allo stesso tempo così romantico e attraente, da fare spavento.
Chiusi lentamente le mie palpebre pesanti e sicuramente stanche.
Rimasi così per qualche minuto, che mi sembrarono ore o addiritura giorni.Ad un tratto, sentii bussare con determinezza alla porta. Stravolta e molto stanca, mi alzai faticosamente e aprii.
-Miss Carrigton, mi permetta di invitarla nel nostro Cottage a cacciare, l'indomani. Sono più che sicuro che a Miss Levopont farà molto piacere. La farrò venire a prendere dalla carrozza familiare. A domani -
Mr. Johnson concluse la sua conversazione, lasciandomi impotente di replicare. Si voltò e rimontò in carrozza. Mi lasciò esterefatta e parecchio scossa. Mi rinchiusi nuovamente la porta alle spalle e mi diressi nella mia stanza, dedicandomi alla lettura e a riflettere su quanto era appena accaduto. Non era possibile che mi avesse invitato nel suo Cottage, con la sua futura moglie.Cercavo di concentrarmi sulle lettere, sulle parole e sul significato delle frasi.
Ma niente e nessuno poteva distorcermi da quello che sarebbe accaduto l'indomani.
Quella sera, feci fatica a respirare e a dormire. Continuavo a girarmi e a rigirarmi tra le lenzuola, cercando di chiudere gli occhi. Ma nella mente, era impresso soltanto lui.
Quel sorriso che mi fece provare emozioni indescrivibili, ma allo stesso tempo che mi fece infuriare.
La notte trascorse lentamente, torturandomumi, ora dopo ora.Quella mattina, scesi in sala da pranzo a fare colazione il prima del previsto.
O meglio, di quando Elle avrebbe dovuto svegliarmi. Anche lei si meravigliò. Mangiavo il più possibile per rimanere attiva e non riflettere che tra qualche ora, sarei dovuta andare in un Cottage, di cui il giorno prima non sapevo nemmeno l'esistenza.-Signorina, la vedo un po' nervosa... Sta bene?- mi chiese Elle mentre maneggiava con i piatti.
La sue parole mi fecero riflettere un attimo .
-Sí, sto bene. Tra poco dovrebbe arrivare la carrozza di Mr. Johnson e portarmi al suo Cottage di caccia. Con sua moglie-aggiunsi senza fiato. E non solo perché lo avevo esaurito, ma anche perché non respiravo. Continuavo a sorseggiare il thè, fissando un punto fisso sulla parete e incentrando tutta la mia rabbia, tutto il mio rancore su quel maledettissimo punto.Il suono del campanello mi colse di sorpresa, saltando in piedi e lasciando cadere la tazza e frantumandola in piccoli pezzettini.
-Signorina! Andrà tutto bene, si calmi ora! - mi urlò Elle nel modo più premuroso. Presi un bel respiro, mostrai il mio sorriso a trentadue denti e mi presentai all'ingresso, mentre Colman faceva entrare Mr. Johnson. M'illuminai incontrando i suoi occhi, quello sguardo tra il fugace e il misterioso.-Buongiorno, Mr Johnson. Lieta di rivederla-m'inchinai e lui fece lo stesso, abbozzando un sorriso quasi impercettibile.
Mi offrì il braccio e gli strinsi il mio attorno al suo. Quel lieve tocco, alimentò la mia trepidazione, ormai incessante. Mi aiutò a salire in carrozza e con mia sorpresa non vi trovai Miss Levopont. Si sedette di fronte a me e lo vidi esitare a parlarmi. Guardavo dal finestrino e il paesaggio era così inspiegabilmente mogio, ricoperto da un fitto strato di nebbia e freddo pungente. I miei occhi, ogni tanto, ritornavano sul suo corpo scolpito.-Ho qualcosa di sbagliato, Miss Carrington? - mi chiese divertito.
Quindi lo aveva notato.
-No, assolutamente nulla Mr. Johnson. Non ha nulla di cui preoccuparsi- balbettai."Accidenti a te, Jane"mi ripetei.
Improvvisamente, cominciò a piovere e le piccole gocce irrilevanti che cadevano inizialmente sul tettuccio della carrozza, si trasformarono in un vero e proprio acquazzone. L'acqua sgrondava dai finestrini, le ruote scivolavano e facevano fatica a procedere sulla ghiaia. Il cocchiere continuava ad urlarci di tenerci forte ai sedili, mentre cercava di trattenere i cavalli, che erano usciti di testa.
Mi tenevo stretta con le unghie ai sedili, mentre Matthew sembrava perfettamente a suo agio. Come era possibile, che rimanesse serio anche in quella situazione?
La mia fronte andò a sbattere sul finestrino e lanciai un piccolo urlo.
Faceva davvero male quel taglietto.
Appena me lo provacai, Matthew mi saltò addosso e mi cinse col suo corpo.-Sta bene? Mi faccia dare un'occhiata-mi chiese stranamente in modo gentile.
Acconsentii e mi sfiorò la ferita con le sue dita.Brividi in tutto il corpo.
Sussultai per il dolore e per l'eccitazione.
Perché mi provocava quell'effetto? Perché aveva accettato la proposta di Miss Levopont?
Esitavo a dirgli ciò che davvero provavo, per sentirmi rifiutata. Per sentirmi respinta. Per sentirmi dire di no.
E allora per quale accidenti di motivo ero lì con lui?! Per farmi soffrire? Per farmi stare male e osservare lui vivere felice con un'altra donna?
No.
Proprio no.Mi ritrassi dal suo tocco e decisa, urlai al cocchiere di fermarsi. La carrozza frenò d'improvviso, e non appena si fermò scesi furiosamente. La pioggia e le gocce fredde mi sovrastarono. Cominciai a correre e a cercare di non scivolare nell'erba bagnata.
Inciampai su un sasso e caddi a terra. Non volevo rialzarmi. Non potevo. La tristezza è la rabbia si impossessò di ogni fibra del mio corpo. Utilizzai questo per rialzarmi e voltarmi. E ritrovarmi davanti lui.
Fradicio e completamente mozzafiato. La camicia era zuppa e gli si intravedeva il petto e i muscoli.La rabbia ebbe la meglio su di me.
-Perchè si ostina a credere che continuerò a seguirla? Che continuerò a dissimulare ogni mio inutile e banale sentimento?! - gli urlai.-Io non mi ostino a credere a nulla, Miss Carrington-tagliò corto. Quella parte fredda di lui riaffiorava.
-Certo, come no. - sbuffai irritata.
-Lei non ha idea di quello che credo e di quello che provo. Lei non ha idea di quanto lei in questo momento mi faccia uscire di senno-ad ogni affermazione avanzava verso di me. E ad ogni affermazione, rimanevo sempre più sbigottita.-Lei non ha idea di quello che provo per lei -.Mi si avvicinò all'orecchio
-E lei non ha idea di quello che in questo momento vorrei farle- mi sussurrò.Il suo lieve sussurro mi fece sciogliere.
Senza esitare, gli presi il viso tra le mani e lo baciai, ignorando la pioggia e il freddo che ci avvolgeva.
Voleva sempre di più, lo capivo da come mi cercava, da come aveva bisogno di me.
E io avevo bisogno di lui..

STAI LEGGENDO
ALL YOU NEED
Romans[IN CORSO] *È presente linguaggio volgare* 1820 Jane Carrington, la più grande delle sue sorelle deve entrare in società nella stagione d'oro di Londra. È una donna determinata e forte, grazie anche alla morte del padre. Non ne vuole sapere della...