𝗽𝗼𝘃 𝗷𝘂𝗻𝗴𝗸𝗼𝗼𝗸
«Sei ancora in tempo per rifiutare...» parla con voce ancora più bassa del solito. Io mi volto verso di lui, scocciato. Come sempre non distoglie lo sguardo, facendomi roteare gli occhi.
«Basterà fingere di essere uno di voi» cerca qualcosa nell'armadio, e quando lo estrae sgrano gli occhi. Uno smoking. «Ma non devo immedesimarmi così tanto» maledico ogni mia decisione. Prendo il completo tra le mani, ispezionandolo per bene: niente da dire, una normale camicia bianca ed una normale giacca nera, che però, solo all'idea di averle addosso rabbrividisco.
«Te l'ho detto, puoi rimanere a casa-»
«Esci di qua» mi squadra da capo a piedi, confuso. «Devo cambiarmi. Vuoi vedermi nudo?» chiedo fin troppo azzardato, quindi continuo subito. «No, fermo. Non voglio sapere la risposta» gli faccio dei gesti con le mani per fargli capire di andarsene, mentre lui sorride malizioso. Devo sicuramente avere le orecchie rosse, quindi mi giro dall'altra parte dandogli le spalle ed appoggiando il completo sul letto. Sento la porta chiudersi, così mi rimetto composto, rimasto ormai da solo.
Forza Jungkook.
È solo uno stupido smoking.
Lo prendo ed istintivamente lo porto vicino al viso. Non sa di mio padre, non fa odore acre di fumo. Profuma di fragole, profuma di lui. Faccio un sorrisetto, iniziando a vestirmi.
«Oh mio dio pure il papillon!» grido frustrato, e posso sentirlo ridacchiare da qua. Dev'essere fuori dalla porta. Il tutto mi sta abbastanza grande, ma neanche troppo. So solo che non posso nascondere le mani, e sento già che questa serata sarà più difficile del previsto. Sistemo il colletto e molto lentamente apro la porta. «Se osi prendermi per il culo ti prendo a pugni» tengo lo sguardo basso, sentendomi fin troppo osservato. «Non riesco a mettere questo» glielo porgo, sperando lo faccia sparire. Invece lo prende, si avvicina e mi fa alzare il mento. Guardo il piccolo neo che ha sotto il naso, mentre mi attacca quel robo infernale.
«Sei bellissimo piccoletto» mi sussurra tutto d'un tratto, voltandosi ed iniziando a scendere le scale. Fanculo a lui e ai suoi dannati complimenti, sento la faccia esplodermi.
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Durante il tragitto stiamo in completo silenzio, solo le note blues che provengono dalla radio producono rumore. È ancora giorno e si riesce a vedere la costa. Io ogni tanto mi volto verso di lui, il quale però rimane concentrato sulla strada. Muovo il piede senza instaurare un vero discorso, l'ho già disturbato fin troppo in questi giorni, se non vuole parlare non sarò io a cambiare la situazione. Accendo il telefono, tanto per distrarmi da questo viaggio che durerà ancora un po'. Appena lo faccio però più di cinquanta notifiche mi impallano il display, facendomi cambiare idea e portandomi a spegnerlo di nuovo. Sbuffo abbastanza rumorosamente, facendolo voltare una volta per tutti. Mi guarda senza proferire parola, come per voler intendere se sia tutto okay solo dalla mia espressione. «Tra quanto arriviamo?» incrocio le braccia, sentendomi già uno schifo dentro questo abito.
«Poco più di venti minuti» mormora, ed io preso da uno scatto d'ira mi volto completamente verso il finestrino. Non salto dalla gioia per voler arrivare alla mostra, ma in questo momento vorrei solo uscire dalla macchina e mandare a fanculo il mondo. Proprio mentre appoggio la testa al vetro, sento la sua mano poggiarsi sulla mia gamba, così mi giro e passo lo sguardo più volte dalla sua faccia al suo braccio, ma tutto quello che fa è continuare a guardare la strada e massaggiarmi la gamba delicatamente. Deglutisco, forse fin troppo agitato, ma poi mi rilasso, lasciandogli fare ciò che vuole.
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Finalmente arriviamo. Inizio ad aprire lo sportello dell'auto, ma il biondo mi ferma. «Posso far ripartire l'auto e tornare a casa, non è un proble-»
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfiction«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...