•13 - SASHA

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Stavo pensando di rimanere qui in Caserma, ma ora che ricordo ho chiesto a Kim di passare la notte da me.
La preoccupazione di tornare a casa cresce maggiormente, facendo così salire l'ansia.
Ma quello che affronto ormai da 12 anni sembra essere un inferno.
Quasi mi ci sono abituata, ma la verità è che mi sono veramente stufata. Le stesse cose che succedono, le stesse parole ripetute miliardi e miliardi di volte, le stesse litigate...tutti i santi giorni per 12 interi anni.

Quale pace dovrebbe esserci con tutti questi pilastri di infelicità che ho intorno?
Mi meraviglio della mia sopravvivenza in quella casa, che cerca di cedere e invece riprende sempre a crescere con l'armonia che c'è soprattutto in famiglia.

Un po' come la mia gioia, che cerca di arrivare ad un livello più alto...solo che dopo una spintarella dalla rabbia, dalla frustrazione, dal pessimismo...ricado in quella pozza di fuoco ardente, che tanto amo e mi protegge da chiunque. Scotta anche me, ma almeno sono libera di non veder nessuno.

<<Sergente, abbiamo finito gli allenamenti coi bersagli>> mi avverte una soldatessa, col fucile che punta al cielo.

<<Bene, ora preparatevi per la simulazione>> quella che tanto faticosamente ci fecero fare qui e...nella'altra Caserma.

'I corpi che trovarono dopo quelle sparatorie, coricati a terra in pozze di sangue, il loro stesso sangue, la puzza che emanavano, i colori della loro pelle che non sembravano più gli stessi. L'orrore di quelle immagini, le tengo stampate nella mente come fossero foto fatte sul momento. Quelle persone che cercavano di aiutare gli altri coetanei, stesi a terra perfettamente mentre tenevano ben salde le mani sui fucili. Sparavano senza limiti, senza nessun comando che li fermasse...ma c'era una cosa che li fermò, solo una. Fu quella bomba, quasi atomica da spiazzare via tutti. I soldati che cercavano di salvare altri soldati, venivano uccisi da altri soldati, che per di più era il nostro nemico. Quella Caserma, che più o meno nessuno si fa coraggio a pronunciare, rimarrà tra queste mura...o anche solo nelle nostre menti.'

<<S-sergente...>> mi richiama la stessa ragazza, che si ritrae non appena vede la mia postura cambiare. Mi raddrizzo, mettendomi sull'attenti e guardando tutte con occhi assottigliati.

<<Cosa state aspettando? Muoversi rammollite!>> corrono spedite verso l'altro campo, solo dopo aver sentito nuovamente la mia voce, ma con tono più alto e autoritario.
Dopo essersi allontanate da me, guardo con la coda dell'occhio le mie mani. Tremano, non stanno ferme...e il mio cuore, sembra andare troppo veloce, più veloce del solito.

Calmati Sasha.

Metto una mano sul petto e comincio a fare grossi respiri, alzando poi il capo al cielo.
Chiudi gli occhi e mi dondolo sui piedi.
Ecco cosa voglio, solo tranquillità.
Ma ricordando ancora una volta com'è la mia vita, elenco nella mente tutto ciò che distrugge la mia quiete.
Il caos a casa non manca mai, ma quei momenti di pace esistono, che se cerchi anche solo di provare a riposarti o di pensare che possa durare per molto, beh, allora è solo un sogno.
Forse nella tarda notte puoi trovare il silenzio, regalo migliore per le tue orecchie.

Ma anche qui viene smantellato tutto.

Mio padre ha anche la forza di chiamarci la sera, come se poi risponderemo per lui e siamo tutti ai suoi comodi. Non so che fare, che dire e neanche a cosa pensare più per levarcelo dalle palle.

<<Vorrei proprio sapere a cosa stai pensando?>> questa voce mi è nuova, non credo di associarla a qualcuno che io conosca.
Guardo di fronte a me e prendo l'ultima boccata d'aria per non saltare addosso a questo essere dietro di me.
E' un ragazzo, ma la voglia di togliermelo dalle palle è grossa, molto grossa.

Lottando Per Averti || Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora