4 Grenade

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Torno in albergo in fretta e furia e mi fiondo nel bagno per farmi una bella doccia rilassante dopo le corse da una parte all'altra del paddock per smontare la macchina, impacchettare i motori, le riserve e tutto il resto.

Mi avvolgo in un asciugamano morbido e con quello per le mani mi avvolgo i capelli. Mi strucco da tutto il trucco colato e mi accorgo che il mio cellulare sta vibrando.

Ovviamente è Charles, non lo ero andato a cercare dopo la corsa così rispondo "Oui?" 

"Dove sei? Sono tre ore che busso alla porta della tua camera" mi sgrida con un accento francese che mi fa morire dal ridere.

Alzo gli occhi al cielo e vado ad aprire "Tu vois, je suis un peu deshabillée" gli sorrido sarcastica

Questa volta è lui ad alzare gli occhi al cielo ed entrare comunque nella mia camera "Non mi può interessare di meno se sei nuda" mi dice e io faccio finta che questa cosa non mi abbia dato fastidio

"Gentile come sempre, vedo" e poi visto che si comporta da stronzo mi metto a sedere su una delle poltrone senza andarmi a cambiare.

"Où étais - tu après la course?" mi chiede 

"Je te l'ai déjà dit, je dois travailler après les courses!" alzo gli occhi al cielo prendendo la sigaretta elettronica. Avevo detto che non glielo avrei dovuto dire, ma visto che non mi parla da mesi è ora che se ne faccia una ragione

"E da quanto è che fumi invece?" mi dice poi, ovviamente

"Da quanto è che non ti fai i cazzi tuoi?" gli rispondo io a tono invece

Poi mi coglie completamente di sorpresa e si mette a ridere "me lo dimentico sempre che hai proprio un bel caratterino" scuote la testa e poi mi guarda dritta negli occhi.

Oddio, quegli occhi. Mi sono tanto mancati, caldi, accoglienti, mi ricordano casa.
Solo per un istante mi trovo di nuovo in una stanza di ospedale con le pareti azzurre e una grande vetrata di fronte a me, tra le mani stringo quella del mio ragazzo, ormai senza vita e con gli occhi pieni di lacrime, guardo il viso del ragazzo che mi sta stringendo una spalla per farmi forza.

"Beh, non hai intenzione di farmi la paternale?" Gli chiedo

"Anche, volevo anche chiarire" dice poi abbassando lo sguardo, si sente a disagio.
E fa bene, per come mi ha trattata.

Stacco la heet dalla mia iqos e la lascio nel posacenere sul tavolino tra me e il ragazzo

"Va' avanti" affermo con finto menefreghismo

"Mi sono comportato da stronzetto viziato" dice e si ferma, probabilmente si aspetta che io dica qualcosa.

"Tu sei uno stronzo viziato" dico seria, ma quando poi mi guarda di nuovo in faccio non riesco a trattenere un sorriso.

"Non mi freghi, Bichette. So che quando sei incazzata mi insulti, ma non riesci a stare seria" il vezzeggiativo che usa mi scalda il cuore, Jules mi chiamava così e alla fine era diventato il mio soprannome ufficiale tra gli amici più stretti.

"Mi hai fatto stare davvero male, sei un bambino viziato e..." e lui si allunga, mi prende la mano e mi zittisce

"Hai ragione, non ho scuse. Dopo quello che hai fatto per me, mi sono veramente comportato di merda. Perdonami" e io cedo, alla fine stavo solo aspettando le sue scuse.

"Sono molto orgoglioso, lo sai. Avevo solo bisogno di sbollire, mi sono solo sentito abbandonato, dopo tutto il lavoro che avevamo fatto e che ci avevi messo, me la sono presa perché sei andata a lavorare in Red Bull, mi dispiace di averti fatto sfar male" e io annuisco. Charles mi bacia la mano e si lascia andare anche lui in un sorriso caldo.

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