«Tu sta zitto però, chiaro? Non dire niente e soprattutto non ridere, ti conosco» lo fulmino con lo sguardo. Ridacchia.
«Coglione sono serio. Se ti azzarderai a-» vengo interrotto.
«Ho capito Jungkookie, non ti giudicherò. Ora parla» si mette più comodo, mentre io cerco di estrapolare un discorso dalla confusione che ho in testa. Ho come la sensazione che non finirà affatto bene.
«A-allora, okay» cerco di calmarmi da solo, strusciando più volte le mani sulla superficie dei pantaloni. «Hai presente i-il ragazzo dai capelli biondi»
«Namjoon?» domanda, storcendo il capo.
«No, Yoongi. Il pittore, q-quello di Seoul»
«Taehyung?» corruga le sopracciglia.
«Ecco, esatto. Ma non interrompermi, ci stavo arrivando» faccio un espressione mista triste e arrabbiata. Ma cosa sto facendo? É Yoongi, il mio migliore amico da anni, cosa mi prende? So di potermi fidare di lui, so che mi capirà. Devo smetterla. Faccio un gran respiro.
Adesso o mai più.
«Due settimane fa, a-alla cena di lavoro ci siamo quasi...» deglutisco. «Baciati» lui sgrana le palpebre, ma tento di non dargli troppa attenzione. Ed ancora non ha sentito tutto. «Poi beh, è successa la stessa cosa a casa mia lunedì, ma quella volta perché glielo ho chiesto io, anche se non l'ha fatto. Due giorni fa l'ho rivisto e sto impazzendo. Lo odio, lo odio!» termino, quasi urlando. Tengo gli occhi chiusi, per paura di una sua reazione eccessiva. Infondo non è successo niente di che, sono io e il fastidioso modo di comportarsi del biondo il problema. Poi sento la sua mano accarezzarmi il braccio, quindi li apro. Ha in volto un sorriso un po' strano, tra lo stupore e la delusione.
«Sono un coglione, lo so» mi autocommisero, mettendo il broncio.
«Abbastanza» il sorriso gli si allarga, così prendo un cuscino dal letto e glielo tiro addosso.
«Ti avevo detto di non scherzarci, eddai!» incrocio le braccia, guardandolo male mentre rimette il cuscino al suo posto.
«Scusa, scusa hai ragione» c'è un attimo di silenzio. «Ma quindi il mio migliore amico è un passivone!» tenta di strizzarmi una guancia, ma io gli scaccio la mano brutalmente.
«Sei uno stronzo, fattelo dire. Come fai a scherzarci? Ed io che pensavo ti arrabbiassi» abbasso il muso.
«Oh, certo che sono arrabbiato» lo guardo decisamente confuso. «Però se non me l'hai detto prima avrai sicuramente avuto i tuoi motivi, che siano dubbi o insicurezze, sono sempre motivi. Quindi diciamo che ti perdono, ma non hai diritto di chiamarmi stronzo per almeno una settimana» prova a fare un sorriso rassicurante. Finalmente torno a respirare regolarmente.
È stata una liberazione.
«Allora per fortuna non sai che cosa mi ha detto Jimin-» mi fermo subito, mettendo entrambe le mani a comprimi la bocca. Cosa cazzo mi è saltato in mente? Sono per caso impazzito?
«Che cazzo ti ha detto Jimin, scusa?» sgrana gli occhi, gonfiando il petto. Dovevo starmene zitto, dovevo chiudere la bocca. Come ha fatto ad uscirmi senza che me ne accorgessi? «Jeon Jungkook, parla. Adesso» parla lentamente e ad occhi chiusi. È davvero inquieto ed ho paura possa esplodere da un momento all'altro. Devo dirglielo prima che mi uccida a mani nude.
Ormai la cazzata l'ho fatta.
«Jimin mi ucciderà» scuoto la testa maledicendomi. La sua espressione sempre più confusa e volenterosa di sapere, io sempre più vicino al cagarmi in mano. «Okay, te lo dico. Basta che ti calmi» non risponde, quindi decido di continuare a parlare. «Ho incontrato Jimin qualche giorno fa e abbiamo parlato»
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Nᴏɪ Sɪᴀᴍᴏ Aʀᴛᴇ | ᴋ.ᴛʜ ᴊ.ᴊᴋ
Fanfiction«Pronto?» Una voce calda e più bassa di quel che mi aspettassi, parla prima che io possa realizzare di aver accettato la chiamata e aver portato il telefono all'orecchio. «Signora Jeon. Vorrei chiederle se fosse possibile fare gli striscioni color o...