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«E poi l'ha aiutato ad alzarsi, capisci? Io...wow» Yoongi esulta dopo aver raccontato per la terza volta la vicenda a Namjoon, che si è limitato a complimentarsi e a scuotere la testa ridendo.

E' mattina, stiamo facendo una colazione tradizionale di Seoul, consigliatoci dal biondo, che abbiamo allegramente invitato a sedersi con noi, anche se aveva già mangiato. Ieri sera io ed il bianco siamo andati in un ristorante di sushi in cui andavamo io e mia madre le scorse volte che siamo venuti qua, sempre per il suo lavoro. Abbiamo festeggiato la mia vittoria bevendo due bottiglie di soju, e tornando in hotel abbastanza brilli. La cosa non è degenerata in niente di grave, se non il nostro alzarci tardissimo ed un po' di mal di testa.

«Tu» si volta verso di me il bianco. «Sei il nuovo campione di videogiochi di Seoul, perché non sembri per niente emozionato?» mi fulmina, ed io ridacchio.

«Non abbiamo già festeggiato abbastanza? E poi quel Byun era un montato, era così convinto di vincere che se l'è messo in-» tiro un occhiata a Namjoon, che assottiglia lo sguardo. «Ehm tasca, da solo» riprendo a ridere.

E' stato davvero divertente, ma se solo penso alla giornata che dobbiamo passare oggi mi scivola via tutto l'entusiasmo.

«Volete qualcosa da bere? Vi prendo altra acqua, col tempo vi farà passare il mal di testa» il biondo si alza in piedi, Yoongi annuisce, mentre io metto la fronte appoggiata sulla mano. Non so se riuscirò a sopportare quel Kim pure oggi, ma per fortuna, almeno credo, c'è il bianco che mi aiuterà a superare il tutto.

«Buongiorno belli» appunto, si avvicina mia madre, relativamente tranquilla. Mi scuote i capelli, e dopo qualche mio lamento, continua a parlare. «Dopo pranzo iniziate a prepararvi, partiamo presto dall'hotel» sorride soddisfatta. Anche se sta volta non l'ho aiutata a gestire i preparativi, dato che alcuni dei manager del ragazzino si sono resi disponibili, so per certo che ha fatto un buonissimo lavoro. E' mia madre, dopo tutto. «Yoongi, hai detto ai tuoi o al tuo coinquilino che domani mancherai in università? Faremo il viaggio di ritorno la notte, non penso sia giusto andarci» si preoccupa mia madre, non sapendo neanche che la presenza in facoltà non è obbligatoria.

«Li chiamo subito, grazie signora Jeon» le tiene il gioco, facendo per estrarre il telefono dalla tasca sotto lo sguardo della donna, di cui mi prendo subito l'attenzione.

«Mamma» la richiamo, e lentamente si volta. «Come mai così tranquilla?» cerco di essere il più delicato possibile. So come queste situazioni la mettano sottopressione, quindi mi sorprende vederla così.

«Saranno le tre camomille che ho preso prima» sento la sua voce iniziare a scattare. «E poi andrà tutto bene, non c'è da preoccuparsi» fa un grande respiro. Forse l'ho fatta agitare?

Per rimediare le prendo una mano e la stringo, ricevendo una risatina dal ragazzo davanti a me. Mia madre viene richiamata da un uomo in lontananza. «Io vado, a dopo ragazzi. E mi raccomando, niente....cavolate» i suoi occhioni diventano due fessure, e la sua voce si fa più cupa. Okay, è seria. Probabilmente si è ricordata dell'ultima volta che io ed il mio migliore amico abbiamo partecipato ad una sua mostra, solo al pensiero mi viene da ridere.

«Che vuoi?» corrugo la fronte, appena mia madre è lontana.

«Mammone» scuote la testa, divertito. Lo dice ogni volta, quindi mi limito ad alzare le spalle.

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Immortalerei la faccia di mia madre in questo momento, se solo non lo stessero facendo i venti fotografi all'entrata. Ha la bocca spalancata e gli occhi sognanti, sembra una bambina.

Dopo aver speso qualche secondo per sorriderle mi volto anche io verso l'interno del luogo. Ci sono decorazioni ovunque, molte più di quelle che avevamo messo noi a Busan, e sicuramente più altezzose, stile Kim. Lampade a neon scendono sui suoi dipinti, disposti per colore o tema, credo. Sedie rivestite in velluto sono attorno a dei tavoli rotondi, affacciati ad un palchetto su cui sicuramente avrà il suo ridicolo discorso, mentre una decina di persone in smoking servono cocktail e stuzzichini in giro.

«Siamo più bravi noi» sbuffo, e mia madre ridacchia.

Mi guardo un po' intorno, per poi notare un gruppo di signori conversare tra loro, nascondendo una figura più minuta, che però sembra al centro della loro attenzione.

«Dov'è?» Mi domanda Yoongi, ed io capisco immediatamente a chi si riferisca.

«Dev'essere là, lo stronzo» sussurro, e lui guarda nella direzione che ho indicato, ridacchiando.
«Io vado dai pinguini» roteo gli occhi, abbandonando il mio migliore amico e mia madre, che sta sicuramente aspettando Namjoon. Il primo però mi segue.

«Vediamo per cosa si vanta tanto» mentre prendo un bicchiere di non so cosa, il bianco si dirige verso uno dei quadri esposti, diverso da quelli della scorsa volta. Non mi volto verso il disegno per paura di conversazioni improvvise e decisamente non volute dal sottoscritto.

Spero solo la serata passi presto.

Sto voltato verso il resto della stanza, ed il mio sguardo va immediatamente sul biondo, adesso ben visibile. È vestito molto elegante, ma in modo alternativo. Mi sale la rabbia, ma conltinuo a guardarlo, con lo sguardo assottigliato. Ad un certo punto viene raggiunto da due ragazzi, entrambi più alti di lui, anche se di poco. Uno dai capelli rossi, sguardo tranquillo e sorriso stampato sul volto, l'altro, un uomo dalle spalle larghe, che si atteggia in modo davvero ridicolo.

«Quello non è mica...» il coton fioc scoppia a ridere, io neanche mi ero accorto si fosse girato, infatti, spaventato, lo guardo male. «È-» si blocca, riniziando a ridere. «Il rosso, J-coso. È il ballerino preferito del fragolino» si asciuga una finta lacrima, e termina la sua risata isterica.

«Ah, è famoso?»

«Direi di si, era anche al Busan Talent l'altro giorno, penso quei due siano amici. Sai, tra ricchi ci si conosce» si beffa di loro, ma io sono troppo concentrato per stare al gioco.

«E l'altro?» Domando, mettendo la lingua contro l'interno guancia.

«Boh, sarà una celebrità pure lui, mai visto in vita mia» continuiamo ad osservarli, mentre il corvino sventola dei capelli invisibili.

«Non mi interessa» abbasso lo sguardo sul pavimento, decisamente più interessante di tutto questo schifo.

«E invece deve» sento strattonarmi per il polso, e senza rendermene conto mi sto avvicinando a loro, con la mano avvinghiata dal coton fioc.

«C-che cazzo fai?» Infastidito, ritraggo il braccio, ma lui mi guarda tranquillo.

«Devo farmi una foto con J-tipo, hai capito o no che è il ballerino preferito della fragola?» Corruga le sopracciglia, così lo faccio anche io.

«E a te cosa frega di Jimin?»

«È il mio coinquilino, e con lui ho fatto troppo lo stronzo. Devo farmi perdonare, e voglio fargli rodere un po' il bel culo che si ritrova, dai vieni» mi riprende, e pur cercando di ritrarmi di nuovo, ci ritroviamo davanti a loro.

«Ehm, ehm....scusate» Yoongi interrompe brutalmente la loro conversazione, ed in meno di un secondo ho gli occhi del biondo puntati addosso. Perfetto. Mi sorride, ed io gli faccio una smorfia.

«Mh?» La diva mancata si volta, evidentemente infastidito.

«Volevo fare una foto con J-robo, posso?» Dice tranquillissimo e sia io, che loro, sgraniamo gli occhi. Ma è stupido o ha perso un neurone dal troppo entusiasmo di ieri?

«Ehm...si?» Il rosso si fa timido, e annuisce.

«È per un'altra persona, non certo per me» mette il telefono in posizione, affiancandosi il pomodoro. «Sorridi» lo incoraggia, e il ballerino fa di conseguenza, anche se imbarazzato. Io pongo la mia attenzione a loro, anche se con la coda dell'occhio vedo il biondo squadrarmi.

Adesso gli arriva un pugno.

«Perfetto, grazie. Noi andiamo» Yoongi mette in pausa la mia conversazione interna, riprendendomi per i polsi, facendomi rilasciare i pugni stretti, e vengo di nuovo portato via.

«Aspettate»

Oh, no.

Una voce fa fermare entrambi, così ci voltiamo, io lentamente, sapendo già di chi si tratta.

Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora