• 22 - SASHA

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Gli voglio bene, solo che il mio bene è inteso diversamente.
Rocky è simpatico, ma che dico, è così piacevole alcune volte stare con lui che potrei rimanere li ore e ore ad ascoltarlo. Ma la scusa di partire è stata dura e dolora per lui, glie l'ho urlato in faccia senza nessuna preoccupazione.
Ma devo allontanarmi da tutti, solo che tra un po' si avvicina anche la "favolosa cena con papà". Me ne andrò si, solo non so dove. Da qualche parte, basta che sia lontano.

Compongo il numero sul cellulare, dopo averlo pescato nella tasca della divisa e lo porto all'orecchio. Dopo i quattro squilli tenutami a sospirare con ansia, risponde finalmente Filippo.

<<Mia cara, quale buon vento ti porta a chiamarmi?>>

<<Puoi ospitarmi per qualche giorno?>> vado al dunque, senza peli sulla lingua.

<<E' successo qualcosa?>> il suo tono cambia, ora è serio, fin troppo serio.
Mi faccio avanti per dirgli quello che devo fare, non potrei mai nascondere niente a lui.

<<No, ma ho bisogno di starmene tranquilla per un po', puoi?>> sospira, come per dirmi che mi sta facendo un piacere.

<<Va bene Sasha, quando vorresti venire?>> Filippo è un ragazzo che ho conosciuto a Dubai, aveva una casa di proprietà in quelle zone e così siamo diventati amici, dopo anche aver scoperto che è un Seals. Mi sorprese che un ragazzo giovane come me avesse tanti bei gruzzoletti e tante proprietà sparse in giro.
Però mi ricordai del suo lavoro, degli spostamenti che faceva e di tutte le ore che passava a nascondersi e fare missioni in tutto il mondo.

<<Ti chiamo io, tu tieni pronto il cellulare e un posto per dormire>> sospira ancora e questa volta lo sento sghignazzare.

<<D'accordo, ti aspetto mia cara>> stacco la chiamata e dopodiché ripongo il cellulare in tasca.
Mi sistemo sulla sedia, portando un ginocchio al petto per appoggiarci un braccio.
La Sala Pranzo sembra essere sempre più vuota, peggio di un deserto, non c'è mai nessuno.

Da quando sono morti il Generale Thompson e Johnson tutto è cambiato. Tutti sono cambiati. Tutto sembra essere andato fuori dai piani. Era meglio prima.

Non dico che Asher non faccia bene il suo lavoro, ma tutti sembrano perdere forze, forse per il brutto colpo ricevuto sul fronte. Questa è l'unica spiegazione...
La noia mi porta alla stanchezza, controllo l'ora, sono solo le 3:00 del pomeriggio. Ci penso su, ma in mente mi viene solo di recapitarmi a casa di Sallie.
La chiamo, almeno sperando che mi risponda, e aspetto.
Uno squillo, due squilli...sei squilli e al settimo stacco. Riprovo, ma succede la stessa cosa. Riprovo per altre quattro volte, ma i bip cominciano a farmi cascare le palle, che io ce le abbia o meno.

Mi precipito nei corridoi, dove di colpo mi fermo per ascoltare una voce. <<Non c'era bisogno che mi facessi tutte quelle chiamate, io ero qui>> riconosco la sua voce, così da bambina da farmi tappare le orecchie. Non è cambiato tanto, ma so di sentirmi in dovere con lei per quello che ho fatto.

<<Almeno potevi rispondermi>> una scrollata di spalle è la sua risposta, niente di ché.

<<Perché mi cerchi?>> chiede piazzandosi davanti.

<<Ero annoiata, ti va di fare qualcosa?>>

<<Che tipo di cosa?>>

<<Ci andiamo ad allenare in palestra?>> propongo e lei sgrana con gli occhi.

<<Eh...va bene>> dice esitante, ma in tanto mi segue. A qualche passo più in la della Caserma, o diciamo molto distante dalla Caserma, c'è una palestra predisposta proprio per i soldati, che vogliano o non vogliano andare li, è comunque l'unico posto per tenersi allenati. Prendo la macchina di Sallie, che mi permette di guidarla, e insieme c'è ne andiamo li. La vedo molto silenziosa, ma non dovrebbe sorprendermi, lo è quasi sempre visto che sono io a non permetterglielo.

Lottando Per Averti || Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora