-43- cristallo

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 2 mesi e mezzo dopo

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2 mesi e mezzo dopo...

Ho paura, lo ammetto ma solo a me stessa, ho paura che durante il parto ci siano delle complicanze, ho vissuto questi ultimi mesi con l'ansia che in qualsiasi momento potessi avere un aborto spontaneo e poter perdere la mia bambina.

In questo la presenza di Vladimir è stata fondamentale, da quando ha saputo della bambina, anche se glielo avrei voluto dire in un altro modo, è stato sempre vicino a me.

Mi ha fatto visitare da tutti i medici possibili, e tutti sono arrivati alla conclusione che la tranquillità e il riposo fossero la mia unica cura.

Se vi dico che sono stata a riposo è dire poco, Vlady mi ha letteralmente inchiodata al letto e ha chiuso la posta della camera, non ho fatto nulla, capisco che è per il mio bene ma mi sento un po' inutile.

L'unica cosa di cui mi penso e non aver ringraziato e salutato Marì a dovere, mi sento veramnete in colpa di averla liquidata con un messaggio per poi chiamarla e spiegarle come è andata la situazione, e sembrava felice, felice per me e per la bambina.

È sempre stata la prima a dirmi che sarebbe stato meglio farlo sapere a Vladimir, ma ho sempre fatto di testa mia e non l'ho ascoltata, è veramente una bravissima ragazza con un cuore d'oro.

Gli unici contatti che ho avuto in questi giorni sono stati con Ade, la cameriera e i nostri famigliari che sono veniti a conoscenza della bambina e sono veniti a farci gli auguri.

Anche mio padre ha abbandonato, mal volentieri l'idea che io sia la sua bambina, che ormai sta accogliendo dentro di se la sua nipotina.

Sento bussare alla porta e subito urlo <avanti> la posta si apre rivelando Ade con in braccio il piccolo Manuel, che ormai ha 6 mesi, ed è un bambino bellissimo.

Passiamo tutto il pomeriggio insieme, tra una chiacchiera e l'altra Ade se ne va, appena se ne va decido di alzarli e di andare al bagno per darmi una sistemata.

Ma appena arrivo al bagno sento bel liquido colarmi per le gambe, guardo in basso e realizzo che ho rotto le acque, istintivamente mi tocco la pancia e cerco di non andare nel panico.

Faccio dei respiri profondo e rimango fissa sul pensiero che tra poco tempo si spera vedrò la mia bambina.

Mi cambio velocemente i pantaloni e mi cammino verso l'ufficio di Vladimir, appena davanti la porta la apro senza esitazione e lo trovo chinato su alcuni fogli.

Appena si apre la porta alza lo sguardo, appena mi vede inizia a dire, <Rosy dovresti essere a letto> pronuncia queste parole in tono severo.

Faccio qualche passo verso di lui ed incrocio la braccia <mi si sono appena rotte le acque coglione> per la prima vota sento una contrazione e d'istinto metto una mano sul ventre piegandomi leggermente in avanti.

Lo sguardo di Vladimir cambia e diventa terrorizzato si alza di scatto e mi raggiunge, mi mette una mano sul fianco e mi aiuta a camminare.

<tranquilla amore, la nostra principessa vuole venire al mondo>

Raggiungiamo l'auto dove ci aspetta già l'autista con tutte le valige che serviranno a me e alla bambina in ospedale.

In pochissimo tempo raggiungiamo la clinica privata, scelta appositamente per problemi di privacy e per motivi di comodità, la loro logica è più pachi più ti trattiamo bene.

Arriviamo e subito mi visitano, ci avvisano che sono già in travaglio.

In poche ore mi ritrovo a urlare come una pazza mentre l'ostetrica mi incita a dare l'ultima spinta, mentre stringo la mano di Vladimir.

La dottoressa prende la bambina e da l'onore di tagliare il cordone ombelicale a Vlady, sembra un po' titubante nel farlo.

Finalmente la bambina viene consegnata a me ma per poco tempo, perché la devono pesare vestire ecc.

30 minuti dopo...

Mi hanno spostata in una stanza per potermi riposare, solo letteralmente sfinita, ma questo non supererà mai la gioia che provo, nulla potrà superarla.

Arriva un'infermiera con la mia bambina su una culla, mi spiega velocemente alcune cose e la fa attaccare al mio seno, se ne va e rimango da sola con la piccolina.

Nella stanza entra Vlad che appena ci vede mi sorride, si avvicina e si siede a bordo del letto, mi da un leggero bacio sulla fronte, guarda la bambina con occhi innamorati <come la chiamiamo?> mi chiede, in questi mesi ci ho pensato tantissimo la in questo momento non mi viene in mente nessun nome.

<decidi tu> dico, lui la guarda ancora e se ne esce con <Natalya> <mi piace> lo guardo sorridendo.

Si avvicina al mio orecchio come se volesse dirmi un segreto <di secondo nome chiamiamola come tua madre> mi scende una lacrima in suo ricordo ma subito asciugo, ed annuisco.

<Natalya Laura Sokolov> sussurro accarezzandole la testolina, guardo Vladimir e gli chiedo, <potresti prenderla e rimetterla nella culla?> subito lo vedo poco convinto della domanda che gli ho fatto.

<no, no non so come si tengano in braccio i bambini, poi non sono delicato e se le faccio male? Non le lo perdonerei mai>

<ehi ehi tranquillo, metti le braccia come faccio io> copia la mia posizione e gli adagio dolcemente la bambina fra di esse, lei lo guarda riconoscendo il suo papà.

Tra le sue traccia sembra piccola piccola, lui la tiene salda a se come se fosse fatta di cristallo e fosse la cosa più preziosa e delicata al mondo.

Un mafioso cosi pericolo e temuto da tutti che a paura di fare del male.

Sorrido all'immagine che mi si presenta davanti, perché più felice di così non potrei essere, ho un marito che mi ama follemente, una figlia piccola e in salute, la mia vita sembra andare finalmente per il verso giusto e ne sono orgogliosa.


(891 parole)

Destinata a Lui da SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora