• 26 - ROCKY

165 12 0
                                    

La troppa luce mi acceca, riesco solo a vedere una parete bianca, e poi un'altra, e un'altra ancora. Non credo di essere morto, oppure sono già in paradiso?

Mi calmo non appena una mano calda si posa sul mio viso e capisco che sono ancora vivo, ricordo solo un pugno in faccia e questa volta anche un'altra mano accarezza con delicatezza il mio viso, e la persona che mi bacia la fronte riesco a focalizzarla solo ad un occhio, dato che l'altro a malapena riesco ad aprirlo.
Mia madre mi bacia la fronte e il palmo di entrambe le mani, le sorrido, e da lontano, dietro di lei, riesco a vedere i miei amici.

Asher che si avvicina al letto e mi da un leggero pugno sulla spalla. Anche lui è messo un po' male, ha uno zigomo gonfio e pieno di sangue, un labbro rotto e alcuni graffi sulla fronte e sul naso. Lo stesso anche Christopher, che ha solo qualche nocca rotta come tutti e tre.
Meghan è dietro di lui, e Kim lo stesso con Asher, che è affiancato da mio padre.

<<Lui dov'è?>> chiedo tremolante, alzandomi di poco dal letto. Guardo a turno uno ad uno, ma non ricevo risposta, così mi soffermo negli occhi di Kim, che poco dopo cala sul pavimento.

<<Ho perso i sensi, ma non sono uno stupido... Lui... Dov'è?>> calco le parole con un tono più duro, e gli occhi del mio migliore amico passano al fratello, alla sua ragazza...a mia madre...
Solo ora mi accorgo che lei non c'è in stanza.

<<Sasha è andata da lui per chiarire delle cose, ma è probabile che non l'abbia trovato, se ne sarà già andato da un pezzo...>> spiega il mio amico con lo sguardo rivolto verso l'alto, mentre si massaggia le mani indolenzite.

Nel mentre sto per alzarmi dal letto, vengo fermato da mio padre <<Forse è meglio che rimani a riposarti, hai preso una bella botta figliolo>> scanso le sue mani dal mio braccio quasi come fossi disgustato, questa è solo rabbia vorrei ricordarmi, e questo è mio padre.

<<Rocky!>> mi ammonisce subito mia madre, solo che rimango a fissare il vuoto, senza risponderla o degnarla di uno sguardo.
Provo vergogna nel farlo, sono uno stupido...

<<Voglio tornare a casa>> dico in un sussurro, e i miei occhi vengono catturati da un lampo, che in men che non si dica viene raffigurato nuovamente nel cielo scuro, col rumore della pioggia che cade e il vento forte che va a sbattersi alla finestra.

In questo momento vorrei essere solo, steso sul letto mentre osservo il cielo schiarirsi poco a poco.
Ma la verità è che vorrei solo il silenzio, nessuno che fiata, nessuno che ha qualcosa da dirmi, nessuno che mi osserva, e invece sono qui, immerso di persone che amo, ma che ora non riesco a trovare la pace e la serenità.

Il mio unico pensiero è Andres, come anche Sasha, che non so dove siano o che cosa stiano facendo.

<<Va bene, aspetteremo cos'hanno da dirci i medici e ti porteremo a casa>> replica a malincuore mio padre, dispiaciuto a morte del mio gesto. Vorrei chiedergli scusa, solo che sono un codardo in questo momento, conservo le forze per quando rivedrò mio fratello.
Sarà l'ultima volta che litigheremo, poi mi prometterò di non guardarlo più in faccia.
Se lui mi riduce in questo stato per una piccola contraddizione, figuriamoci se la cosa fosse stata anche più grande, mi avrebbe ucciso...

Ma va bene così, mi sta bene, non devo perdere il controllo con una persona del genere, sono migliore di lui e di certo non mi abbasso ai suoi livelli.
Guardo altrove, distolgo lo sguardo da tutto e lo poggio sulle mie mani, sono un po' doloranti e arrossate.

Ascolto la pioggia, mi faccio cullare dal suo suono picchiettante.
Riemergo dai miei pensieri grazie alla spallata dovuta dal mio migliore amico, che ancora una volta viene al mio fianco, sedendosi e osservandomi con attenzione.

Lottando Per Averti || Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora