|CAPITOLO 27-JANE

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Ero così arrabbiata con me stessa che non appena arrivai a casa scoppiai in un pianto isterico. Ero completamente a pezzi. Sia fisicamente ,che mentalmente.

Avevo rischiato di compromettere l'onore della mia famiglia. Non ero più pura. L'amore immenso per lui era proibito e orribile. Quella stessa sera, ci sarebbe stato il ricevimento matrimoniale a cui però non avrei di certo partecipato. Ero così distrutta, così consumata e irrimediabilmente ferita che inutile dire che mi ritirai nelle mie stanze per ore e ore, che si trasformarono in giorni, settimane.

Settimane a urlare per la frustrazione e per il dolore.

Perchè erano settimane che non vedevo e non ricevevo nessuno. Nemmeno Stefan, che era venuto un paio di volte a chiedere a Elle come stessi.

Riposo. Ecco la prescrizione del medico di famiglia che era venuto qualche giorno dopo il mio crollo emotivo. Passavo i giorni sotto le coperte, a fissare la parete o a leggere. La mia istruzione non era certo stata compromessa. Scrivevo lettere su lettere, leggevo libri di tutti i generi in latino e greco. Mia madre ci teneva che avessi la migliore istruzione.

Giorno dopo giorno, realizzavo che comportarmi in quel modo non faceva altro che ributtarmi a terra, per questo cominciai a fare la prepotente. Combattevo contro me stessa, contro i miei sentimenti che schiacciavo, che gettavo, che calpestavo e che di certo non risparmiavo.

Urlavo. Molte volte anche nella notte. Squarciavo il silenzio della villa. Mia madre correva in mio aiuto, ma inutilmente. Non le raccontai mai quello che avevo fatto. Che avevo fatto l'amore con un uomo in procinto di sposarsi. Con l'uomo che all'epoca amavo. E che fui costretta a respingere duramente.

Mi rassicurava e mi cullava. Ma non serviva a molto.

Dopo qualche settimana stavo molto meglio. Ricominciai a uscire e a fare qualche passeggiata con Juliet. Non le raccontai nulla. Le dissi che ero stata male a causa della febbre alta. Non volevo metterla a rischio a causa dei miei segreti indecenti. Non ero ancora andata da Stefan per paura di incontrare lui. Avevo deciso che per me Mr. Matthew Johnson non era mai esistito. Proprio per questo non lo nominavo mai. E se sentivo il suo nome, lo ignoravo completamente. Mi ero ripresa. Ero molto più forte di prima e vederlo non mi avrebbe causato alcuna reazione. Lo avrei soltanto penetrato coi miei occhi freddi e distaccati, diventati così a causa sua. Non me ne sarebbe importato molto di lui. Ma preferivo comunque non vederlo, per paura che sarebbe venuto da me a parlare.

Andai da Stefan e con mio grande sollievo scoprii che Matthew era alle prove matrimoniali con Miss Levopont. Passai un meraviglioso pomeriggio soleggiato e caldo con Stefan al lago.

Ridemmo e scherzammo da perdere il fiato. Ero tornata finalmente felice dopo molto tempo. E scoprii tante nuove caratteristiche della vita di Stefan che nemmeno potevo immaginare. Ci riavvicinammo moltissimo. Tanto che m'invitò al ballo di fine stagione. Fui molto fortunata poichè in tutto quel periodo non incontrai mai Mr. Johnson, anche se presto lo avrei visto in compagnia della sua quasi mogliettina.

Quella sera mi preparai con l'aiuto solito di Elle e mia madre. Indossai uno straordinario abito verde chiaro, interamente ricoperto di brillantini e paiette di qualunque sfumatura di verde possibile. Uno lungo strascico accompagnava alla perfezione la gonna. Il corpetto era senza spalline ed era abbinato un copri spalle di seta leggera stupendo. Era tutto perfetto.

Non appena lo indossai, mia madre iniziò a piangere di gioia e riempirmi di sciocchezze come "Sei magnifica", "Questa è la tua serata" e così via. Insomma, una vera e propria sciagura. Le mie sorelle erano incantevoli e anche mia madre; Elle mi continuava a rassicurare nonostante fossi tranquilla come al solito. Anche troppo tranquilla, purtroppo.

Le carrozze più belle erano state preparate il giorno prima e la villa era in fermento da quasi una settimana, ora più che mai.

-Tesoro, desidererei parlarti in privato-mia madre mi colse di sorpresa mentre parlavo con Elle.

-Certo-.

Mi portò in un piccolo angolo del nostro rigoglioso giardino e mi sedetti nella nostra panca preferita di marmo pregiato. Era la preferita anche di papà. Mia madre era parecchio tesa e lo si poteva notare a centinaia di miglia di distanza.

-Tesoro, tu sai che la stagione finirà stasera, vero cara?- mi prese la mano tra le sue, guardandomi ancora emozionata per prima.

-Certo che lo so- le rispose prontamente sorridendole.

-Bene...So che passerai la serata in compagnia di Mr. Stefan. Ne sono entusiasta e se ti chiederà la tua mano Jane, sarò lieta di acconsentire la vostra unione-. Non respirava più, me lo disse tutto d'un fiato.

Rimasi sbigottita per un attimo, in cerca delle parole giuste per comunicarle che non avrei mai sposato Stefan. Ma forse aveva ragione... Dopotutto, Stefan e io eravamo ottimi amici e lui ha sempre ricambiato qualcosa per me. A pensarci avrei passato il resto della mia vita con una persona che davvero mi piaceva e che in qualche modo mi avrebbe soddisfatta. Quindi sì, perchè non avrei dovuto accettare la presunta proposta di Stefan.

- Madre, sono certa che questo non avverrà. Mr. Johnson per me è solo un buon accompagnatore. Tutto qui- la rassicurai, cercando di non nominare la proposta.

-Mia cara Jane, io ho notato come passate il tempo assieme e come i vostri occhi si incontrano. Sareste perfetti. Credimi-. Mi sorrise e mi abbracciò, rifilandomi ancora una volta le frasi famose da madre premurosa.

Ci alzammo e mi diede qualche consiglio su come affrontare la serata al meglio.

Nonostante i suoi bizzarri comportamenti, volevo davvero molto bene a mia madre e in quel momento, desideravo più di qualunque altra cosa che mio padre fosse lì.

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