SASHA
"Ce la posso fare", vorrei dirmi. Ma quello che sto continuando a ripetermi è solo "Comportati bene e fai l'educata". Ma l'unica cosa che ora mi riesce bene è guardare altro e non lei, sbuffando e accavallando le braccia.
<<Come mai...sei qui?>> mi chiede lei composta, con il suo abito a tubino bianco e i tacchi bassi dello stesso colore.
<<Per un amico. Devo prendere i documenti e le chiavi>> replico con negligenza risistemando per la terza volta le maniche della camicia bianca. Il tacchettare delle sue scarpe mi irrita, che al contempo mi rattrista, data una vita che non vedo mia zia.
Ritorno a guardarla, è così elegante, così bella, non è cambiata tanto quindi non mi sorprende che si vesta ancora così.<<Come stai, zia Annie?>> si volta verso di me con un gran sorriso, e il suo sguardo dolce mi riempie il cuore di falsità e odio.
<<Molto bene tesoro, tu invece come stai?>> mi fa segno con la mano di venire e raggiungo il tavolo dove sono poggiati i fogli e lo scintillante mazzo di chiavi. Non decido di prenderli ancora, voglio aspettare il suo permesso.
<<Bene...>> la casa è immensa ora che ci penso. Ero occupata a guardare mia zia, piuttosto che studiare le bellezze che ci sono qui dentro.
<<Sasha, la casa non c'entra, però voglio parlarti ugualmente>> stringe le mani tra se e rimane a guardarmi per una risposta.
<<Non posso, devo andare, ho una riunione con delle persone>> fingo, ma sono certa che abbia capito l'intenzione della mia bugia. Voglio in tutti i modi svincolarmi da questi discorsi, fatti di stesse parole e stesse promesse (non mantenute ovviamente), perciò non ho bisogno di ascoltare niente, niente per cui possa portare il mio dolore all'estremo di quello che è già.
<<Capisco, ma non fuggire così, di fretta e furia...>> il tono cambia, è serio, e i suoi occhi si chiudono in piccole fessure <<...sai bene che una volta per tutte dovrai affrontare tuo padre come si deve. La cena è tanto per, non serve per riconciliarci, tranquilla>> non le credo, il modo in cui finge lo riconosco perfettamente.
Ti da le spalle e sistema la testa dritta, alzando di poco il mento.
I capelli corti e biondi scendono morbidi e ondulati sulle spalle, sistemati semplicemente con una ciocca dietro l'orecchio, e quel leggero trucco riprende tutte quelle orribili rughe che ha in faccia, nonostante siano tante e si intravedono lo stesso. Sorride falsamente e si sistema col sedere sul tavolo per appoggiarsi.Sospiro per non saltarle addosso, ma due mani prendono le mie, notando subito che sono di Robin, e Santiago che mi regge stretta a lui, d'istinto serro i pugni.
Mi libero velocemente, indicando a mia zia di raccogliere le cose che devo portar via.<<Posso?>> le chiedo con gentilezza e lei annuisce.
<<Ci vediamo a cena...mia cara nipote>> ...ci vediamo all'infermo...mia cara zia.
~
<<Ti avevo detto di non litigare con nessuno, spero non ci sia stato un omicidio?>> replica sorpreso Ash, vedendoci già da lui con tutto il necessario tra le mani.
Ho vinto, o abbiamo vinto, o quasi.<<Smettila idiota>> lo riprendo io con serietà e lui sbianca. Sembra più che sorpreso, ma io non voglio perdere tempo, voglio andare al sodo.
<<Che succede?>> chiede poi preoccupato con il suo tono profondo e freddo.
<<Voglio parlarti in privato>> mi dirigo fuori dalla stanza dell'ospedale e a ruota vengo seguita da lui, che respira frenetico.
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Lottando Per Averti || Vol.2
Romance{SEQUEL di Amami Per Sempre Capitano} ⚠️ Momentaneamente Stoppata⚠️ Sia lui che lei, mano nella mano, avrebbero lottato cercando delle risposte, o di avere insieme una possibilità di sopravvivere. Ma sappiamo perfettamente che il fuoco e l'acqua no...