San
Quando mi svegliai, quella mattina, non ebbi il coraggio di muovermi. Ricordavo bene la serata di prima, di quello che avevo avuto dopo aver bevuto, fumato e pippato, qualcosa che non mi era mai successo prima. Ci misi un po' però, a ricordare quello che era successo dopo.
Quando riuscii a fare un movimento nel mio letto, mi girai ma mi fermai quando avvertii un corpo accanto al mio. I capelli biondi erano sparsi sul secondo cuscino del mio letto matrimoniale e lei indossava la maglia che avevo avuto io la sera prima che, data la sua statura, la avvolgeva perfettamente fino al sedere.
Mi stava dando la schiena e non potei fare a meno di sorridere e di poggiarle un braccio nudo sul fianco e di stringermi a lei. Finchè potevo godermi quel momento l'avrei fatto.
Avevo paura di quello che avevo sentito la notte prima. Ero stato troppo bene con lei, l'avevo cercata tutta la sera e, quando ero stato in sua compagnia, mi ero sentito al completo. Avevo avvertito una voglia matta di lei da un momento all'altro, di averla il più vicina possibile, quasi che si fondesse con me. Non riuscivo a spiegarmi tutto quello ma, in un modo o nell'altro, mi aveva fatto stare bene, troppo bene.
Non mi era mai capitato con nessuna di volere così tanto un rapporto, di desiderarlo a tal punto da fregarmene di qualsiasi altra cosa. Avevo voluto fin dall'inizio toccarla che non me ne era importato del mio orgasmo quanto del suo. Volevo farla stare bene quanto ero stato bene io, e sentirla poi sulle labbra mi aveva stordito.
Avevo dannatamente paura. E se lei non avesse sentito lo stesso? E se invece mi avesse voluto dare semplicemente un contentino e farmi fare quel che avevo fatto? Che poi, sinceramente, che mi importava?
Non volevo certo che diventasse la mia ragazza, non avevo bisogno di una fidanzata in quel momento e probabilmente mai lo avrei avuto quel bisogno. Eppure avevo comunque paura di quello che sentivo nei suoi confronti.
Ma forse non avevo paura di cosa sentivo, tanto del perchè. Non volevo sentire niente, non volevo che mi piacesse e non volevo avere quel bisogno costante di averla accanto, di baciarla, di abbracciarla e anche semplicemente di parlarle. Non volevo niente di tutto quello, eppure era proprio ciò che stavo provando.
Con ancora la mano sul suo fianco, presi a carezzarle le curve del suo corpo che, fin da subito, mi avevano attratto a lei. Dalla prima volta in cui l'avevo vista, da quando mi aveva tirato a sè per evitare Hongjoong mi erano piaciute e non avrei mai pensato di poterle toccare un giorno.
E poi mi venne in mente Hongjoong. Era chiaro che, nonostante provasse qualcosa per me, sentisse anche qualche tipo di sentimento per il suo ex e tutto ciò mi faceva sentire, per la prima volta in vita mia, insicuro. Pensai a tutto quello che avevamo fatto la sera prima, non l'avevo vista nuda e mi chiesi subito se lui l'avesse mai vista: al solo pensiero mi innervosii e strinsi il suo fianco nella mano. No, non potevo essere anche geloso di lui.
Probabilmente a causa della stretta sul suo corpo si svegliò perchè la sentii mugolare e muoversi nel mio letto. Sbadigliò e poi si mise a sedere, non considerando minimamente me e la mia mano su di sè.
«Buongiorno.»le dissi allora e lei, presa quasi dallo spavento, si voltò di scatto verso di me. I capelli in disordine, il viso struccato e segnato da un leggero rossore la rendevano così bella e io mi pentii subito di averlo pensato. No, non era bella, non poteva piacermi.
«Che ore sono?»mi chiese portandosi la mano tra i capelli e chiudendo gli occhi, mentre io mi sporgevo sul suo corpo per controllare l'orario sull'orologio da comodino. Mi trovai col viso sulle sue gambe e lei, quando riaprì gli occhi, istintivamente portò le mani sui miei capelli e, quel gesto, mi mise le farfalle nello stomaco, cosa che cercai di reprimere.
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Mist[C.S.]
Fanfiction«Di cosa hai paura?» «Di rovinarti.» Byeol è al quarto anno di liceo, i suoi amici possono contarsi sulle dita di una mano mentre per i suoi voti servono per forza quasi tutte le dita da contare. "Gli amici prima di ogni cosa." questo è il suo motto...