Sento un gran baccano al piano di sotto, perciò, ancora in accappatoio, scendo le scale. Entro nel salotto e vedo Hoseok sbottare al telefono, e davanti il biondo al quanto agitato. Si voltano verso di me appena arrivo al divano, il rosso mi lancia un saluto veloce con lo sguardo, mentre l'altro ragazzo rimane con gli occhi su di me, precisamente sul punto del petto scoperto dall'asciugamano. Il suo sguardo è così intenso che sono costretto a spostare la mia attenzione altrove.
Che fottuto pervertito!
Appena il ballerino attacca mi affretto subito a chiedere cosa non vada. «È...morto qualcuno?» domando con cautela.
«Peggio!» grida Hoseok allargando le braccia teatralmente, quasi spaventandomi. «Questo sabato è il compleanno di Jinnie e non abbiamo ancora organizzato niente!»
«È il compleanno di Seokjin?» chiedo confuso, entrambi annuiscono, il rosso più freneticamente. «E dovete fare che ne so, una festa?»
«Forse non capisci» inizia a camminare avanti e indietro, decisamente agitato. «I preparativi per non quella, ma la dannatissima festa vanno iniziati almeno trecentosessanta quattro giorni prima! È il party più grande di sempre, così da quando quel cantante è nato! Non riusciremo mai a fare tutto in meno di cinque giorni» parla velocemente, accasciandosi infine sul divano.
«È esagerato ma ha ragione» parla il biondo. «È una cosa davvero importante per Seokjin, ma è passato di testa ad entrambi» si passa una mano tra i capelli frustrato.
«Posso...aiutarvi?» tengo lo sguardo basso.
«Cosa?» si allarma il ragazzo seduto. «No, no. È una cosa fin troppo grande, verresti schiacciato da quella malvagità fatta persona!» parla come se ne avesse paura.
«Vi ho dato troppi problemi in questi giorni e voglio ripagarvi. Devo ricordarvi chi aiuta mia madre con le mostre?» si voltano entrambi, ammiccandosi un sorriso. So del mio straordinario talento, ma non mi aspettavo si mettesse ad urlare.
«Sei un genio Jungkookie!» salta in piedi, correndo ad abbracciarmi. Cerco di mandarlo via, ma mi si appioppa addosso come una sanguisuga, addirittura tirandomi su da terra, ripetendo 'grazie' non so quante volte. «Allora, verrai con noi a Seoul?» sgrano gli occhi.
Quasi dimenticavo che loro non sono di qua, e sicuramente il party si terrà nella capitale.
«Non può allontanarsi così tanto da casa, grazie per la proposta ma no, ce la caveremo» si intromette il biondo, parlando velocemente e a stento, camminando per la stanza.
«Si che posso, ho quasi diciannove anni» corruccio la fronte.
«Appunto, quasi. Sei ancora minorenne, non puoi viaggiare da solo» mi fulmina con lo sguardo, ed io faccio la stessa cosa, facendoglielo distogliere.
«Infatti, starò con voi. Non trattarmi come un bambino!» alzo la voce.
«Ma lo sei!» apro leggermente la bocca. «Sai quanto sia grande Seoul e l'ultima volta che ti ho visto in un locale non è finita nel migliore dei modi»
«Perché ogni volta devi tirare fuori quella storia! Anche l'altro giorno con l'asta hai insistito tanto, e adesso addirittura mi dai del bambino? Credevo fosse cambiato qualcosa da quella sera al locale!»
«A quanto pare no»
Parla freddo, e sento come un dolore al petto.
Lo pensa davvero?
«E-eddai ragazzi» il rosso deglutisce, mentre tutti e due teniamo lo sguardo basso. «Non litigate, basterà chiedere il permesso a sua madre» ed è qua che la situazione peggiora, facendomi scuotere la testa. «Verrai con noi e organizzeremo la festa più bella della storia!» sorride a trentadue denti, ma tutto quello che riesco a fare è indietreggiare.
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfic«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...