|CAPITOLO 21-MATTHEW

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Era felice che mi sposassi.... Era quindi vero quando mi disse a quel ballo che mai al mondo sarebbe stata la mia compagna.

L'avevo fatto per lei. Non potevo più starle vicino. Le avrei fatto solo del male col mio egoismo e con la mia cattiveria.

Il mio vero me stesso l'avrebbe portata a fondo con lui.
E quindi tutti voi vi starete chiedendo la domanda fatale.

Sí, probabilmente la amavo. Era una donna intelligente, scaltra, determinata, forte, coraggiosa... Potrei continuare all'infinito.

Ma non potevo essere egoista con lei.

E mai avrei potuto diglielo.
Quando Miss Levopont mi diede l'invito da consegnarle esitai, ma dovevo farlo comunque non avevo altra scelta.
Miss Levopont, o Jisel, mi obbligò a darglielo di persona e non voleva sentire scuse o no.
L'avrei fatto e basta.
Odiavo i suoi modi, il suo atteggiarsi e il suo modo di socializzare.
Ma del resto, avrei dovuto accontentarmi.

Non volevo assolutamente sposare quella donna. Non era nemmeno degna di un titolo come Lady Johnson.
Ma dovevo farlo per me, per mio fratello e per rendere fiera la madre che non ho più. Ma sopratutto, per lei.
Per Jane Carrington.
Per mandarla il più lontana possibile dal mostro che ero.

Quando arrivai a Villa Carrington, la incontrai nella grande prateria. Indossava un semplice abito sul marrone cioccolato, che nonostante fosse stato semplice le donava alla perfezione.

Dopo le sue parole, dopo la sua felicità per il matrimonio ero deluso. Speravo che provasse a fermarmi. Ma non lo fece. Ma che cavolo pretendevo?

Me ne andai amareggiato e soprattutto arrabbiato, cazzo.

Molto arrabbiato.

Decisi di passare in periferia, da Barton. Era un mio vecchio amico di lunga data.Faceva box con me. Fu lui a prepararmi per i miei primi incontri sul ring vero e proprio. Era il mio maestro.

Scesi da cavallo e entrai nel grande edificio spoglio e grigio, privo di una vera e propria personalità.

Era rimasto tutto come lo avevo lasciato: c'era tutto il materiale, gli spalti e il grande ring al centro della sala enorme.

Era poco ciò che c'era, ma l'essenziale.

"Guarda, guarda chi si rivede... Matthew Johnson. Che accidenti ci fa qui il borghesino di Londra?"rise sotto i baffi.
"Barton,amico mio" lo abbracciai e ci demmo qualche pacca sulla spalla.

"Dove sei stato tutto questo tempo? A trovare una Miss da sposare?" mi chiese ridendo mentre maneggiava e disponeva dei sacchi da box.
Lo vidi andare a prendere una bottiglia di buon Whiskey del 1803.

Me ne versò un po' su un bicchierino e me lo posò davanti. Era ancora in attesa della mia risposta.
"Mi ci vedi Barton in quelle cazzo di sale da ballo? A corteggiare, a ballare come un coglione, a scegliere la migliore tra loro... Pff, che vadano a quel paese sia i balli, sia le Miss morte dietro a noi uomini" con questo presi il whiskey e lo bevvi tutto in un sorso.

Cavolo se era buono.

"L'alcol fa dimenticare" pensai. Presi la bottiglia e me ne versai ancora.

"Per non parlare dello sguardo pietoso e deluso di quel mostro del mio padrino" risi per non piangere e bevvi ancora.

E ancora.

E ancora.

Gli raccontai di tutto quello che era successo. Jane, Stefan, il lago, Miss Levopont...

"Ahhh, Matthew. Sei cotto. E ti sposi con una come Miss Levopont? Nah, tu sei fuori..." lasciò in sospeso quella frase, bevve del whiskey e si sporse all'indietro per poter vedere meglio la mia reazione.

"Che cazzo ne so... Forse lo faccio per lei o semplicemente per me stesso.Ahh,che grande cazzata." bevvi e risi ancora.

La testa mi girava furiosamente e la vista mi si offuscava pian piano.
"Ah, Matthew, Matthew.... Domani ne riparliamo. Ora dormi, che sei un cesso" mi guidò a un divano malandato appena dietro alla grande sala. Mi ci buttai letteralmente e m'addormentai di sasso.

Era distesa sull'erba a contorcersi dalle risate. Gli ero affianco mentre le raccontavo un po' di battute e barzellette. I suoi capelli lisci erano ben posizionati sulle spalla destra e il suo viso era semplicemente strabiliante. Gesticolava con le braccia in cielo per imitare le forme delle nuvole in aria. Aveva una fervida immaginazione quella ragazza. Mi appoggiai su un lato per ammirarla meglio.
Le sfiorai un braccio e glielo baciai con estrema delicatezza.
D'improvviso, si girò verso di me.
"Che c'è"mi chiese turbata.

Mi svegliai di soprassalto alzandomi terrorrizzato.

Merda.

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