Ero destinata a lui da sempre.... Senza saperlo
Destinata a lui da prima della mia nascita...
Lui è stato e starà il mio unico uomo questo non l'ha deciso la mafia ma io stessa.
Ero nata nella Mafia e sapevo già che questo era il mio destino.
Inizi...
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Sono in uno stato completamente confusionale, sembro intrappolata in una gigantesca bolla che silenzia tutto quello che ho intorno a me.
Sento solo dolore ed il cuore bruciare, sto rischiando di perdere la mia bambina, la cosa più bella ed importate che mi sia rimasta, l'unico appiglio a cui mi sono aggrappata per questi mesi.
La dottoressa ha continuato a parlare e cercare di darmi delle informazioni, ma probabilmente vedendo la mia faccia sconvolta stava cercando di tranquillizzarmi, dopo avermi sganciato una vera e propria bomba addosso.
Non ho più ascoltato nulla di quello che ha detto, mi da un foglio con una prescrizione, saranno altre vitamine o integratori.
La saluto e me ne vado, esco dalla porta e butto fuori tutta l'aria che stavo trattenendo, ma non è un sospiro di solievo ma più uno di rassegnazione.
Cammino, cammino senza una meta, arrivo davanti un parco e mi siedo sulla prima panchina che vedo libera.
Mi metto le mani tra i capelli e li tiro frustrata e una dopo l'altra iniziano a scendermi una serie di lacrime sul viso.
Prendo la borsa, ci frugo dentro e finalmente trovo il telefono, con il dorso delle meno mi asciugo le lacrime e cerco di calmarmi.
Abbandono dopo tanto tempo tutto il mio orgoglio e compongo quel maledetto numero, uno squillo... due squilli... tre squilli... quattro squilli
Non ci credo ha sempre il telefono in mano o vicino a lui e poi non risponde, ma cosa pretendevo che ma rispondesse subito e mi dichiarasse amore eterno, ho abbandonato come l'ultimo degli stronzi, anche se un po' lo è.
Non mollo l'osso, lo richiamo di nuovo e questa volta risponde subito
<pronto> dice sempre con quel tono scorbutico.
Trattengo di nuovo le lacrime, per non scoppiare a piangere, sentire la sua voce mi fa scoppiare il cuore.
