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«Un bel ragazzo, ma si vede venga dall'alta società» dice uno di loro, attirando anche la mia attenzione. «Si sembra giovane, ma veste come i sessantenni» ridono, io apro di poco la bocca.

«Hey ragazzi» alza la voce Jaehyun, per farsi sentire anche da loro. «Di cosa parlate?» domanda curioso, io più di lui.

«Del tipo che gira nei corridoi, insegna arte se non sbaglio» il cuore mi salta di un battito, ma non penso stiano parlando di chi penso io, insomma, non credo sia l'unico a fare corsi di arte...nella nostra scuola.

«Si, nella classe di mio fratello» dice un altro.

«E i-in che anno è?» apro bocca, senza neanche rendermene conto.

«Al primo» alza le spalle, io credo di essere sbiancato. «Dicono sia una vera frana, nell'insegnare» chiudo gli occhi. «Balbetta spesso, si inceppa ogni dieci secondi. Proprio non ci sa fare, che si dia solo al disegnare sui fogli!» ridono.

Hanno riso di lui.

Stringo i pugni sotto il tavolo, per non alzarmi e fare cose di cui potrei pentirmi. Inspiro, mentre continuo ad ascoltarli. «Già non capisco quello sfigato di mio fratello. Poi se almeno deve coltivare una 'passione'» mima le virgolette con le dita. «Come quella, che almeno gli diano professori competenti» alcuni di loro annuiscono, Eunwoo e Jaehyun invece rimangono impassibili.

Finalmente arriva la pizza, salvando sia me che il discorso, fortunatamente andato in fumo. Non sopporto l'idea che qualcuno possa parlare in questo modo di lui, quando ha impiegato fatica e impegno per fare tutto questo. Un po' di rispetto!

Beh, solo io posso parlargli così, per intenderci.

Prima che iniziamo a mangiare, però, il ragazzo che stava parlando fino a qualche minuto fa, continua. «Che poi, so che è famoso» ingoia la fetta. «A livello internazionale, credo. Dai, un vero coglione»

Ed io esplodo.

«Si è costruito qualcosa sulle spalle e a vent'anni già lavora» parlo in modo più calmo possibile, ma credo si percepisca la mia alterazione.

Ma non mi interessa.

«Facesse qualcosa per cui è bravo, almeno» ride a squarciagola, accompagnato da altri due.

«L'altro giorno sul campo non mi sei sembrato il massimo» lo fulmino con lo sguardo, facendo zittire tutti.

«Mah» apre la bocca. «Jeon che diavolo ti prende?» fa l'offeso, sistemandosi meglio sulla sedia. «È la fame a darti alla testa? Mangia, allora» faccio un gran respiro.

«S-si, scusate» in meno di un secondo tornano a parlare di altro, come delle partite del prossimo anno e di cose che non ho intenzione di stare a sentire, chiuso nella mia bolla. Odio questi comportamenti, soprattutto se devo sorbirli e starmene zitto. Sono sicuro parli per invidia e non altro.

«Jungkookie» mi risveglia Eunwoo con le sopracciglia corrucciate, davanti a me. «Va tutto bene?» mi domanda, io nascondo le mani, un po' graffiate dalle mie unghie.

«Uhm, certo» cerco di sorridergli, ma non so quanto la cosa sia riuscita. «Vado un attimo al bagno, torno subito» prendo il telefono dal tavolo e mi allontano, entrando nella porta bianca con su due omini stilizzati. Prendo un gran respiro, facendo una cosa fin troppo impulsiva.

Compongo il numero, per poi avvicinare subito il cellulare all'orecchio. Dopo neanche tre squilli ha risposto. «Jungkook?» mi calmo immediatamente. «Jungkook, tutto okay?» non rispondo appoggiandomi al muro dietro di me.

«H-hey, ci sono» passo una mano sulla fronte.

«Dove sei? Devo venirti a prendere?» scuoto la testa, soffiando.

Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora