|CAPITOLO 29-MATTHEW

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-Mr. Johnson, tutti avranno occhi solo per noi, ne sono certa. Ha visto che splendida gonna che ho comprato ieri? Oh, dovrebbe proprio vederla. E' di un tessuto....-.Miss Levopont non faceva che stressarmi con le sue inutili novità da donne così insignificanti da quasi una settimana, ormai. Sopportavo come non avevo fatto con nessun'altra donna prima. Tacevo, sorridevo e annuivo. Mi squadrava a volte, ma sembrava comunque la donna più felice al mondo con me.

Continuavo a ripetermi che forse non era così male. Che mi sarebbe potuto capitare di peggio.
A volte per tranquillizzarmi, pensavo che presto ci saremmo sposati e che avremmo condotto vite separate dopo. Io avrei viaggiato e lei si sarebbe occupata della casa. Me ne sarei andato il più lontano possibile, come daccordo con Mr. Carrington. Ripensavo ancora a quella sera. Quella sera orribile, dove davvero mi sentii un mostro.

Le parole di Miss Levopont mi attirarono di nuovo nel mondo reale.

-Stasera sarà presente anche Miss Carrington. Si dice che non si vede in giro da un bel po' di tempo. Beh, non si è nemmeno presentata al nostro ricevimento. Non posso ancora crederci, caro-appuntò infine Miss Levopont.

Rimasi a bocca aperta. Non si vedeva in giro da quella volta. Non ero andata a trovarla per via del nostro accordo: "come se non fosse successo nulla tra noi". E così feci. Forse in quel momento mi considerava uno sconosciuto ,oppure una persona orribile e aveva ragione.

Sapevo che era stata al male, ma non al punto di non uscire più. Ero così tentato a scusarmi con lei, ma Mr. Carrington era stato esplicitamente chiaro: non avrei mai più rivisto i Carrington in tutta la mia orribile e sfortunata vita, come mi aveva definito lui. Il paesaggio buio e brulico di fiori e campi trascorreva dinanzi alla finestrella della carrozza. Le parole di Miss Levopont si affievolivano e quella sera ritornava a galla tra i miei ricordi.

FLASHBACK
-Matthew, caro, ora vado  da mia madre. Ci vediamo l'indomani con la scelta del dolce. Arrivederla.- . Miss Levopont e il suo orribile abito mi svolazzarono davanti per salutarmi e digerirsi verso la porta.

-Arrivederla- tagliai corto. Mi sorrise e se ne andò. Nonostante mi irritasse molto il suo comportamento, avevamo trascorso un pomeriggio tranquillo e gradevole. Sarei sicuramente riuscito a farmela piacere in qualche modo, dato che avremmo avuto una vita davanti.  Ero seduto sul sofà a leggere un buon libro quando d'improvviso due forti colpi alla porta mi sorpresero. Era molto tardi. Controllai l'orologio a pendolo preferito da mia madre: le undici e mezza. "Molto strano" pensai. Sobbalzai e mi ricomposi prima che Jefferson facesse entrare il misterioso ospite. Mi alzai in piedi in segno di rispetto e vidi l'uomo entrare. Lo riconobbi all'istante: Mr. Mark Carrington, il fratello di Jane.

Ci inchinammo e lo scrutai meglio:i suoi occhi erano sui miei ed erano infuriati, pieni di rancore e rabbia irrisolta.
Il primo pensiero che mi passò per la mente fu che ebbe scoperto tutto e che era lì per uccidermi.
Deglutii per tranquillizzarmi e prepararmi alla morte. Gli feci segno di sedersi e accomodarsi, ma per risposta non ricevetti assolutamente nulla. Solo un accenno di un "no" implicito. Questa mi metteva ancora più in ansia e paura. Un silenzio lungo e assordante, non poneva fine al nostro evidente imbarazzo. Lui sembrava turbato e parecchio stanco. Sembrava volesse iniziare una conversazione, ma continuava ad esitare.
- Desidera un buon the, Mr. Carrington?-gli chiesi sperando di allentare la tensione brusca.
-Come osa nominare il mio cognome ,dopo tutto quello che ha fatto alla mia povera e indifesa sorella?!-sbottò energumeno. Mi accomodai sulla poltrona, accettando la situazione vergognandomi a morte. Nonostante questo, assunsi un'espressione molto seria e dura, arricciando il labbro inferiore.
-Non so di cosa lei stia parlando-. Le parole mi uscirono di bocca senza il consenso della mente. La situazione si metteva male. Molto male. Per quale diavolo di motivo avevo mentito così spudoratamente.
-Non faccia il finto tonto. Sa benissimo di cosa io mi stia riferendo. Ha disonorato la nostra famiglia e si è approfittato di Jane. Come può ancora guardarsi allo specchio dopo quello che ha fatto?-mi puntò il dito contro esasperato e così arrabbiato da volermi impiccare, ne ero certo. Feci un gran sospiro e mi alzai in piedi. Gli andai vicino e a quel punto non sapevo più che fare.
Così fece tutto la mia bocca.

-Mi dispiace molto. Lei non ha idea di quanto mi dispiaccia. Sua sorella è la donna più bella e aggraziata che abbia mai conosciuto. E io l'ho rovinata. Per sempre. Vi ho disonorato, ne sono consapevole. Quindi vi prego, vi prego ditemi cosa posso fare per farmi perdonare in qualche modo-.
Mi squadró da capo a piedi disgustato.

-Lei non verrà mai perdonato. E date le circostanze dovrebbe andarsene e non farsi più vivo. Non vedrà mai più mia sorella e non farà più visita alla nostra dimora. Per lei i Carrington non sono mai esistiti. E preghi che Miss Nelson non dica nulla a nessuno. E soprattutto, preghi che la mia terribile rabbia non mi faccia parlare e disdire il suo matrimonio. Verrà rovinato così. Sa, ora mia sorella sta malissimo. Non oso immaginare cosa voi abbiate fatto dopo il famoso bacio al lago-continuava a gironzolare per la stanza molto innervosito. Fece per andarsene senza salutare.

-E la smetta di fare il cane bastonato: è un mostro e questo non la cambierà- mi lanciò uno sguardo d'intesa e uscì dalla porta ancora più imbestialito di prima. Ero sconvolto. Ma soprattutto arrabbiato con me stesso. Non l'avrei davvero più rivista. Mai più. Non potevo nemmeno avvicinarmi e sarei dovuto andarmene non appena sposato. La mia vita era rovinata per causa mia. Dovevo pagare il prezzo delle mia azioni. Dovevo sfogarmi. Afferrai il libro posato sul tavolino a fianco alla poltrona e lo scaraventai contro il muro. Diedi un calcio al tavolino e lo buttai a terra. La mia collera era al massimo e non sapevo come disfarmene.

-Caro!Siamo arrivati! Le hanno mai detto che è davvero carino quando dorme?-.
Le parole che Miss Levopont cominciarono a farsi sentire. Mi svegliarono appena arrivati. Mi guardai attorno ancora un po' confuso e le sorrisi, cercando di farle capire di stare bene. Scesi dalla carrozza presi la mano di Miss Levopont e la feci scendere.
Sarebbe stata una lunga e terribile serata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 24, 2021 ⏰

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