|CAPITOLO 16-MATTHEW

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(REVISIONATO)

Quella ragazza mi fece provare emozioni che non sapevo nemmeno di avere. Cazzo.
Si staccò d'improvviso da me e mi guardò in cagnesco, disorientata .
Pensavo lo volesse anche lei.
Ma che cavolo stavo dicendo? Riposai lo sguardo sul suo visetto dolce. Stava piangendo. Le andai vicino e l'abbracciai.

Si divincolava tra le mie braccia, cercando di liberarsi.
-Ehi, ehi. Guardami. Calmati, ehi-.
Le appoggiai una mano sulla guancia destra :era fredda, ma morbida e delicata, come lei.
Il mio gesto la calmò. La sua mano prese la mia. Mi avvicinai ancora di più al suo viso, nel modo più calmo possibile.

Era come una piuma: delicata e fragile, ma si celava in una maschera di forza.

I nostri occhi non si distaccarono un secondo. Le cinsi la vita con le mani.
Sussultò per la sorpresa del mio tocco, ma non reagì. Continuò a guardarmi, in attesa della mia prossima mossa.
Appoggiai le ginocchia sott'acqua, toccando il fondo.
Non mi guardava più. Si osservava attorno.
Era terrorizzata, lo lessi nei suoi occhi.

Le scostai la sottoveste al livello della pancia e cominciai a lasciarle una scia di piccoli baci.
Cominciò a sospirare ansiosamente.
Col pollice, partii dalle labbra e scesi al collo, per poi continuare a tracciare piccoli cerchi sull'addome.
Finalmente mi riguardò. Era sorpresa e alquanto soddisfatta.

-Mr. Johnson- mi chiamò.
Mi rialzai e le sorrisi.
-Si?-.
-Non pensa sia eccessivo e inappropriato il nostro comportamento?- mi chiese in preda all'agitazione.
Non risposi.
-Mi sento fuori luogo e penso di non essere mai stata così confusa in tutta la mia vita- mi confessò.

Dovevo lasciarla da sola. Dovevo lasciarla riflettere.
In silenzio, ritornai a riva e mi rivestii. La guardai nuotare verso la spiaggia, ancora con le lacrime agli occhi.
Non sapevo di aver bisogno di una ragazza come lei. Così fragile e così forte allo stesso tempo.
Così bella e magnifica.
Così dolce e prepotente e testarda, come me.
Eravamo simili. Simili che si riconoscevano in una vita come questa. Non potevo credere di essermi innamorato della ragazza che più odiavo.
Maledetta Jane e la sua perfezione.

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