26) Tra vita e morte

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Se prima vivere tra le foreste secolari confinate in un recinto di aspre montagne calcaree equivaleva a dire "tranquillità", ora con decine e decine di Clan di vampiri le cose hanno assunto una piega differente.
Al mio passaggio inizia sempre la solita tiritera: frasi interrotte a metà,  commenti a bassa voce o all'orecchio del compagno, occhiatacce, smorfie, silenzio; ma sinceramente me ne infischio altamente.
Ogni mattina all'alba ed ogni sera al tramonto, Sam e il branco fanno un giro di perlustrazione nella foresta per accertarsi che non ci siano particolari intrusi nel nostro territorio: secondo Alice, Jane non tarderà ad arrivare e sta volta, al contrario dell'ultima, avrà in serbo per me una delle sue diaboliche sorprese causate da quel suo potere incontrastabile.
Basandosi sulla sua recente visione, Alice afferma che la vampira verrà qui di notte con cattive intenzioni, per cui Sam e Carlisle mi hanno proibito di avventurarmi da sola nella foresta da dopo il tramonto fino alle prime luci del giorno; detto così potrebbe sembrare accettabile come cosa, ma in realtà l'ordine impartitomi dal capo Branco e dal capo Clan è più insopportabile di quanto pensassi: dopo che nel cielo compaiono i riflessi rosati del sole morente, devo chiudermi nella mia stanza e non uscire per nessun motivo fino al mattino seguente.
Ormai sono cinque notti che la storia va' avanti così, per cui ho parlato con Jake per vedere se riusciva a farmi ricevere un piccolo sconto di pena, ma lui è stato irremovibile. Ho tentato in tutti i modi di convincerlo a farmi uscire ma niente, quando vuole sa essere anche più testardo di me.
Di fronte alla mia supplica ha esordito dicendo《Il mio compito è quello di proteggerti, non rendermi le cose più complicate di quanto non siano già》, e ha seppellito la questione.
Ho provato a corrompere anche Leah, che di solito è sempre dalla mia parte, ma anche lei si è rifiutata di accontentare la mia richiesta, giustificando la sua decisione dicendo che non avrebbe mai accettato di contribuire ad espormi al pericolo.
In conclusione, anche sta sera sono rinchiusa tra questi quattro muri, distesa a letto a pancia in su, mentre cerco di divertirmi lanciando verso l'alto una pallina fatta con un foglio accartocciato.
Sam mi aveva proposto di cimentarmi nello studio per passare meglio il tempo, dato che ultimamente sto mordendo un po' il freno, ed io, anche se di malavoglia, ho provato a seguire il suo consiglio, o meglio, il suo ordine: ho aperto il libro di poesia con l'intento di imparare a memoria una dozzina di figure retoriche, ma poi le parole hanno iniziato ad assumere forme strane, si allungavano, si accorciavano, si divertivano a fondersi l'una con l'altra facendomi diventare matta; per farla breve, ho gettato la spugna.
Tuttavia, essendo una ragazza che trova sempre un modo per divertirsi, qualsiasi situazione sia costretta a vivere, ho trovato la salvezza dalla noia servendomi della mia singolare creatività: canticchio qualche canzone, talvolta la interpreto ballando e recitando dialoghi di personaggi che mi hanno colpito particolarmente nei film o nei libri che ho letto; mi diverto a costruire torri sovrapponendo le matite, ad allenarmi, a scrivere qualche racconto.
Ma sta sera mi sento esausta: durante il giorno non ho fatto altro che scatenarmi apposta con corse sfrenate ed altre attività che ero sicura avrebbero contribuito a stancare il mio fisico, in modo tale da dormire più rilassata questa notte; e sono contenta di essere riuscita nel mio intento: le palpebre pesanti annunciano che presto verrò trascinata nella spirale del sonno, ed io non vedo l'ora di lasciarmi cullare da un mare di sogni.
Lancio in aria la pallina di carta per l'ultima volta poi, una volta riacchiappata, la lancio all'angolo della stanza facendo canestro nel cestino e mi sistemo su un fianco, chiudendo finalmente gli occhi.
Dalla finestra entra il bagliore della luna, coperta in parte da delle nuvole scure che si fondono perfettamente con la profondità del cielo notturno, ma che però non lasciano intravedere le stelle.
Uno strano scricchiolio mi fa corrugare il viso, infastidita; sarà sicuramente venuto Jared a controllare se al piano di sopra è tutto tranquillo, per cui non ci faccio caso.
Un fruscio all'esterno disturba ancora la mia voglia di prendere il sonno, ma risolvo subito il problema voltandomi dalla parte opposta, in modo tale da dare le spalle alla finestra, dalla quale però continuano a sentirsi dei rumori strani.
Un colpo improvviso mi fa sussultare: qualcosa dev'essersi schiantato violentemente poco distante dal vetro della finestra, qualcosa che però non può averlo fatto volontariamente come magari un gufo o una civetta visto il rumore e la precisione del colpo; qualcuno deve aver lanciato con forza qualcosa dall'esterno.
Prendo un respiro profondo e mi metto a sedere, allarmata: una vocina mi spinge ad andare a controllare ed io decido di seguirla.
Rabbrividisco al contatto dei miei piedi nudi con il pavimento di legno particolarmente freddo e mi alzo, avviandomi silenziosamente verso la finestra.
Per fare ancora meno rumore e non allarmare il branco, appoggio sul pavimento prima il tallone e poi la punta del piede, lentamente, prestando attenzione anche al respiro.
Arrivo alla finestra, tiro la maniglia con movimento lento e controllato e sbircio fuori, venendo immediatamente investita da una folata di vento gelida.
C'è qualcosa che non va.
Un movimento tra la vegetazione poco distante dal casolare.
Il mio cuore ha un sussulto.
《Vieni》Mi chiama una voce flebile quanto una brezza leggera, dal primo filare di alberi che precede la foresta.
《Leah?》Provo a sussurrare, per attribuire un volto a quel suono sconosciuto.
《Vieni》Mi chiama ancora la voce, simile ad un debole eco.
《Rosalie? Sei tu?》Provo a chiedere ancora, sempre più timorosa.
《Vieni》
Mi prendo la testa tra le mani, indecisa sul da farsi: una parte di me, quella che prevale, dice di tornare a dormire perché è tutto frutto della mia immaginazione, ma l'altra mi sprona ad andare a controllare, nonostante la situazione sia tutt'altro che sicura.
《Vieni》
La voce sembra insinuarsi a me come un delizioso veleno che serve ad ipnotizzarmi; a questo punto,  i miei arti si muovono da soli.
Poggio entrambi i palmi sul bordo ligneo della finestra spalancate e, facendo forza sulla braccia, appoggio una gamba sul davanzale mentre con l'altra mi do lo slancio per abbarbicarmi su un grosso ramo proteso verso di me.
Conclusa agilmente la discesa, attenta a non fare rumore e dimenandomi completamente degli ordini di Sam e Carlisle, mi inoltro nel cuore della foresta guidata dalla voce misteriosa.
Dopo aver percorso un tragitto che non sarei in grado di quantificare,  giungo al centro di una rafura illuminata da uno sprazzo di cielo coperto dalle nuvole.
Mi guardo attorno ma non vedo nessuno.
《Ben ritrovata, mia simpatica Lupetta》Mi saluta un'ombra nascosta nel folto della vegetazione.
Jane.
Avrei dovuto capirlo. Ma sembravo come sotto un incantesimo ipnotico...
《Perché quella faccia? Sembra che tu ti sia appena destata dall'ipnosi... Ti avevo detto che sarei tornata》Continua lei, avanzando verso di me con il cappuccio nero calato in testa.
Preferisco non dire nulla.
《Vengo subito al dunque:ci sono giunte delle voci riguardanti i Cullen; pare che stiano mettendo in piedi un... Come potrei definirlo... Un esercito di vampiri. Ti sei lasciata sfuggire qualcosa riguardo al piano di Aro, per caso?》Mi chiede con voce delicata, ma tremendamente inquietante.
《No》Mi affretto a rispondere, scuotendo freneticamente la testa.
Cala il silenzio per una frazione di secondo. Un'eternità.
Lei inarca un sopracciglio: 《Tu menti. Secondo i Volturi tu ci hai traditi》
《No!》Ribadisco io, guardandomi febbrilmente attorno in cerca di un aiuto che non c'è.
《Per questo sono qui. Per punirti》Sibila lei, con un ghigno diabolico stampato sul volto demoniaco.
《Non ho paura di te》Dico, drizzando le spalle per dimostrarle che non temo la sorte che ha in serbo per me.
《L'avrai. Tu l'avrai》Sussurra lei.
Mi volto nella direzione opposta e faccio per scappare, ma un improvviso dolore atroce mi strappa un urlo straziante e mi costringe a contorcermi a terra; il violento impatto con il suolo non è nulla in confronto alla tortura che Jane sta eseguendo su di me.
La sofferenza fisica mi fa sentire ad un soffio dalla morte, appesa ad un filo sottilissimo; urlo fino a scorticarmi la gola, ad urticarmi le corde vocali, nella speranza che qualcuno possa udirmi, ma Jane mi solleva di peso e mi scaraventa contro il tronco di un albero, mozzandomi il fiato in gola.
《Non si tradiscono i Volturi, mia simpatica Lupetta》Sibila lei, senza staccare i suoi maledetti occhi da me e costringendomi ad una pena sempre più insopportabile.
Un ululato in lontananza squarcia la quiete della notte.
《Ferma!》Grida ad un tratto la voce di Edward, arrivato sulla scena per primo e seguito a ruota da Emmet, Jasper e Carlisle.
《Cullen, quale onore rivedervi》Li saluta gelidamente la vampira, interrompendo finalmente la mia sofferenza.
《Non occorre che tu ti accanisca così su di lei》Interviene Carlisle, vedendomi distesa a terra in fin di vita, 《Lei non c'entra》
Jane sorride maliziosamente, staccando lo sguardo dai tre vampiri e tornando a fissarlo su di me con più intensità di prima.
《Astrid!》
《Astrid, dove sei?》
《Più veloce, dobbiamo fare in fretta!》《Muovetevi!》
Mentre altre fitte e stillettate di dolore mi invadono prepotentemente il corpo facendomi contorcere a terra, la speranza si riaccende in me nel sentire le voci del branco.
《Come ci si sente ad essere cosi vicina alla salvezza e così altrettanto alla morte?》Mi chiede lei, con voce delicata ma diabolica.
Poi torna a fissare i Cullen: 《Alla prossima luna piena, tra quattro giorni,  i Volturi verranno a pareggiare i conti. Tenetevi pronti》
Detto questo, scompare velocemente nel folto della vegetazione.
《Astrid!》Mi chiama Jacob, scavalcando agilmente il tronco di un albero caduto e guardandosi freneticamente attorno.
Alla vista dei tre Cullen si volta nella mia direzione e, senza perdere tempo, si precipita verso di me, inginocchiandosi a terra e prendendomi il viso sofferente tra le mani.
Socchiudo gli occhi e vedo i suoi fissi sul mio viso, che mi guardano con preoccupazione.
《Mi... Mi dis-piac...》Cerco di dire, mentre un'altra stilettata mi impedisce di completare la frase a causa di un gemito di dolore.
《Shhh》Mi intima Jake, sforzandosi di sorridermi dolcemente.
Un'altra fitta mi taglia il fiato in gola; le forze mi abbandonano, non ho più il controllo del corpo, non capisco più nulla.
La voce di Jacob che chiama Carlisle mi appare come un suono lontanissimo e sfocato, mentre i miei occhi si chiudono.
Poi, il buio.



𝕌𝕟 𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝔼𝕥𝕖𝕣𝕟𝕠 || 𝙹𝙰𝙲𝙾𝙱 𝙱𝙻𝙰𝙲𝙺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora