-41- debolezze

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 No

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No...no...no

Attacco il telefono, mi pento subito di averlo chiamato, ero in un momento di totale debolezza e ho ceduto, non dovevo chiamarlo.

Sono stata una debole, potevo benissimo affrontarlo benissimo da sola, come ho fatto in tutti questi mesi, ma ormai non posso fare nulla.

Cerco di pensare solo a cose positive, come il fatto che la mia bambina conoscerà il suo papà, io non sono nessuno per non permetterglielo.

Anche se sono vorrò mai ammettere Vladimir mi è mancato come l'aria e dentro di me l'ho perdonato, perché il mio amore per lui va oltre a uno stupido errore fatto da ubriaco e fatto, con questo non voglio dire che lo giustifico.

Gli mando la mia posizione per messaggio, rimango in questo parco per ad aspettare.


 Cerco di far si che i tempi di viaggio siano più brevi possibile, subito atterrato mi precipito fuori dal jet, e sopra un Taxi dando le indicazioni del parco che mi ha mandato Rosa

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Cerco di far si che i tempi di viaggio siano più brevi possibile, subito atterrato mi precipito fuori dal jet, e sopra un Taxi dando le indicazioni del parco che mi ha mandato Rosa.

Sono molto teso, non vedo l'ora di rivederla dopo tutti questi mesi, mi inizio a preparare mentalmente il discorso che devo farle capire che tutto quello che le è stato detto era solo un gigantesco malinteso.

Siamo in mezzo al centro e siamo imbottigliati nel traffico ed inizio ad innervosirmi, <senti parliamoci chiaro, se mi porti in quel parco in meno di tre minuti ti do il triplo di quello che ti dovrei pagare> dico cercando di mantenere la calma.

Incredibilmente ci riesce, rimango sempre stupito da fatto che qualsiasi persona riuscirebbe a fare qualsiasi cosa per i soldi, accosta di fianco ad un marciapiede, in velocità scendo dall'auto lasciandogli una banconota da 100.

Supero in cancello d'entrata e sono subito dentro un grande parco con una distesa verde, inizio a camminare mentre mi guardo intorno, noto una ragazza seduta su una panchina con i capelli scuri, subito mi precipito verso di lei, più mi avvicino e finalmente mi assicuro che sia Rosa.

Appena sono abbastanza vicino a lei inizio a parlare a macchinetta, <Rosy amore mi sei mancata tantissimo, la storia del tradimento è tutta una falsa era tutto un piano organizzato da Santos> dico, mi inginocchio ai suoi piedi appoggio la testa sulle sue ginocchia, <ti prego perdonami, ritorna a casa> per la prima mi scende una lacrima davanti a qualcuno.

Sento le sue esili mani sollevarmi la testa, facendo incontrare i suoi occhi con i miei, manteniamo lo sguardo per qualche secondo e ci diciamo più di mille parole.

La squadro da testa a piedi e solo ora noto qualcosa che prima non avevo visto, perché troppo impegnato a parlare.

Il suo ventre è rotondo, più del normale, subito realizzo, è incinta.

Questo pensiero che ormai è una certezza mi fa girare la testa, me scosto dal suo tocco come scottato, mi alzo velocemente in piedi e mi allontano di qualche passo più incazzato che mai.

<tu ti fai mettere incinta e poi vieni a piangere da me, ma capisci quanto sei ridicola, cosa ti servono soldi?> gli urlo in faccia con tutta la cattiveria che ho in corpo, non riesco a credere che mi sono fatto fregare in questo modo.

Lei si alza e cerca di raggiungermi, apre la bocca per parlare, ma non le faccio nemmeno dire una parola.

<non dire nulla Rosa perché questa volta non mi trattengo>


(479 parole)

Destinata a Lui da SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora