Apro gli occhi lentamente e a fatica, avvertendo un grande sforzo nello sbattere le palpebre per la prima volta dopo chissà quanto tempo. Inizialmente, ciò che mi circonda mi appare offuscato a tal punto da farmi distinguere solamente inquietanti macchie di colore, sparse nello spazio del mio campo visivo senza un ordine ben preciso; pian piano il mondo mi appare come un insieme di linee e punti che, dopo essersi sostituiti ad un bianco accecante, iniziano ad acquisire spessore.
Dove sono?
Sicuramente non a casa: questo posto è troppo moderno ed ordinato per appartenere ai Quileute; se fossi stata da loro, mi sarei aspettata pareti di legno, mobili del medesimo materiale, un freddo materasso aderente alla mia schiena ammaccata: non c'è dubbio, sono dai Cullen...
Sicuramente il branco mi avrà portata qui solo per non lasciarmi morire in quella maniera piuttosto spartana, ma credo che Sam non abbia intenzione di accettarmi nuovamente tra loro.
È questione di tempo, non appena mi rimetterò in piedi mi caccerà via, ne sono certa.
La stanza è vuota. L'idea di svignarmela emerge nella mia mente come un delizioso veleno dal profumo inebriante.
Con un colpo di reni mi giro su un fianco e mi metto a sedere lentamente; mi sollevo con grande fatica, ansimando ogni volta che il dolore mi provoca una fitta più forte delle altre, attenta a non fare troppo rumore per non attirare l'attenzione.
Una graduale e dolorosa contrazione dei muscoli del busto anticipa una fitta lancinante all'altezza della ferita che mi taglia il fiato in gola; sono tentata di abbandonarmi sul letto per alleviare il bruciore ma l'istinto mi dice di fuggire da questo posto, nel quale credo di non essere la benvenuta.
Attraverso la stanza in diagonale a fatica e, una volta arrivata alla porta, quest'ultima arresta la mia caduta mentre si spalanca violentemente.
Poggio entrambi i palmi a terra e mi rialzo immediatamente, arrivando fino alla ringhiera sulla veranda.
Le mani delicate di Leah mi aiutano a ritrovare l'equilibrio e mi stringono in un abbraccio che mi fa venir voglia di raggomitolarmi su me stessa per sentirne meglio il calore.
Aspetta un secondo, Leah è qui?! Dai vampiri?! Mi sono forse persa qualcosa?
《Ma sei matta?! Carlisle ha detto che potrai alzarti tra due o tre giorni, ti sembra questo il momento di...》 La ragazza non riesce a finire la frase che scoppia a piangere, 《Mi sei mancata tantissimo... Pensavo che non ti avrei più rivista... Come ti è venuto in mente di affrontare Victoria con una ferita tanto grave? 》 Mi rimprovera.
《Lo sai che ho la testa di granito》Sussurro a fatica, disegnando un sorriso sul volto.
Leah sorride ma le lacrime continuano a rigarle le guance: 《Sei sempre la solita Lupacchiotta cocciuta, non cambierai mai, ma vedi di startene a cuccia finché non ti sarai rimessa del tutto, d'accordo?》
《Dov'è il resto del branco?》Le chiedo, staccandomi dal suo abbraccio.
《Assieme ai Cullen. Stanno ripulendo la radura dai corpi dei Neonati》
《E Sam?》 Le chiedo, con voce tremante.
Lei sospira, poi la sua espressione si rabbuia: 《Non ha espresso nulla riguardo alla tua situazione》
《Pensi che vorrà mandarmi via di nuovo?》
《Non lo so, ma le sue emozioni mi sono sembrate positive dopo quello che hai fatto... Tieni conto che si è sempre basato sui fatti, mai sulle parole》
《Ti prego, non me lo ricordare》Dico, roteando gli occhi e provocandole una risata.
Poi, quando il mio pensiero galoppa verso il ricordo totale di quanto accaduto, sento come se il cervello mi si stia impregnando d'acqua.
《E Jacob?》 Chiedo, mentre un brivido freddo mi percorre ferocemente la schiena per poi aggregarsi al groviglio selvaggio di cicatrici sul mio cuore.
Leah mi sorride con compassione, 《Ha lasciato il branco. Per te. Ha affrontato Sam subito dopo che tu hai perso i sensi per rivendicare la sua posizione di maschio alfa. Per te》, sussurra dolcemente, scostandomi una ciocca di capelli dal viso, 《È per questo che ora sei dai Cullen... Ed è per questo che io sono con te: anch'io e Seth abbiamo lasciato il branco...》
Jacob ha lasciato il branco... Per me?!
Apprezzo moltissimo il sui gesto ma allo stesso tempo mi sembra di essere intrappolata all'interno di un incubo a colori vivacissimi in cui, per quanto possa correre finché i polmoni non mi scoppiano, non sono mai abbastanza veloce.
《E dovrei essere io quella matta?! Leah, dovete tornare, tutti e tre! Non fraintendermi, apprezzo davvero molto il vostro gesto, ma voi non avete fatto nulla e non meritate quello che è capitato a me》Dico, iniziando ad agitarmi.
《Calmati, o sennò la ferita si riaprirà》Cerca di tranquillizzarmi la ragazza, con scarso successo.
《No, non mi calmo! Specialmente con questo terribile odore di vampiro nell'aria! Dio, è insopportabile》Commento, arricciando il naso.
《A chi lo dici... E poi secondo loro dovremmo essere noi Lupi quelli a puzzare di cane bagnato...》Ride lei.
Scruto pensierosa l'orizzonte solitario, vogliosa di stringere in pugno quell'immensa linea dove la terra tocca il cielo.
《Dov'è adesso?》Chiedo con fermezza.
La ragazza segue il mio sguardo e lo proietta oltre gli alberi.
La scosto bruscamente, balzo giù dai gradini e, nel mentre in cui sono a mezz'aria, mi trasformo in lupo.Il fruscio dell'erba al mio passaggio, lo stormire delle cime degli alberi, il crepitio dei rametti e il rimbombo dei miei passi nel terreno si tramutano da suoni insignificanti a rumori assordanti.
Nella mia testa rimbomba un solo obbiettivo, una sola ragione per cui continuare a combattere contro il dolore, un solo nome: Jacob.
Lo scrosciare dell'acqua in lontananza mi annuncia la presenza di un torrente.
La vista della riva arresta di colpo la mia corsa sul bordo roccioso lambito dal corso d'acqua: la potenza della corrente mi inquieta.
Coraggio, per Jacob.
Appoggio decisa una zampa sul letto roccioso del torrente, in un punto dove la corrente mi sembra meno violenta, mentre l'acqua mi arriva alle ginocchia, inizia a lambirmi i fianchi, arriva al collo, mi copre fino al garrese.
Quando le zampe non toccano più il fondale, nuoto con energia verso la riva opposta con solo la testa fuori dalla superficie.
Presto torno a sfiorare le rocce sotto di me ed inizio la mia salita verso la sponda, emergendo un pezzo alla volta.
Tornare sulla terra ferma mi rasserena e, dopo essermi scrollata l'acqua di dosso, riprendo la mia corsa alla ricerca di Jacob.
So dove trovarlo.
Attraverso il bosco fino ad arrivare ad uno sperone di roccia proteso sul mare in tempesta; da qui, la terra assomiglia ad un miraggio verde e marrone là dove solo una sottile linea la separa dal cielo nuvoloso.
Le mie zampe raschiano la terra grassa ed impregnata d'acqua a causa di un precedente acquazzone, mentre le mie narici inalano l'odore della pioggia, dell'erba fresca, della libertà.
I miei occhi si focalizzano sulla figura di Jacob, che scruta l'orizzonte come un predatore guarda la preda.
Sulle prime non mi ha sentita, dato che il mio arrivo si era confuso con lo stormire delle fronde degli alberi ed il forte vento che annuncia l'arrivo del temporale.
Si volta a guardare nel folto degli alberi, là dove compaio in forma umana e sostengo il suo sguardo.
Per un attimo il tempo si ferma ed i nostri occhi sembrano voler parlare più delle nostre bocche mute.
Jacob...
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𝕌𝕟 𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝔼𝕥𝕖𝕣𝕟𝕠 || 𝙹𝙰𝙲𝙾𝙱 𝙱𝙻𝙰𝙲𝙺
RomanceAstrid è una ragazzina che ama rifugiarsi nelle foreste per trovare tranquillità e sentirsi a proprio agio, distaccandosi dal mondo che sembra continuare a schiacciarla. Una cosa di cui non è a conoscenza, però, è che i boschi della piccola e piovos...