Una settimana dopo...
Mi sto iniziando ad ambientarmi nelle strade di Parigi, proprio ora sono quasi arrivata davanti al palazzo, ho appena staccato dal mio turno mattutino al bar, Marì mi ha trovato un lavoretto chiedendo ad un suo amico.
Per tenermi impegnata e vivere la vita parigina, apro il portone e inizio a salire le scale, sento un forte capogiro e le gambe cedere, prima di cadere mi reggo al corrimano. Continuo a salire lentamente e mi maledico per non avere preso l'ascensore.
Arrivo finalmente nell'appartamento, non faccio nemmeno tempo ad entrare in soggiorno che perdo i sensi e svengo.
Apro gli occhi e sento dell'aria fredda che mi investe il volto, la prima cosa che vedo è Maria inginocchiata accanto a me che mi fa aria sventolando una rivista.
Appena vede aprire gli occhi esclama, <oh, grazie a dio, Rosy che è successo?> mi alzo su gomiti, non faccio nemmeno ora ad aprire bocca per rispondere che sento un conato di vomito, quindi mi alzo velocemente, corro verso il bagno e rigetto tutto quello che ho ingerito sta mattina.
Marì mi raggiunge velocemente e mi regge i capelli, dopo poco tempo mi alzo e mi risciacquo la bocca cercando di togliermi il sapore di vomito dalla bocca.
Poi arriva la fatidica domanda che mi sta ronzando in testa ma che non volevo ammettere, <non è che sei incinta?> mi chiede ingenuamente ed il alzo la testa di scatto ed inizio subito scuotere la testa in segno di negazione, <no non può essere?> dico subito.
<Rosa tranquilla quando hai avuto l'ultimo rapporto?> <con Vladimir circa due o tre settimane fa> vedo il volto di Maria diventare sempre più allarmarsi, <ok, mantieni la calma, ora vado un attimo in farmacia a prendere il test e tu rimani qui tranquilla senza agitarti>
Marì corre subito fuori dal bagno e afferra maldestramente la sua borsa, mentre il rimango seduta su pavimento del bagno a deprimermi e pensare a tutte le opzioni che ho a mia disposizione.
È da una settimana che sto chiuso nel mio studio a sperare e seguire piste che si rivelando del tutto inutili, gli uomini a mia disposizione stanno setacciando ogni città in una cerca disperata di Rosa, le uniche persone che vedo sono Nath che cerca di darmi conforto e farmi ragionare a non continuare a vivere come uno zombie.
E malgrado tutto questo penso solo a Rosa è alla possibilità che lei sia in pericolo, la sogno tutte le volte che riesco a perdere sonno, ma la immagino in questo momento davanti a me con le braccia incrociate al petto e la faccia da stronza, che mi guarda dall'alto in basso e scoppia a ridere per le mie condizioni pietose.
Probabilmente conoscendo mio nonno avrebbe visto la scena, le avrebbe messo una mano sulla spalla è avrebbe detto: <Vladimir ha più palle Rosa di te> ed avrebbe fottutamente ragione, uno ho il suo temperamento e impazzisco per ogni minima cosa.
Aproposito di mio nonno ci ho parlato e l'unica cosa che ha saputo dire in merito è che un uomo d'onore non si nasconde dietro un misero foglio di carta.
Avrei dovuto solo avere coraggio e diglielo di persona, così tutto questo non sarebbe successo, a quest'ora saremo in luna di miele in un'isola in mezzo all'oceano e prendere il suole sulla spiaggia gliel'avrei anche comprata l'isola, mi immagino lo sua faccia sentendo questa idea folle che solo io potevo avere.
Il bussare alla porta mi riporta alla realtà e spero che non sia ancora Nathan che viene a farmi da strizza cervelli, mi incammino verso la porta e la apro trovandomi davanti Dominic per mia fortuna.
<capo, abbiamo rapito la donna> sentendo quelle parole mi illumino, finalmente potrò avere risposte e vendetta, me la sono fatta scappare una volta adesso non se ne potrà più andare.
(580 parole)
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Destinata a Lui da Sempre
ChickLitEro destinata a lui da sempre.... Senza saperlo Destinata a lui da prima della mia nascita... Lui è stato e starà il mio unico uomo questo non l'ha deciso la mafia ma io stessa. Ero nata nella Mafia e sapevo già che questo era il mio destino. Inizi...