2 Lights out

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Alla fine opto per una cosa semplice, un paio di pantaloni neri, una canottiera di un bel rosa delicato e un blazer in pelle lungo e un paio di scarpe col tacco nere. Afferro la mia Zanellato nera e ci metto dentro una sciarpa dello stesso colore della mia canottiera e poi apro la porta per scendere nella hall e aspettare Caterina.

Quando vedo entrare Charles faccio finta di non vederlo e fingo di essere molto interessata a quello che sto leggendo sul cellulare e sollevo lo sguardo solo quando sento il ding dell'ascensore.

"You two still on bad terms?" sento una voce alle mie spalle che mi fa saltare sulla poltrona

"My God Christian you startled me!" esclamo portandomi una mano al petto, lui ride e si lascia cadere sulla poltrona accanto alla mia "But yeah, we're still not talking"

Il mio capo alza le spalle "Leave him be. He's young, he's just acting childish. He'll come around you'll see" cerca di consolarmi lui "You going out tonight?" mi chiede poi, notando le mie scarpe col tacco

"Yeah, Cate said she booked a restaurant, just us two"

"Girls night huh? Don't have too much fun, it's race day tomorrow" 

"Don't worry, we're just grabbing something to eat. We'll go partying tomorrow" scherzo, ben sapendo che non mi piaccia andare a ballare. Cosa ben nota anche al mio capo. Da quando mi ero trasferita nel Buckinghamshire erano più le sere che avevo fatto da babysitter ai suoi figli che quelle in cui ero uscita per conto mio, il mio capo e sua moglie avevano più vita sociale della mia.

"Yeah I know. How are you holding up?" mi chiede poi. Lui si è sempre preoccupato per me, penso che mi veda quasi come una figlia, anche io lo vedo come parte della mia famiglia. Mi conosce da quando avevo 18 anni e passiamo insieme la maggior parte del tempo, è diventato come un padre per me, in particolare da quando il mio è sparito.

"Generally fine. Incredible to say but I've been feeling less anxious this year. Knowing that I have to work just for one team has made my life much easier" sorrido, ma sono sincera. 

Lavorare per più team, organizzare il mio tempo, far combaciare tutti gli impegni era uno sforzo enorme che mi stava lentamente consumando. Dovevo per forza dare una ridimensionata alla mia vita lavorativa. Gli anni precedenti erano stati incredibilmente difficili, non augurerei a nessuno di dover dare brutte notizie ad una persona come Toto Wolff. Mi incuteva un grande timore, però era anche un uomo molto educato e con una morale d'acciaio, è stato proprio lui il primo a chiamarmi per farmi le condoglianze per la perdita di mia madre. Era però un uomo che pretendeva tantissimo, la perfezione da parte di tutti e farlo arrabbiare era davvero pauroso. Mattia Binotto invece era un tesoro e sicuramente sarebbe stato più comodo lavorare per la Ferrari, vista la vicinanza, però non avevano un gran bisogno di me, mi era dispiaciuto rifiutare l'offerta di lavorare ancora con Sebastian, un  uomo d'oro, gentile, buono e divertente.
Lavorare con Steiner era divertentissimo, era un uomo estremamente divertente, un uomo che si incazza e butta tutto fuori e poi torna calmo, però c'erano troppe responsabilità a lavorare con la Haas, una scuderia emergente, tutto dipendeva dai soldi che Gene Haas forniva ogni anno, partnership mancate, come quella con la Fuel Energy, l'ansia di trovare sponsor e teste calde come Kevin Magnussen era impegnativo.
Cyril era un altro ottimo candidato, però c'era l'uomo seduto di fronte a me, Christian Horner, un uomo di un'intelligenza spiccata, un vero gentleman inglese, gentile ed educato che mi aveva accolto per primo in famiglia e mi aveva fatto sentire veramente come una parte fondamentale del team e durante la malattia di mia madre era stato estremamente accomodante e presente e dispinobile. Non avevo davvero potuto rifiutare, senza contare che mi pagava molto bene. 

"I'm glad to hear that honey, seriously" si interrompe e poi dice "Ah here she is! Remember not to stay out late you girls!" Si raccomanda lui come se fosse nostro padre.

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