|CAPITOLO 2-JANE

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(REVISIONATO)

Non respiravo. 

Non riuscivo a emettere un suono.

Il mio abito era splendido, la mia capigliatura era perfetta per non parlare del mio viso ben curato da Elle. 

Ma non riuscivo a respirare. Per il corpetto? Probabile. Per l'ansia e lo stress? Azzeccato.

-Sei perfetta tesoro. Un vero fiore d'oro!-. La guardai. Il mio sguardo trasmetteva paura, pietà. 

Quello non era il mio mondo. Non lo era mai stato. E mai lo sarebbe stato.
Scesi le scale e incontrai Mary Luisa che dipingeva. I suoi quadri erano divini, senza ombra di dubbio sarebbe diventata una pittrice di grande talento.                                                                                                           
-Luisa, è splendido!-. Distolse lo sguardo dall'opera e mi esaminò da capo a piedi. 

-Per niente male, sorellina. Sono certa che farai colpo!-. Era proprio quello che non desideravo. Che c'è di male del morire zitella?

La ringraziai e mi fermai ad osservare la nostra splendida dimora. Solo una parola: casa. Non in senso architettonico, ma in senso confortevole. Amavo quella villa. Era sempre stata parte di me. I miei fratelli erano in centro per commissioni, a parte mio fratello Mark, che avrebbe accompagnato me e mia madre al grande ballo. Entrai nella carrozza con fatica. "Odio queste stupide scarpe!" pensai sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

**********
Mentre eravamo in viaggio, osservavo il paesaggio che ci circondava: immense praterie e colline verdi smeraldo brulicavano di fiori e di vita e a fianco sorgevano piccoli villaggi. 

Sapevo che era quella la vita che mi apparteneva realmente.                                                                                  La campagna, la libertà la natura, l'essere me stessa... E invece ci dirigevamo nell'oro della capitale e nei quartieri lussuosi di Londra, dove le persone erano succubi delle frivolezze e dei balli insignificanti stagionali. Mia madre continuava a blaterare e a
lamentarsi dei vicini e di quanto poco fossero eleganti ed educati.                                                                                                                                  
-Per non parlare della Signora Finnigan! Hai visto caro, quanto è brutta sua figlia? Povera ragazza, credo che rimarrà sola a vita. Penso che il loro ceto...-. Distolsi l'udito dalle conversazioni poco gradevoli di mia madre e mi concentrai sull'ambiente di città. I primi scalpitii di cavalli delle carrozze erano più frequenti, notai sempre più ville e palazzi, e presto superammo la Grande Piazza, che pullulava di persone al mercato e nei negozi. Entrammo in una piccola via dietro il Parco San Feel ed eccola lì. Una grande e imponente abitazione signorile, si proiettò dinanzi a noi. Un grande cancello nero circonstanziato di piccole rosa era aperto, e questo ci permetteva di notare tutte le carrozze e le persone che entravano e uscivano fermenti, come se l'unica cosa importante al mondo fosse quel maledetto ballo. 

Notai un baronetto scendere dalla sua carrozza e correre incontro a una giovane donna, con un vestito a tema fiorito spettacolare.                                                                                                                                              
-O cara, tutto questo è semplicemente meraviglioso! Vero, mio caro Mark?-.
-Un grande ballo, madre-. Sentii una nota di sarcasmo nelle parole di mio fratello. 

Finalmente, scesi da quella carrozza infernale. Mio fratello mi prese sottobraccio e ci avviammo all'interno della splendida dimora. Il giardino era decorato per l'occasione, e milioni di rose rosa e rosse risplendevano sotto i nostri occhi. Varcai quella porta , consapevole che sarei diventata una di loro.

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