12 Fighting for life

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Dopo una lunga giornata in ospedale rigorosamente passata in sala d'aspetto perchè ancora non ci permettono di vedere Jules, le sue condizioni sono ancora molto critiche e la terapia intensiva continua a rimanere a porte chiuse. 
Questi giorni sono un'agonia, stare seduta davanti a una porta ad aspettare che qualcuno arrivi e si fermi a dirmi qualcosa, qualcuno che ci aggiorni. Lorenzo è la persona che più mi sta vicino, ci troviamo spesso insieme e aspettiamo, stiamo seduti per ore in silenzio.

Più i giorni passano e più sento la speranza abbandonarmi, vorrei solo avere delle certezze, ma la realtà è che non ce le hanno nemmeno i medici, non si può fare niente, monitorare le sue funzioni vitali e basta.

Oggi ho deciso di videochiamare Charles, ci sentiamo quasi tutti i giorni, se non riesco a chiamarlo, mi scrive sempre un messaggio per assicurarsi che io stia bene, la maggior parte delle volte mento. Lui non insiste mai, mi chiede di suo fratello e di Jules e almeno una volta al giorno dice che gli dispiace di non poter essere lì con noi. 

"Ehi Em!" mi risponde lui 

"Ehy bimbo prodigio" dico mogia 

"Come va?" mi chiede "Si sa qualcosa?"

"Nulla di nuovo, stanno facendo altri esami, forse ci dicono qualcosa più tardi. Mél ha promesso che mi chiamerà appena sapranno" rispondo

"Sì ma tu come stai?" mi domanda poi

"Vado avanti. Mi sveglio la mattina e respiro, anche se devo dire che fa proprio male" Non so cosa mi succede, ma guardo dritto negli occhi il mio amico e dentro di me succede qualcosa, come una diga che si rompe e le lacrime iniziano a scendere 

"Oh no, Em! Non piangere!" mi dice, ma io continuo a singhiozzare seduta sul letto della mia stanza.

"È passato un mese Charlie! Un mese intero e ancora non sanno niente, io non ce la faccio più! Voglio delle risposte" 

Non mi risponde perchè non si può dire nulla, siamo tutti con il fiato sospeso, con l'ansia e il bisogno di sapere di più, ma è impossibile perchè nessuno sa nulla.
Ma l'incidente e il danno che Jules ha subito sono molto gravi, ho fatto delle ricerche e le possibilità che Jules si riprenda completamente sono minime. 

Passo il resto della telefonata a piangere insieme a Charles, che non si sforza più di tanto di consolarmi perchè sa che non c'è modo e perchè sa che ho bisogno di sfogarmi. 

Quando mi sono calmata, lui mi racconta cosa sta facendo nella sua vita, come vanno le corse e che ha trovato una ragazza, si chiama Giada, è napoletana ma frequenta la scuola a Monaco. Gli piace molto, è carina e intelligente e si sono conosciuti perchè erano nella stessa classe, avevano iniziato ad uscire mesi fa, ma avevano ufficializzato la cosa solo di recente.
Gli dico che sono felice per lui e lo sarei per davvero e appieno se solo la mia vita fosse più facile. 

"Non vedo l'ora di fartela conoscere, Marì" dice "Spero di farla conoscere anche a Jules"

"Anche io voglio conoscerla Charlie, sono sicura che se ti rende felice, Jules la adorerebbe" rispondo e lui mi fa un sorriso dolce e poi dice che mi lascia andare a riposare.

Qua in Giappone è quasi notte mentre a casa è ancora mattina per cui io decido di tornare in ospedale per la notte, sperando che il medico mi dica qualcosa. 
Tanto nella stanza che condividevo con Jules qua in albergo faccio davvero tantissima fatica ad addormentarmi, continuo a pensare alla nostra ultima notte, a come mi avvolgevano le sue braccia  e il sonno mi passa.

Quando arrivo in terapia intensiva non c'è nessuno, probabilmente i genitori di Jules sono andati a riposare, io senza di lui invece dormo a malapena, per cui tanto vale che aspetti qui. 
Quando mi siedo sulla mia ormai fedele sedia arriva il medico che la Ferrari ha fatto arrivare ormai più di un mese fa.

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