Byeol
Quando uscii da scuola al fianco di Jongho, quel giorno, riuscii subito a vedere la macchina di Hongjoong con lui fuori appoggiato ad essa mentre guardava qualcosa al telefono. Mi guardai attorno poi e notai come Jongho era andato diretto tra le braccia del suo ragazzo, per poi baciarlo sulle labbra mentre gli teneva le mani attorno al corpo. Li guardai e non riuscii a fare a meno di sorridere pensando che tutto quello che avevano loro, un tempo, l'avevo avuto anche io.
«Dai, muovetevi, fa caldo oggi.»li interruppi quando smisero di baciarsi e i due alzarono gli occhi al cielo e quasi riniziarono a baciarsi ma li presi per il colletto della maglia e li tirai via con me verso la vettura del "biondo" che nel frattempo aveva alzato lo sguardo su di noi, anche lui seguendoci con un leggero sorriso.
«Che ridi?»gli chiese infatti il più piccolo dandogli un'occhiata e l'altro semplicemente arrossì per poi abbassare lo sguardo sul pavimento mentre sia io che gli altri due buttavamo gli zaini sui sedili posteriori.
«Niente, mi ha fatto ridere che vi abbia dovuto portare qui da me con la forza.»rispose semplicemente con un'alzata di spalle ma capii fin da subito che c'era qualcosa sotto e, per quanto mi costasse ammetterlo, sperai che non stesse pensando ciò che avevo pensato io.
Prendemmo posto nell'auto e io, come ogni volta che veniva a prendermi o lui o Seonghwa, finii sul sedile davanti dato che gli altri due volevano semplicemente recuperare le ore in cui si erano sentiti divisi durante la giornata. Mi ricordavo bene come ero stata seduta in quel posto almeno un anno prima, quando Hongjoong aveva preso la patente e noi due eravamo felici, anche se dovevo ammettere di essere abbastanza spaventata dall'idea di essere in macchina di un neopatentato.
Voltai di poco la testa e feci finta di nulla per gettargli uno sguardo. Aveva le mani sul volante e riuscivo a vedere quelle vene che mi erano sempre piaciute spuntare dalle maniche della camicia. Il profilo perfetto era completamente concentrato sulla strada e un sorriso non potè fare a meno di spuntarmi sul viso.
Spesso rimpiangevo il fatto che avessimo rotto. Mi ero sempre detta che forse ci eravamo messi insieme nel momento sbagliato, che magari in futuro ci saremmo ritrovati e sarebbe andato tutto per il meglio e certe volte speravo che quel futuro venisse il prima possibile perchè, anche se mi duole ammetterlo, mi mancava davvero tanto.
«Andiamo a casa mia, va bene?»chiese poi e io scossi la testa ritornando alla realtà e ripuntando il mio sguardo sulla strada davanti a me, facendo finta di nulla.
«Possiamo passare un attimo da me? Devo dire una cosa ai miei.»chiese il più piccolo e semplicemente quello davanti annuí e, quando lo fece, i suoi capelli, che ormai gli attivavano sulle spalle, si scossero ed ebbi l'impulso di infilarci una mano all'interno per sistemarglieli.
In un attimo fummo davanti casa di Jongho anzi, la villa. Abitava in un quartiere abbastanza buono, completamente diverso dal nostro e, nonostante ci fossi già entrata più di una volta, quando la vidi da fuori deglutii non potendo fare a meno di provare una sensazione di imbarazzo.
Il proprietario di casa scese dall'auto e con un "torno subito" sparí dietro il cancello principali, lasciando noi tre soli in macchina. Mi voltai quindi verso i sedili posteriori dove ci trovai Yeosang con le braccia conserte mentre guardava fuori dal finestrino opposto alla villa.
«Ma hai mai dormito a casa sua?»gli domandai sinceramente curiosa di saperlo dal momento che non parlavamo mai della sua relazione dato che eravamo tutti nell stesso gruppo e avremmo potuto creare del disagio nel farlo.
Lui voltò la testa verso di me e abbassò lo sguardo verso i suoi piedi e in quel momento capii che c'era qualcosa che non andava.
«Cosa c'è, ti conoscono i suoi, no?»chiesi in conferma ma anche questa volta ottenni la stessa reazione e non potei fare a meno di sgranare gli occhi per la sorpresa.
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Mist[C.S.]
Fanfiction«Di cosa hai paura?» «Di rovinarti.» Byeol è al quarto anno di liceo, i suoi amici possono contarsi sulle dita di una mano mentre per i suoi voti servono per forza quasi tutte le dita da contare. "Gli amici prima di ogni cosa." questo è il suo motto...