20) Verità

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Prima di oltrepassare il torrente, guardo il mio riflesso nell'acqua: il muso allungato, caratterizzato dalla presenza di una zona chiara che circonda la bocca che sfuma poi in un argento velato. Gli occhi, obliqui e di un azzurro intenso ed espressivo, assomigliano a due zaffiri incastonati in una coltre di pelo soffice.
Il collo è relativamente corto e robusto, gli arti piuttosto lunghi e sottili, la coda di media lunghezza la cui punta termina con una sfumatura nera; sulle zampe anteriori, frontalmente, sono presenti due bande nere longitudinali.
Rimango a fissare il mio riflesso ancora per un po', poi carico il peso sugli arti posteriori e spicco un piccolo balzo, atterrando nell'acqua proprio dove un attimo prima c'era la mia immagine.

《Astrid! Astrid, sei tu?!》Mi chiama Seth, correndomi incontro, 《Ragazzi, venite, presto!》
Esco esausta in forma umana dall'ultimo filare di alberi e mi fermo di fronte al ragazzino, guardandolo fisso negli occhi con espressione vaga.
Embry e Paul escono dal casolare preceduti da Sam e si dirigono verso di me a grandi falcate.
È in questo preciso istante che le mie gambe cedono ed io inizio ad urlare di dolore per la perdita di Jacob. Le braccia di Seth arrestano la mia caduta e mi sorreggono mentre le lacrime scendono incontrollabili.
Sam e gli altri iniziano a correre verso di noi, mentre Embry mi cinge la vita e mi tira in piedi, intimandomi di calmarmi.
《Astrid, che ti è successo?》
《Come hai fatto a scappare?》
《Che cosa volevano da te?》
《Mi chiedo come tu possa essere ancora viva》
Le loro domande mi sembrano provenire da lontano come fossero quasi un eco indefinito, mentre non smetto di singhiozzare e sussurrare il nome del mio amato.
Non riesco nemmeno a sentire la voce ferma di Sam informarmi che Jake è ancora vivo... È vivo?!
《Lupacchiotta!》 Grida una voce piacevole e roca, che sono certa di poter riconoscere tra mille.
Alzo la testa, gli occhi che pulsano da quanto si sono gonfiati, il cuore infiammato dalla nuova speranza.
Nonostante gli occhi siano annebbiati dalle lacrime, riesco a distinguere un volto a me familiari, con gli zigomi sporgenti ed il mento caratterizzato da un accenno di rotondità infantile tra i lineamenti spigolosi; i suoi occhi scuri, che sembrano contenere le più preziose ricchezze del sottosuolo, si fissano nei miei arrossati dal pianto, ora arrestatosi.
È lui.
Cammina verso di me a passo costante.
Le mie gambe iniziano a muoversi da sole, nonostante i muscoli stiano ancora gemendo di dolore.
Lui accelera il passo.
Mi svincolo dalla presa di Embry, scosto Seth e oltrepasso Sam e Paul, iniziando a correre, incurante del dolore.
Anche Jake ora sta correndo, più veloce, sempre più veloce verso di me.
Trovo la salvezza tra le sue braccia muscolose, che si chiudono attorno alla mia vita un istante dopo avergli gettato le braccia attorno al collo.
Le lacrime tornano a scendere senza freni, mi solcano le guance già salate, non si fermano nemmeno quando Jake mi intima di non piangere, frase forse riferita anche a sé stesso.
《Ti pensavo morto! Erano certi di averti abbattuto!》Dico, nascondendo il viso tra il suo collo e la spalla.
《Posso dire di esserci andato vicino, ma io pensavo a te e me la sono cavata con qualche costola rotta e un po' di lividi》 Mi spiega lui, rivolgendomi un sorriso contagioso.
Vedendo che le mie lacrime continuano a scendere, mi prende il viso tra le mani e mi sorride teneramente: 《Sono vivo, sto bene, e ora sono qui! Non piangere Lupacchiotta, sono qui! Dio, quanto sono stato in pena per te》
《Lo sai che non posso più morire da quando ti ho incontrato》Sussurro, mentre Jake passa entrambi i pollici sulle mie guance rosee per asciugarmi le lacrime.
Ci stringiamo ancora l'un l'altra con forza tirando un sospiro di sollievo, mentre i nostri muscoli possono finalmente rilassarsi e la tensione sciamare via.
《Mi spiace interrompervi ma ci sono questioni molto più serie su cui far cadere l'attenzione》Interviene Sam, avvicinandosi a noi e chiaramente intenzionato a parlare con me, 《Che cosa ti hanno fatto?!》Chiede con il solito tono cupo e fermo.
Esito a rispondere: da una parte vorrei vuotare il sacco, ma dall'altra non voglio mettere a rischio la mia vita.
《Niente. Mi hanno torturata perché credevano che avessi contribuito di persona alla creazione dell'esercito di Neonati di Victoria, tutto qui》Dico, inventando al momento una scusa credibile e compiacendomi per la concreta scelta fatta.
Sam mi scruta con espressione enigmatica, mentre il mio cuore inizia a martellarmi nel petto; spero di essere stata abbastanza convincente, ma dai suoi occhi capisco che ha intuito che gli sto nascondendo qualcosa. D'altronde, in un branco, ogni lupo può sentire le emozioni di un determinato individuo come proprie quindi... Penso che gli sia sorto qualche sospetto, dato che la mia ansia sembra serrarmi la trachea.
《D'accordo. Ti faremo fare comunque un controllo da Carlisle. Jacob, mi sembri la persona più indicata ad accompagnarla a casa dei Cullen》Ordina Sam, in maniera decisa. Troppo decisa.
Jake annuisce e sposta lo sguardo su di me per darmi coraggio, l'unica cosa che al momento mi manca.
Temendo che Edward possa leggere il mio pensiero già troppo evidente, mi rifiuto di obbedire: 《Sto bene, non ce n'è bisogno》
《Non ci si oppone agli ordini, Astrid》 Mi rimprovera Sam.
《Davvero, non ho bisogno di nessun controllo》Replico io, tentando di fargli cambiare idea.
《Qui decido io di che cosa hai bisogno e cosa no. Andate!》 Tuona infine Sam, facendo un cenno con il capo a Jake.
Mi sento letteralmente perduta.

Io e Jake ci avviamo nel folto della foresta, accompagnati dal cinguettio soave degli uccelli nascosti tra le fronde degli alberi e dal gracchiare graffiante dei corvi appollaiati sui rami più alti.
Ogni tanto si riescono ad intravedere degli sprazzi del cielo nuvoloso racchiusi in piccole fessure tra le fitte chiome degli alberi, che filtrano la debole luce già fin troppo pallida.
Non riesco a spiccicare parola: l'ansia che possa uscirmi involontariamente qualche dettaglio del piano di Aro mi impedisce di parlare, di pensare, di rilassarmi, di godermi a pieno questo momento con Jake.
E Jacob sembra aver notato che c'è qualcosa che non va in me: so che riesce a sentire le mie emozioni e forse è proprio per questo che sul suo volto è dipinta un'espressione pensierosa; non ha il solito sorriso contagioso, è serio, ha la mascella serrata e le labbra sigillate, mentre per quanto mi riguarda posso riassumere il tutto con una sola parola: Paura.
《Ehi Lupacchiotta, so che non ti farà piacere rispondere alla prossima domanda che ti farò ma... Ti prego di dirmi la verità: che cos'è successo davvero?》Mi chiede improvvisamente Jacob, trovandomi impreparata.
E adesso che cosa gli dico?
Nulla, assolutamente nulla. Voglio vivere giusto? Bene, allora devo inventare una scusa e seppellire la questione.
Ma allo stesso tempo non voglio che ci siano segreti tra di noi; di lui mi posso fidare ciecamente e magari potremmo trovare una soluzione insieme. Sicuramente manterrà il segreto e non esiterà ad aiutarmi ma... Come faccio a dirglielo?
《Si vede lontano un miglio che stai tremando come una foglia... Di me ti puoi fidare》Dice, fermandosi di fronte a me.
D'accordo, devo dirglielo. Ma da dove comincio?!
"Jacob, Aro ha un piano. Mi ha chiesto di prenderne parte e mi ha minacciato di uccidermi se non lo porterò a termine, ma io non voglio... O meglio, vorrei tanto, ma non posso perché... Perché ti amo... Ma se non lo faccio morirò! Ma..."
Mi arrendo. Devo parlargli.
Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi, portando le braccia al petto sotto gli occhi comprensivi di Jacob.
《Jake, io... Ho mentito. Ma non l'ho fatto volutamente, cioè, sì, l'ho fatto volutamente, ma c'era un motivo più che importante per farlo... È solo che... Non posso dirtelo 》Balbetto, in preda all'ansia.
Jacob assume un'aria preoccupata e corruga le sopracciglia.
《Che ti è successo?》Dice, alzando leggermente il tono della voce per spronarmi a parlare.
《Non posso dirtelo》Mi affretto a rispondere, in seguito ad un improvviso ripensamento.
《No, adesso voglio saperlo》Mi persuade ancora lui, 《Astrid?!》Aggiunge, non ricevendo alcuna risposta.
《Aro vuole che io uccida Bella》Dico di getto, come se le parole mi ustionassero le labbra, 《Se non lo farò, sarò io quella a morire》
Jacob socchiude le labbra e abbassa lo sguardo, corrugando la fronte e passandosi una mano sul volto, 《Ecco perché non volevi andare dai Cullen》 Commenta, quasi tra sé e sé.
Mi mordo il labbro inferiore, incapace di rimanere ferma sul posto.
《Dobbiamo avvisarli subito》Dice improvvisamente, in procinto di raggiungere l'abitazione dei vampiri e facendomi sobbalzare.
《No! Se i Volturi vengono a sapere che l'ho detto a qualcuno, per me è finita》Dico, in tono disperato.
Jacob si volta verso di me con espressione sicura di sé: 《Non ti accadrà nulla finché sarò al tuo fianco》
Scuoto la testa: 《Tu non capisci il rischio che sto correndo in questo momento...》
《Me lo spiegherai meglio di fronte ai Cullen. È giusto che sappiano》
《Per favore, Jake! Sicuramente prenderanno dei provvedimenti per la salvaguardia di Bella e sarà inevitabile che ciò arrivi alle orecchie dei Volturi. C'è in gioco la mia vita!》 Dico, alzando il tono della voce.
《Troveremo una soluzione insieme. Tutti insieme. Io sarò sempre con te. Non permetterò che nessuno alzi un dito su di te. È una promessa》Mi rassicura lui, cingendomi la vita con un braccio per farmi capire di fare sul serio.
Annuisco, seppur riluttante.
Qualcosa andrà storto, me lo sento!



𝕌𝕟 𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝔼𝕥𝕖𝕣𝕟𝕠 || 𝙹𝙰𝙲𝙾𝙱 𝙱𝙻𝙰𝙲𝙺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora