• 17 - SASHA

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Una volta usciti dall'ufficio, sono andata ad aiutare Meghan con i soliti esercizi e poi dopo abbiamo spedito tutte al campo coi bersagli con me.

Pensare mi porta a stressarmi troppo, così decido di concentrarmi sugli allenamenti. Ma come al solito mi affiorano in mente tutto quello che ci siamo detti pochi minuti fa, aggiungendo un altro problema alla lista, dove Kim sfortunatamente è al centro di tutto questo casino, perché sarebbe l'ultima persona a cui non si debba nascondere niente. Sarò nei guai se gli nascondessi una cosa del genere, ma cosa dovrei mai fare?
Lo facciamo per tenerla al sicuro, per il suo bene...
Ma questo non risolve niente, perché con la sua intromissione non la batte nessuno.

Se Asher ci mandasse li per aiutarli? Dovrei prendere il controllo della nostra squadra, ovvero più o meno quella del nostro quartetto. Solo che mancano sia Kim che Sallie, e le altre non so dove siano.
Fortuna che alle mie spalle mi ritrovo Ryan, che con un gesto della mano mi accarezza la schiena per confortarmi.
Mi scosto leggermente dal suo tocco, ammirando con orrore la sua espressione maliziosa, di mali intenzioni.

<<Ryan puoi darmi il cambio, arrivo tra cinque minuti>> lo avviso io, continuando a guardarlo con disgusto.
Questo ragazzo allunga fin troppo le mani per i miei gusti, meglio dirglielo una volta per tutte.
Il mio sguardo però, non riesce a non spostarsi su di lui, che mi guarda di sottecchi da lontano, mentre suona il fischietto per far cominciare l'allenamento.
Man mano mi allontano e quando esco dal campo, corro subito verso gli elenchi che sono presenti nell'ufficio del dormitorio femminile.

*Da questo posto sembrano essere cominciati tutti i guai, che portano ad una meta ben precisa: la guerra che ha scatenato quel bastardo del padre dei fratelli Johnson. Quella fottuta lettera non spedita, e che ha permesso sia a Rocky e ad Asher, ma più quest'ultimo, di comprendere a pieno cosa gli passasse per la mente a suo padre, arrivando finalmente alla conclusione di sapere che è stata sempre colpa sua se siamo finiti per scontrarci su quel dannato campo. Mettere in disparte il bene che prova e credere a ogni suo dubbio che aveva sul padre. Ed erano tutti veri, portandolo a una cruda verità bollente. Si è rivelato una persona davvero credule, frantumando quel poco di speranza che Asher riservava su di lui. Lo ha messo alle strette molte volte, ma lui se nè liberato subito, raggiungendo finalmente quello che il padre riteneva debole. L'amore che cominciava a provare per Kim lo mandava in estasi, facendolo raggiungere quella felicità che lui credeva di non trovare più, perché bloccato dal suo vecchio amore.*

Gironzolo per la stanza, solo per il gusto di ricordare quei brutti momenti, ricordando che ne abbiamo, ne siamo usciti vivi ma con grandi perdite, almeno siamo riusciti a trovare momentaneamente la pace...
Sono in questa stanza per ritrovarla nuovamente, riunendo con me tutte le ragazze che si sono unite a noi sul fronte, vorrei che tutti imparassero che la guerra oltre che a portare dolore e tristezza, riesce anche a portarti gioia in una qualunque situazione che capiti, come ad esempio conoscere molte altre persone, che combattono per il tuo stesso motivo.

Quello che ho visto è che tutti noi ragioniamo facendo muovere prima di tutto le mani, prendendo il proprio fucile e sparando a chiunque avessimo di fronte, ma qui non esiste la legge dell'essere il più forte, ma solo la sopravvivenza.
Il sopravvivere dinanzi a tanta brutalità, perché quello che tutti i soldati si ripetono è proprio il "se io non uccido lui, lui ucciderà me".
Ma ogni soldato sa che niente finisce, perché OGNI GUERRA NE VIENE SUSSEGUITA DA UN'ALTRA.
Anche se si tratta di una banale missione, sarai sempre in un luogo di guerra, di odio, di paura... Come può un soldato scampare da tutto questo, se deve affrontarlo tutti i santi giorni?

<<Ahh...che Dio mi aiuti una santa volta>> ammetto nel silenzio, facendo rimbombare la mia voce in quella minuscola stanza.

<<Aiuta chi ne ha più bisogno, non lo sai?>> con fiacchezza mi giro verso quella voce morbida e dolce, dove io per tanto non riuscirei neanche ad imitarla, tanto dalla freddezza che c'è nel mio tono a causa del mio carattere insicuro verso tutti. Ashlee è sulla soglia della porta, che si regge sullo stipite con una spalla, incrociando le braccia e un piede dietro l'altro.

Lottando Per Averti || Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora