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«Amico, sei serio?» Domanda scazzato Yoongi, al telefono.

«Si, Yoon. Ho fatto la cazzata del secolo» chiudo il mio armadietto, per poi continuare a camminare per il corridoio.

«Ed io con chi gioco a Final Fantasy VII?»

Sono nel bel mezzo dell'intervallo, e subito ne ho approfittato per chiamare il bianco e avvisarlo che fino a sabato sera non potremo vederci. Gli ho detto che se voleva sarebbe potuto venire ad aiutarmi al locale, ma mi ha riso in faccia. Dovevo aspettarmelo.

«Giocherai da solo, non morirai per il resto della settimana, al contrario di me»

«Sei così smielato per tua madre. Quasi non ti riconosco» mi prende in giro, dicendo però la verità.

Non credo sia colpa mia. È stata l'unica persona che ha sempre creduto in me, e ha sempre perdonato ogni cazzata che mi sono ritrovato a fare negli anni. Mio padre se n'è andato molto tempo fa, lontano da questa famiglia, e lei ha dovuto farmi sia da madre che da padre. Odio vederla delusa, perché ogni volta noto anche solo dal suo sguardo che non da la colpa a me, ma a se stessa. Non voglio che si prenda la responsabilità degli errori che io stesso commetto, e quindi quando posso cerco di essere gentile con lei, e la accontento. Mi basta che sia felice.

Anche se fare casini è nel mio dna.

Non lo faccio apposta, né perché sono uno stronzo, succede e basta, e dopo mi ritrovo a dover pagare le conseguenze. Dicono sia istinto, ed io per non credermi pazzo, dico di essere d'accordo.

«Buongiorno biscottino!» Un volto sorridente mi spaventa a morte facendomi sobbalzare, sotto il suo sguardo confuso.

«Scusa Yoon, ci sentiamo» attacco, rivolgendo la mia attenzione alla rappresentante del consiglio studentesco. «Si, Rosé?» Evito di risponderle male per il nomignolo che ha utilizzato. Ma davvero tutti mi trovano così tenero?

«Chi era al telefono?» Domanda, infastidendomi e costringendomi a fare un espressione decisamente confusa. «Oh scusa, hai ragione» si corregge da sola. Forse sono stato troppo espressivo. «Volevo solo sapere se ti interessasse entrare a far parte della squadra di baseball» sorride a trentadue denti.

Rosé è la rappresentante d'istituto, non che del consiglio studentesco. È solare, forse fin troppo, e letteralmente invadente nei miei confronti. Non mi sono mai interessato troppo alla sua vita, so solamente che è abbastanza sola. Per questo tento di ascoltarla quando mi incrocia per i corridoi.

«Ho rifiutato l'offerta per quattro anni, cosa ti porta a pensare che adesso io accetti?» Roteo gli occhi, stringendo la cartella tra le spalle.

«Beh...lungo il corso degli anni sei migliorato fisicamente» tossisce. «E sembri molto più allenato. Saresti assolutamente perfetto. Ed inoltre ogni persona desidererebbe entrare a far parte di una squadra tanto importante quanto i Busan Jaguars» si complimenta, mimando con le mani dei fuochi d'artificio, e facendo sembrare il suo discorso già preparato in precedenza. Un po' mi spaventa.

«È un no» cerco di superarla, ma mi ferma.

«Eddai Jungkookie, fallo per la tua rosetta preferita» continua a farmi paura. Non ci parliamo quasi mai, se non quando ha da riferirmi qualcosa di importante per la scuola, di cui io altamente mi frego.

Però il suo sguardo tanto speranzoso, che neanche un cane bastonato di prima categoria, mi fa dubitare. Oltre a rendermi sempre più sicuro del mio...

La campanella interrompe il mio monologo mentale.

«Se ti dico che ci penserò smetterai di fare quello sguardo?» Le dico per renderla felice e togliermela di mezzo. Tanto rimarrà un no.

Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora