• 25 - SASHA

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–Prendi in considerazione che nessuno riceve questo tipo di trattamento da me. Sei fortunato, ma non abituarti, lo faccio solo con chi è veramente importante– queste sono state le mie ultime parole dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia.
Vederlo andare via dopo che si era offerto di accompagnarmi mi ha fatto stringere il cuore e chiudere gli occhi. Avrei voluto che rimanesse in un certo senso, quei venti minuti sembrano essere stati eterni per quanto io non me ne sia accorta, ed essere felice anche per così poco non mi ha fatto pensare al momento difficile che sto passando.
Ho preso a pugni la mia infelicità e per un momento mi sono sentita una vincente. Dovrei invece pentirmene delle mie parole, ma so che ha dato un senso in quell'esatto momento, percependo tutta la mia sincerità verso di lui mentre gli assicuravo che con nessuno mi sarei comportata così. Non voglio illuderlo, e la mia paura è quello di ferirlo con la mia freddezza o la mia cattiveria improvvisa. Sono molto lunatica, ci vuole un attimo o anche una piccola cosa a farmi cambiare umore, dal meglio al peggio.

Dopo essere rientrata a casa, sono andata a controllare la stanza di mia madre e quella di mio fratello, per assicurarmi che stessero dormendo e che ci fossero.
Sono andata in cucina, la mia preferita e piccola cucina, scolandomi poi quasi un'intera bottiglia di limoncello e mezza di vodka liscia, che tanto vodka non era, visto che è allungata con dell'acqua.
Mio fratello non beve, raramente forse,  ma l'alcool non lo fa impazzire come me, ne vado matta per queste cose forti e piccanti che ti fanno bruciare lo stomaco.

Questa sera volevo dormire senza nessun pensiero che mi sorvolasse in testa, che mi intorpidisse la mente, così ho voluto buttare giù qualcosa di forte. Non voglio averci niente a che fare con quello stupido di Rocky <<No! Niente di niente cazzo...niente Rocky per questi giorni>> e devo partire, parto per andare via, parto per non sentire nessuno, per non vedere nessuno, e dopo basta...

Le pareti cominciano a girarmi intorno, quasi come se mi stessero crollando addosso. Vorrei arrivare al divano, ma sono troppo pigra e cieca per farlo. Cerco di imbucarmi nel corridoio, finendo nel bagno, che ha una puzza sgradevole. O forse sono io, che non ho messo il deodorante, i vestiti si saranno riempiti di sudore. <<Uffa...ma che stracazzo di puzza è mai questa...mamma...ma che diamine di ore sono?>> guardo il cellulare, ma mi casca dalle mani come una saponetta.

<<Fottiti anche tu>> riesco a vederlo nel buio per la luce che ha emanato pochi istanti prima, strisciando con le mani sul pavimento per cercarlo, e dopo un po', riesco finalmente a prenderlo.

<<Le 3...o porca puttana, ma è tardissimo>> mi stupisco, ma questa dannata forza e sobrietà dove cazzo la sto prendendo?
E urlo, la mia voce è tropo alta da stordire me stessa. Una capriola sul letto e mi circondo con la coperta leggera, facendomi sembrare un involtino. Mi sto rendendo ridicola, fortuna però che non c'è nessuno.

<<Fottiti luna, sei una stupida stronza...e anche voi, che non venite mai a prendermi>> grido alla finestra aperta, che mostra come al solito il cielo stellato e la luna che questa sera brilla più forte di una lampadina. Mi gira lo stomaco a guardarle, così chiudo gli occhi per ricacciare indietro i conati di vomito che stanno salendo alla gola, facendola bruciare un po', e il respiro che si fa sempre più grande e affannoso, mentre il sonno si fa avanti per coprire tutto questo schifo e portarmi a domani, un altro giorno che spero sia migliore.

•~●~•

<<Dormito bene?>> chiede con troppo entusiasmo Meghan, porgendomi una tazza di caffè. Basta specchiarmi alla tazza per capire che non ho dormito neanche un pò. Ho delle occhiaie che scendono al mento, occhi rossi da farmi sembrare una drogata, e un mal di testa che mi spinge a ritornare a casa e dormire tutto il santo giorno.
Oggi è Domenica.
Domenica.
DOMENICA PORCA MISERIA.

Lottando Per Averti || Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora