«E' tua...» butto giù il boccone. «La playstation in camera?» mi rendo conto solo dopo di ciò che ho detto. Certo che lo è, sono in casa sua.
Come mi aspettavo annuisce. «Un regalo da parte di un amico» sgrano gli occhi. Per caso tutti i suoi conoscenti sono ricconi come lui? E pensare che io a Yoongi per il compleanno ho regalato un libro, e a lui neanche piace leggere. «Puoi giocarci dopo, se vuoi» scatto, emozionato.
«Veramente?»
«Mhmh» mette in bocca altro ramen ed io mi zittisco, soddisfatto. «Dimmi qualcosa di te, Jungkook» quasi mi strozzo per il modo in cui l'ha detto. La sua voce calda ancora mi rimbomba nelle orecchie.
«Ehm...perché?» Non alzo lo sguardo.
«...curiosità?» Alza le spalle, tranquillo. Tossisco, decisamente a disagio.
«Cosa vuoi sapere?» Cerco di mostrarmi sicuro, roteando gli occhi. Prendo il bicchiere e lo porto alle labbra.
«Ti interessa qualche ragazza?» L'acqua mi va di traverso, portandomi ad affogare e tossire in modo brusco.
Ok, decisamente inaspettato.
«N-no» tolgo le mani dal tavolo, iniziando a torturarmi le dita. Perché siamo entrati in questo agormento? Non mi sento mai a mio agio a parlare di queste cose. «E t-tu?» Mi esce spontaneo, portando a farmi ancora più male, sorpreso dalla mia stessa uscita. La prima volta che abbiamo parlato di questo ho finito per urlargli nel bagno di un ristorante, e lui stava per baciarmi.
«Il ragazzo che mi piace credo mi detesti» parla tranquillo, il battito mi aumenta e sento le orecchie andarmi a fuoco. Neanche sta parlando di me, che mi prende? «Ma credo di essere ricambiato» mi osservo le gambe. Poi sento una vicinanza al piede, ed alzo lo sguardo. Ha un espressione maliziosa stampata sulla faccia. Scatto, alzandomi rapidamente.
«Sei veramente-»
«Le mani, Jungkook...» si alza pure lui, spaventandomi. Si avvicina quasi senza che io me ne renda conto, prendendo le mie dita tra le sue mani. Solo dopo abbasso lo sguardo e noto che sto sanguinando. Le ritraggo, nascondendo ogni prova.
«Non è n-niente» le metto dietro la schiena, ma lui è ancora sbalordito. Credo di non averlo convinto.
Mi succede spesso, appena mi sento fuori luogo o il mio corpo si sente in imbarazzo, inizio a martoriarmi le dita senza rendermene conto. È un abitudine che ho sin da piccolo.
«Che cosa hai fatto? È colpa mia?» La sua voce trema improvvisamente, confondendomi. Perché ogni volta che c'è la mia salute di mezzo diventa così vulnerabile? Dov'è il Kim Taehyung sfacciato che tanto odio?
«No, tranquillo» anche se in parte lo è, preferisco mentire. Mi sembra già troppo preoccupato per indossargli questa responsabilità. La sua espressione vuota rimane tale, facendomi corrugare le sopracciglia. «Hey» porto le mani 'ferite' sulle sue, stringendole. Non so perché ma sento il bisogno di consolarlo.
Mi guarda, portando più volte lo sguardo dal mio viso sinceramente dispiaciuto alle nostre dita intrecciate. «È tutto okay, devo solo lavarle» accenno un sorriso, ma lui continua a non tranquillizzarsi.
Mi prende per il polso e mi costringe a seguirlo, portandomi dentro al bagno. Apre il rubinetto del lavello facendo scorrere un po' d'acqua sotto il mio sguardo confuso ma compiaciuto. Apre lo sportello sopra lo specchio, facendo cadere alcune cose per il tremolio. «Hey, hey» gli poggio una mano sulla spalla, vedendolo particolarmente impacciato. «Calmati, un po' di sangue non mi fermerà dal prenderti a pugni» ridacchio, ma non sembra funzionare.
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfiction«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...