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«Sembri improvvisamente più felice» dice, allargando le braccia sullo schienale della poltroncina in cui si trova, mentre io sto guardando i vari abiti appesi, prendendone qualcuno per provarlo sopra i vestiti.

«È che questo mi piace proprio» dico una mezza verità, perché lo smoking che ho in mano non sembra essere tanto male. Lo guardo più volte, è nero con tanti ricami di color oro, i pantaloni sono scuri e sotto, abbinata, c'è una camicia dello stesso colore. L'unica cosa a risaltare sono le ricamature e non mi dispiacciono per niente.

Sento il biondo scuotere la testa, avendo probabilmente capito l'altro motivo per cui sono più tranquillo. «Sai che per provarlo devi toglierti i vestiti, mh?» si passa la lingua sulle labbra, così io distolgo subito lo sguardo per non far vedere che sto andando a fuoco.

«Esistono i camerini per un motivo, Mr. ovvietà» lo prendo in giro, dirigendomi verso uno di essi. Entro nel primo e chiudo il rideau, iniziando a togliermi la felpa. Appena ho il petto nudo però, sento la tenda muoversi ed un biondo entrare dentro con un espressione indecifrabile come sempre, facendomi istintivamente spiaccicare al muro dietro di me. «Che cazzo fai?» domando allarmato, lui richiude la tendina, come se la cosa fosse normale. Cerco di coprirmi con l'abito, ma mi fulmina con lo sguardo. Che situazione imbarazzante.

«Non posso aiutare?» me lo toglie di mano.

«Sappiamo entrambi che saresti solo d'intralcio» faccio la stessa cosa. Ci guardiamo socchiudendo gli occhi, e la solita aria di sfida si fa viva. Prima che io me ne renda conto allunga un braccio e mi intrappola tra esso ed il suo bel viso, sbattendomi il fiato alla fragola in faccia. Già prima lo spazio che ci separava era poco ed io stavo impazzendo, adesso credo di poter direttamente svenire, dannato di un Kim.

«D'intralcio, dici?» sussurra, le nostre bocche talmente vicine che con un movimento solo potrei unirle e far finire questa piacevole, ma estenuante tortura. Con la forza rimasta nel corpo annuisco freneticamente, e lui sorride di poco, avvicinandosi ancora di più. Le nostre labbra sono ormai a contatto, fin quando però la ragazza di prima si schiarisce la voce dall'altra parte della tenda, facendomi roteare gli occhi e spingendo il biondo, tenendo le mani sul suo petto.

«I camerini sono per una sola persona» parla fredda, sicuramente rimasta male per quello che le è stato detto prima. Ma una commessa tanto fastidiosa solo a noi? Il ragazzo, come a farmelo apposta, riunisce le nostre labbra in un bacio a stampo, per poi uscire definitamente e scusarsi con la ragazza. Credo ormai di essere viola in faccia, non rosso. Per finire tutto questo più in fretta possibile metto lo smoking, e guardandomi per un attimo allo specchio dentro esco, facendo una giravolta infantile davanti al ragazzo, seduto di nuovo su quella poltrona. Poi mi rifaccio piccolo, sentendo il suo sguardo bruciante su di me, ma non udendo nessuna parola uscire dalla sua bocca.

«Allora?» ancora niente, solo i suoi occhi fissi sui miei. «Okay, vado a toglierlo, non ti piace» un po' deluso faccio retro front, ma vengo fermato dalla sua mano, che sta tenendo saldamente il mio polso.

«Sei bellissimo, piccoletto» bastano due parole per farmi sciogliere. Ma ovviamente non gliela do vinta, togliendomi bruscamente dalla sua presa. Però non so cosa dire, ho come le parole bloccate in gola. «Prendiamo questo» continua lui, decidendo anche per me. Annuisco piano, tornando nel camerino per toglierlo.

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«Eccovi tornati pasticcini!» ci accoglie un Hoseok sorridente, mettendo nella tavola lunga alcuni snack. Un inserviente cerca di aiutarlo, ma lui, in modo gentile, rifiuta e continua, mentre noi ci avviciniamo. Siamo stati fuori circa un'ora e adesso è orario di pranzo, si sente già un profumo di cibo pronto, infatti. «Allora, bel Jungkookie? Hai comprato qualcosa?» indica la busta che ho in mano, io sorridente allo stesso modo la porto in avanti.

Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora