POV JUNGKOOK
«Ciao Namjoon, ci vediamo a capodanno» mia madre gli da un grande abbraccio, io lo saluto con la mano. Le nostre vacanze purtroppo sono finite, è tarda sera e siamo arrivati davanti casa da appena dieci minuti. Non vedo l'ora di mettermi sotto le coperte e giocare ad un nuovo videogame, il regalo di Natale del biondo. Sembra un gioco fighissimo, la grafica pare pazzesca e le skins pure.
Entro dentro dopo mia madre, la quale toglie la sciarpa dal collo e va verso le scale. Io mi avvio in cucina per prendere qualche snack, ma notando qualcosa sul tavolo mi fermo. Una lettera ed una busta chiusa di fianco. «Mamma» parlo ad alta voce per farmi sentire «Sono tuoi questi regali?»
«Quali regali tesoro?» continua a salire le scale. «Adesso faccio una doccia, aprili pure tu» arriva in cima. «Ah e preparati qualcosa se hai fame!» mi dice, poi canticchia una canzone inglese natalizia. "It took me by surprise, the hatred in his eyes. I've pushed this man as far as he could go" la sua voce intona, per poi sparire dietro la porta del bagno.
Alzo le spalle, portando tutto in camera per aprirli. Chiudo la porta, lanciando la busta sul letto. Non ha fatto rumore, dev'essere qualcosa di piccolo. Apro la scatola, trovandoci dentro un... Game Boy? «Uhm?» inaspettato. «Quel coglione di Yoongi, gli avevo detto di non farmi niente!» ridacchio, estraendo poi un foglio dalla busta da lettere. Noto un'altra cosa, ma la lascio incartata.
Caro Jungkook
E già qua capisco che non si tratta del bianco. Il cuore mi sale in gola, credo di avere la febbre.
Mi dispiace averti fatto un regalo. Non è la prima cosa che una persona normale direbbe dopo essere corso da una parte all'altra della Corea per una vecchia scatola (e l'unico 'videogioco' di cui sono a conoscenza), ma scrivendolo a te so che sono le parole giuste. Sono consapevole di quanto tu odi le sorprese, le lettere, la pietà e tutto ciò che abbia a che fare con l'amore...o con me. E non sto cercando di corromperti o qualunque altra cosa che può passare dentro quella mente geniale che ti ritrovi, mi pento solo di non aver avuto il coraggio di dirti niente, dopo quel giorno. Sai quanto io non sia bravo con le parole, di quanto io detesti parlare. Sono modestamente più bravo a dipingere e a far parlare gli altri. Ma sta volta sentivo il bisogno, almeno per iscritto, di dirti tutto ciò che non ho avuto il coraggio di esprimere e che avrò strizza di ripeterti quando ti vedrò, se verrai. Mi dispiace averti fatto sentire chi no non eri, sono immensamente dispiaciuto per averti costretto a seguire ogni mio passo, quando tu volevi solo non avermi intorno. Mi dispiace risultare così patetico, quando la colpa è solo mia.
Una lacrima bagna il foglio, sbiadendo qualche parola.
Mi dispiace non essere riuscito a farti capire chi ero, a dirti tutto su di me solo per paura che tu te ne andassi. Scusa se non ti ho detto prima cosa provavo... e cosa provo. Siamo ragazzi, facciamo errori, abbiamo responsabilità che sono più grandi dei nostri mondi. E forse, come hai detto tu, i nostri pianeti sono troppo distanti per far funzionare le cose.
Spero di rivederti presto, anche se non ne sono sicuro.
Dal tuo Kim Stronzo.
Mi stendo sul letto, chiudendo gli occhi.
Ho proprio combinato un casino.
Voglio rimediare... ma non so come.
-
«Sicuro che io non possa rimanere a casa?» domando al mio migliore amico, esasperato.
«Jungkooook» si lamenta lagnoso, buttandosi con tutto il peso sul letto in cui mi sono praticamente incollato da giorni. Oggi è il 30 dicembre, io da quattro giorni non esco di casa se non nel vialino di fronte. Ho fatto l'unica cosa che so fare, giocare ai videogiochi giorno e notte. Non toccando ovviamente quel regalo. Ho dentro di me rabbia, tristezza, malinconia, nostalgia... rabbia. Così tanto accese da farmi sembrare un morto vivente, da non farmi provare niente. L'una annulla l'altra, e le conseguenze si vedono.
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfiction«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...