Oggi Jules è morto. E con lui sono morta un po' anche io.
Sono tornata al mio appartamento, ma se devo essere sincera non mi ricordo nemmeno di essere tornata all'ospedale di Nizza per prendere la macchina e non mi ricordo nemmeno il tragitto compiuto per arrivare a casa.
Chiudo la porta alle mie spalle e poi mi ci appoggio.Jules non c'è più, sono sola, completamente. Eppure non ci credo, non posso crederci che lui non sarà più con me, che non lo vedrò più entrare con il suo bel sorriso furbo dalla porta.
Mi sento come se fossi in trance, mi sento come se fossi vuota, in realtà non sono io questa persona, in realtà non è successo niente, in realtà Jules sta arrivando a prendermi e quando gli aprirò la porta mi abbraccerà e mi dirà che sta bene e che mi ama.Urlo.
Urlo perchè non può essere, urlo perchè ho perso l'amore della mia vita, urlo perchè l'ho visto morire questa mattina, il suo cuore fermarsi mentre gli tenevo la mano, mentre pregavo che finisse, che finisse in qualunque modo, non sopportavo più di vederlo in quello stato, immobile, inesistente, sofferente. Perchè so che soffriva, so che stava male a rimanere vivo in quel letto di ospedale senza potersi muovere, senza riuscire nemmeno a svegliarsi.
Mi guardo la mano con cui ho tenuto quella di Jules, mi sembra di sentirne ancora il peso, però non era come quando facevo le passeggiate in riva al mare, era inerte, non stringeva la mia, era come tenere in mano un oggetto inanimato. All'improvviso mi rendo conto che l'ultima volta che ho stretto la mano a Jules e che lui ha incrociato le dita con le mie è stato più di 10 mesi fa. Ho passato nove mesi seduta a guardare il mio ragazzo morire, mi tremano le mani, l'ho guardato morire, non ho potuto fare altro, sono stata lì a guardarlo.
Mi accascio sulla porta e piango, dopo tutti i pianti degli ultimi mesi credevo che una volta giunto il momento non avrei più pianto, invece mi sento il cuore spaccato in due, mi sento vuota, faccio fatica a respirare e sento come se avessi un peso sul petto.
Ad un tratto mi ritrovo ad ansimare, il dolore che provo è così forte che mi sembra di non riuscire più a respirare, spero vivamente che i miei vicini non siano a casa perchè sono sicura che mi sentirebbero.Quando mi calmo e mi sembra di riuscire a fare entrare abbastanza aria nei polmoni, mi rialzo con fatica e vado in camera, chiudo leggermente le persiane e mi siedo sul mio letto. Ignoro tutte le chiamate, non me la sento di parlare con nessuno, non ce la farei. Voglio solo essere lasciata in pace, da sola con il mio dolore.
Ho chiamato mia mamma e non sono nemmeno riuscita a parlare con Lorenzo, non riesco proprio ad aprire bocca. Spero che mi perdonerà per questo.
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Passano quattro giorni e mi rendo a malapena conto del fatto che i miei genitori sono venuti a casa a controllare come stessi, non mi ricordo nemmeno se ho parlato.
In questi tre giorni mi sono arrivati una valanga di messaggi su tutti i miei social, da parte di fan di Jules, di meccanici, gente che non ho mai visto e che non conosceva Jules.
Non mi dà fastidio in realtà, mi fa piacere che ci siano tante persone che come me avevano a cuore Jules, però non rispondo a nessuno, non ce la faccio.Se rispondo sarà tutto vero, lui davvero se n'è andato.
Ho risposto solo a un messaggio di Charles, che diceva che mi mandava un abbraccio, uno di Christian Horner, solo perchè sono una persona educata e visto che ho lavorato un po' con lui mi sembra scortese non rispondere e ho letto i messaggi della famiglia di Jules che mi avvisavano che il funerale sarebbe stato proprio oggi.
Non dormo e non mangio da quattro giorni, probabilmente sono ancora sotto shock perchè non mi ricordo cosa ho fatto e non mi ricordo se ho cambiato posizione in questo tempo, forse ho dormito, non lo so proprio.
Sono seduta sul mio letto da quando sono tornata a casa dall'ospedale e non ho idea di cosa che io abbia fatto in questi giorni.
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Love on Track
Fanfictionuna love-story nata su quattro ruote. Marianna si innamora di un ragazzo con il destino segnato, Jules Bianchi. La sua perdita è dolorosa, ma riesce a riprendere in mano la sua vita grazie, al suo migliore amico e figlioccio del suo ragazzo: Charles...