-19- la proposta

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Stanno per servire il dolce quando mi alzo e vado verso in bagno, non chiedo nemmeno indicazioni conoscendo il locale a memoria, mi avvicino allo specchio per sistemarmi il trucco e darmi una rinfrescata

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Stanno per servire il dolce quando mi alzo e vado verso in bagno, non chiedo nemmeno indicazioni conoscendo il locale a memoria, mi avvicino allo specchio per sistemarmi il trucco e darmi una rinfrescata.

Appena ritorno vedo già i dolci serviti al tavolo, mi siedo e appena vedo la fetta di porta al cioccolato sorrido, alzo lo sguardo <sai a volte questa cosa mi fa paura, mi conosci troppo bene>.

Finiamo di mangiare il dolce nel silenzio più totale il che è molto strano perché Vladimir non parla solo quando è sotto pressione o ansioso per qualcosa.

Mi alzo cercando di scappare da questo silenzio pressante e vado verso le grandi vetrate con una magnifica vista, dopo nemmeno due minuti di pace sento i passi di Vladimir dietro di me.

Mi volto e lo trovo inginocchiato davanti a me, appena realizzo rimango a bocca aperta, Vladimir infila la mano nella tasca della giacca e sfila un cofanetto.

Più i secondi passano più mi rendo conto che il mio sogno adolescenziale si sta avverando, proprio sotto i miei occhi.

Lui alza lo sguardo e i suoi occhi sono come un enorme lago dove specchiarmi, capisco il silenzio della cena dato dall'ansia e capisco anche l'anello mancante dal dito di Alina, che probabilmente si trova in quella scatolina.

<Rosa Dasha Torricelli vuoi sposarmi?> chiede posandomi sotto gli occhi l'anello più bello che abbia mai visto, anche se l'ho visto milioni di volte è sempre bellissimo, non esito a rispondere <si, lo voglio>.

Vladimir prende l'anello e me so infila al dito, subito dopo si alza e mi bacia con foga, mi prende per mane e mi trascina velocemente verso la macchina impaziente di tornare a casa.

Nel tragitto ho dovuto varie volte allontanare la mani di Vladimir dai miei punti sensibili, appena arriviamo in casa scendo dall'auto e Vlad mi solleva e mi porta in casa.

Appena varcata la porta d'ingresso inizio a sfilarmi i tacchi e ad allentargli la cravatta, ma veniamo interrotti dal suono del mio telefono che puntualmente ignoriamo.

Mi prende per mano e con incamminiamo verso il secondo piano, arriviamo in camera, Vladimir mi spinge sul letto, ma siamo d nuovo interrotti dallo squillo del telefono però questa volta è il suo.

Sbuffa leggermente prima di sfilarlo dalla tasca e rispondere, mentre ascolta quello che gli dice la persona al telefono vedo la sua espressione cambiare ed io mi allarmo subito <...certo arriviamo subito> conclude la telefonata.

<è successo qualcosa? Qualcuno sta male?> chiedo totalmente presa dal panico, <Adelà> è l'unica cosa che esce dalle sue labbra, <Adelà, oh mio dio il bambino>.

Mi alzo di scatto <andiamo subito> andiamo da Ade sperando che non sia successo nulla ad entrambi.


(418 parole)

Destinata a Lui da SempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora