11 Don't Let Me Drown

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Hanno spostato Jules in terapia intensiva, io mi sono spostata come un automa e mi sono messa a sedere davanti alla porta della sala in assoluto silenzio.

Quando vedo arrivare Christine e Philippe mi sento mancare, quanto tempo è passato da quando sono qui? Potrà mai essere già passato più di un giorno? Deve essere così per forza perchè ci vogliono un numero di ore spropositato per arrivare qui da Nizza e io non me ne sono nemmeno resa conto. 
Non mi sono accorta del tempo che è passato, delle persone che sono passate e non mi ricordo nemmeno se ho parlato con qualcuno. 

 Avranno già parlato coi dottori? Sapranno già quanto grave sia la situazione?

Se anche non lo sapevano, dopo avermi guardata in faccia se ne rendono conto, mi stringono in un forte abbraccio e piangiamo insieme, io piango silenziosamente, non ho forza di singhiozzare e francamente credevo anche di aver finito le lacrime, ma a quanto pare non possono finire. 

"Come sta?" mi chiede Philippe

Prendo un respiro profondo, perchè devo essere proprio io dare questa notizia? Dove cazzo sono i medici?

"Uhm..." inizio e mi passo una mano sul viso "Non bene. Ha subito un'operazione molto delicata, hanno provato ad assorbire l'ematoma, ma la situazione è molto grave. Ha subito una grave lesione al cervello e al cranio, è in terapia intensiva e non..." prendo un respiro profondo, non voglio dire quello che sto per dire, ma come faccio a non farlo? "Non sono sicuri che ce la farà" 

Christine si porta le mani alla bocca e piange, Philippe la stringe e piangono insieme. Io mi siedo nuovamente sulla sedia dove ero stata, evidentemente, per tutta la notte. 
Dalla terapia intensiva esce il medico e saluta i genitori di Jules li informa sulle condizioni del figlio, definisce un miracolo il fatto che sia ancora vivo e a me viene voglia di mollargli un pugno sul naso. 

Cosa c'è di miracoloso nel mio fidanzato steso in un letto, che non riesce a respirare da solo e che probabilmente non si sveglierà più? 

Devo allontanarmi un po' per calmare la rabbia che mi ha preso lo stomaco tutto in un colpo e vado verso le finestre in fondo al corridoio.

Questo ospedale è tutto uguale, corridoi lunghi e grandi finestre che non possono essere tenute aperte a lungo per l'inquinamento. Cerco di calmare il mio respiro e alleviare il peso che mi sento addosso massaggiandomi il petto.

Senza chiedere il permesso ne apro una e cerco di respirare l'aria fresca. La richiudo molto in fretta perchè di aria fresca, se ne riesce a respirare ben poca in questo paese. 
Arrivano anche John, Greame e a metà mattina arriva anche il presidente della Commissione Medica della FIA, che dice di aver preso parte agli esami e anche di aver mandato a chiamare un professore e neurochirurgo della Sapienza. 

Christine mi si avvicina e mi dice "Tu es restée ici toute la nuit, non?" 

Annuisco "Tu devrais retourner a l'hotel. Mél et Tom vont arriver en trois jours, je crois che tu as beaucoup besoin de dormir. Tes parents sont très preoccupés" mi dice e mi ricordo che non ho chiamato i miei genitori ieri, ho il cellulare probabilmente scarico e non mi è nemmeno venuto in mente di ricaricarlo. 
Decido di ascoltare Christine e di tornare in hotel giusto il tempo di ricaricare il telefono, poi sarei tornata in ospedale. 

Prendo un taxi all'uscita dell'ospedale e vado in albergo. Nella hall ci sono Daniel, Sebastian e poco più in là Lewis. I primi due hanno le valigie davanti a loro, immagino che siano in partenza per il prossimo Gran Premio in Russia. 
Quando mi vedono Daniel mi corre incontro e mi abbraccia "How is he?" 

Appena mi guarda negli occhi vedo le sue spalle abbassarsi "They said it's a miracle that he's still alive" 

Anche Lewis si avvicina, camminando lentamente e guardandomi cauto, si tiene a debita distanza dagli altri due piloti. 

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