Faccio per scendere, ma la voce di Hoseok ferma sia me che il biondo. «Taehyungie, puoi scendere?» gli domanda.«È quello che stavo facendo» risponde corrucciato.
«Lo so, ma voglio parlare un attimo con Jungkookie, ti dispiace?» dopo una giornata intera fatta solo di ignorarsi, finalmente mi rivolge uno sguardo di pochissimi attimi che viene ricambiato. Nega con la testa, forse un po' scocciato, poi ci lascia da soli.
«Io tra poco andrò via, voi mi raggiungerete domani» mi spiega, ed io alzo le spalle. È già sera, quindi spero che domani arrivi in fretta.
«Se a lui va bene...» sussurro.
«Jungkookie» sospira, mettendosi più comodo. «Taehyung è una testa calda, lo è sempre stato. Ma non per questo non tiene a te» abbasso il capo. «Sai quando mi hai chiesto perché secondo me aveva comprato una casa qua?» annuisco. «Sciocchino non ci sei arrivato da solo? L'ha fatto perché si era interessato ad una certa persona» corrugo la fronte. «Di nome Jungkookie e con due occhioni che mi impediscono di sgridarlo per quanto è ingenuo!» rimango un attimo a pensare.
Si è trasferito qua...per me?
«Non fare quella faccia mio caro» lo guardo negli occhi, cercando di risultare calmo. «È proprio così, sono riuscito a tirarlo fuori direttamente da lui, e sai quanto sia difficile smuovere quel pezzo di pietra» sorrido, ha ragione. «Quindi non credere che per uno stupido commento sia finita, perché non è così! Non dico che tra di voi non ci saranno mai litigi, la credo abbastanza impossibile per i vostri due caratteracci, ma almeno risolvete adesso, quando vedo come vi guardate delusi quasi vorrei dirvi qualcosa!»
«G-grazie, Hoseok» accenno un sorriso.
«E chiamami pure Hobi» alzo lo sguardo. «Siamo amici ormai, no?»
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«Ti accompagno» prende iniziativa il biondo, appena io e il rosso entriamo in casa.
«Ho già chiamato un taxi» trascina la valigia verso l'ingresso. «Non preoccupatemi per me, ci vediamo presto!» e così esce dalla porta, lasciandoci definitivamente soli. Con un sospiro trattenuto il biondo mi da le spalle e si avvia verso il retro della casa, ma spontaneamente lo richiamo.
«D-dove vai?» appoggio una mano sul bracciolo del divano.
«Devo...» abbassa il capo. «Fare delle chiamate. Per il compleanno di Seokjin» annuisco.
«Ah, si...vai» abbastanza deluso guardo altrove.
«Perché, volevi parlare?» fa un passo verso di me, ed io faccio il contrario.
«No, se hai da fare non importa» sta volta sono io a fare retrofront ed andare verso le scale per il piano superiore.
«Jungkook» allunga una mano, così mi blocco. «Aspetta» lo lascio continuare. «Se devi fare la doccia ti porto degli asciugamani» apro la bocca, stupito negativamente.
«Hai solo questo da dirmi?» non mi guarda negli occhi, stando in silenzio. «Perfetto, ciao» scatto.
«Mi dispiace» dice così tanto velocemente che stento a credere lo abbia detto davvero. «È questo ciò che volevi sentirti dire? Mi dispiace»
«Dovresti pensarlo, non dovrei essere io a doverlo richiedere» roteo gli occhi, già stufo di questa conversazione. Non sembra voler continuare. «Senti, io vado in camera. Tieniti i tuoi stupidi asciugamani e le tue stupide scuse» preso dalla rabbia me ne vado, sbattendo i piedi per le scale.
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Durante la cena c'è stato il totale silenzio. Nessuna domanda scomoda e nessuna frecciatina da parte sua, solo un mutismo tombale, che io troppo incazzato non sono riuscito a spezzare. Sono stato tutto il tempo a pensare al discorso di Hoseok, a ciò che mi ha detto, ma comunque non sono riuscito ad arrivare ad una conclusione. E sicuramente questo suo disinteresse non mi aiuta a capire.
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfiction«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...