-2- solo l'inizio✓

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Reagì d'impulso come avevo fatto e avevo sempre visto fare per tutta la mia vita, prima che però io potessi reagire in qualche modo papà mi prende alla provvista ancora una volta e appoggia una lettera sulla scrivania e l'allungandola verso di me,...

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Reagì d'impulso come avevo fatto e avevo sempre visto fare per tutta la mia vita, prima che però io potessi reagire in qualche modo papà mi prende alla provvista ancora una volta e appoggia una lettera sulla scrivania e l'allungandola verso di me, i primi dettagli che mi saltarono all'occhio furono i due sigilli su una lettere un po' ingiallita probabilmente a causa del tempo, presi la lettera tra le mani e notai che i sigilli erano quelli della nostre famiglie il falco per simboleggiare i  Sokolov e una T in un elegante corsivo per i Torricelli, <aprila quando sei con Lui> disse mio padre.

Papà conoscendomi bene aveva già intuito che avrei preso il primo volo e sarei andata a Mosca in Russia, a chiedere spiegazioni e quello stupido Zar come si faceva chiamare lui, <Ok> fu l'unica cosa che uscì dalla mia bocca prima di voltarmi e uscire dalla stessa porta da cui ero entrata pochi minuti prima, esco da quella stanza e mi rendo conto che la mia vita è cambiata per sempre.

Mi incammino verso la mia stanza a passo deciso e inizio a fare la valigia alla rinfusa non capendo bene cosa mettere dento, mi comporto come un robot senza sentimenti, forse tutto questo è dovuto allo shock, finisco di inserire i miei ultimi effetti persona a chiudo la valigia, scendo dalla grande scalinata e mi incammino fino all'ingresso, mio padre aveva già chiamato John l'autista di famiglia che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia.

Salgo sul jet privato che mi hanno regalato per i miei 18 anni e mi metto comoda ripensando  a quando...

11 anni prima...

Si è appena conclusa la festa del mio quattordicesimo compleanno, non ho esplicitamente voluto festeggiare con le mie "amiche" perchè ne avevo poche, anzi quasi nessuna e non ero legata molto a loro, invece ho festeggiato con tutta la mia famiglia e la famiglia di Vlad, è il quattro compleanno senza mamma, il tempo passa ma il suo ricordo e il vuoto che ha lasciato dentro di me non sparisce.

Ora sono distesa sul mio letto abbracciata a Vlad, lui mi accarezza i capelli mentre la mia testa è appoggiata al suo petto e le mie braccia sono avvolte intorno , lo vedo sempre una volta al mese e quando rivedo mi fiondo ad abbracciarlo, in quei momenti il mio cuore inizia ad andare velocissimo, penso anche di sentire le farfalle nello stomaco come si legge nei romanzi.

Stiamo guardando un film ma i non ne ho seguito nemmeno qualche minuto perchè sono appoggiata all'incavo del collo di Vlad beandomi del suo fantastico profumo e della sue carezze, non riuscendo a concentrarmi su altro. Mi accoccolo sempre di più vicina a lui ed involontariamente sfioro il suo collo con le mie labbra.

Penso già da un po' di tempo di essermi presa una cotta oserei dire quasi innamorata di lui, anche se l'amore è un concetto molto complicato, ma penso di essere sempre stata segretamente innamorata di lui, dei suoi modi e del suo carattere.

La sua mano che fino a prima era posizionata tra i miei capelli pian piano inizia a scendere e si sposta dai capelli, al mio giro vita fino a fermarsi sul fianco, questo gesto mi fece alzare gli occhi, che subito si scontrarono con i suoi occhi azzurri , spostò il suo corpo a sinistra posizionandosi su un fianco e ci ritrovammo uno di fronte all'altro; mi morsi il labbro dal nervosismo, era uno dei miei soliti vizzi, che fece peggiorare o forse migliorare la situazione, dipende dai punti di vista.

Il suo sguardo si posò involontariamente sulla mie labbra catturato da quel gesto, successe tutto velocemente lui si avvicino e fece combaciare le nostre labbra e fu li l'inizio dell'inferno e paradiso, il mio primo bacio con la persona che desideravo, posò saldamente le mani sui fianchi e mi intrappolò sotto di lui, schiacciandomi leggermente con il suo peso.

Si staccò dalle mie labbra e iniziò baciarmi la guancia, poi la mandibola e scese fino al collo lasciando una scia di baci, <quanto sei bella> sussurrò tra un bacio e l'altro ancora immerso nel mio collo, io sentendo quelle parola sorrisi come un'ebete, ero sicura che quello fosse stato solo l'inizio di una cosa molto più grande.

Sono appena atterrata a Mosca difatti il freddo si fa sentire, meno male che prima di scendere dal jet ho indossato qualcosa di pesante, respiro una boccata di aria fresca a l'unica cosa che riesco a pensare e "quanto mi mancava questa città", salgo nella macchina che la famiglia Sokolov mi ha mandato per farmi accompagnare fino alla mia destinazione, mi siedo nei sedili posteriori mentre aspetto che l'autista carica la mie valigie, mi metto comoda ed estraggo dalla tasca del mio cappotto quella maledetta lettera che ho fissato per tutto il viaggio.

Mi accorgo che la macchina sta  imboccato il vialetto e mi ritrovo davanti la faccia della villa che ha ospitato metà della mia infanzia. Scendo e a passo deciso mi incammino all'entrata non curandomi della mie valigie che sapranno già dove mettere, suono e in pochissimo tempo viene ad aprirmi Hana, una cameriera che serve la famiglia da molti anni e che mi conosce da quando sono piccola.

<Dasha> dice sconvolta e subito vado ad abbracciarla, <mi sei mancata tantissimo ti devi far vedere di più> mi riprende,<si si lo so> dico dandole un bacio in fronte, lei si sposta dalla porta facendomi entrare, senza farmi scrupoli inizio a camminare  verso la mia meta, cioè l'ufficio di quel boss da quattro soldi che presto e purtroppo diventerà mio marito.

Salgo le scale, giro a destra e dopo qualche metro trovo la mia destinazione, spalanco la porta senza bussare trovandomi davanti agli occhi uno spettacolino a dir poco squallido, il mio futuro maritino con ai suoi piedi una pseudo cameriera/puttana inginocchiata davanti a lui, <bene bene...> dico <...il lupo perde il pelo ma non il vizio> ottengo da subito l'attenzione di Vladimir che gira la testa e mi guarda con il suo solito sorrisetto sulla faccia.

Non fa in tempo ad aprire bocca che quella specie di gallina si alza e gli si siede sulle sue gambe dicendo <Signore chi è questa puttana?>


(992 parole)

Destinata a Lui da SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora